Sanremo Giovani: il Festival 2020 mette già il male di vivere

Se il buongiorno si vede dai preliminari, la serata che decreta i cinque finalisti della mini-rassegna è stata un disastro. Una pessima idea di musica, scelte sbagliate, regole assurde. Si salvano Fadi e gli Eugenio in Via di Gioia. Per Amadeus, invece, si mette malissimo

Ieri è andata in onda su RaiUno la finale di Sanremo Giovani. Non è filata benissimo, dobbiamo dire la verità. Amadeus ha presentato una giuria composta da Carlo Conti, Gigi D'Alessio, Antonella Clerici, Piero Chiambretti e Pippo Baudo (la somma delle loro età dà una cifra in anni luce) che ha giudicato i finalisti, in sfida per un posto sul palco dell'Ariston a febbraio.  È quasi tutto sbagliato nello spettacolo proposto dal direttore artistico Amadeus, che pesca un sacco di cantanti e canzoni buone per Sanremo 1995 e sembra non aver mai comprato un disco, acceso Spotify, letto una classifica negli ultimi 10 anni. In più, a dannare l'anima dell'addetto ai lavori da casa, ci si mette anche il peggior mix audio della storia della Rai, totalmente inabile ad inserire la voce nel contesto musicale per rendere l'ascolto meno atroce. 

Attenzione, tutti i video qui presenti sono a scopo puramente dimostrativo e non mostrano lo show di ieri, che potete vedere integralmente su RaiPlay.

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Presupposto necessario: secondo il regolamento, a Sanremo Giovani ci arrivano gli Under 36, ed è già una contraddizione in termini. A 35 anni sei adultissimo, non sarà un caso se nel format di X Factor creato da Simon Cowell gli Under sono artisti sotto i 25 anni. Ce ne sono centinaia di progetti giovani fighissimi in giro per l'Italia, basterebbe dare loro più possibilità. Premesso questo, non c'è bisogno di andare a Sanremo con la canzone più stracciapalle del repertorio, quella che fa la morale o la paternale o si strugge per stocazzo di amore finito male. È un periodaccio in generale, facciamo sentire la cazzimma, su.

Inizia la sfida e c'è un ragazzino vestito da cosplayer degli anni '80 che perde contro Leo Gassman e la sua canzone pomposa. Oggi tutti i titoli dei giornali grossi parlano di lui, perché siamo in Italia ed essere figlio di Alessandro e nipote di Vittorio Gassmann non passa inosservato. Non è colpa sua, siamo noi ad essere sbagliati, ad ogni modo la canzone rimane un meh atomico. La seconda sfida è una di quelle più interessanti: la vince Fadi, il nostro amico Fadi con Due noi, una canzone bella e cantata con l'anima. Non possiamo che essere contenti anche se ci dispiace per i Reclame, che avevano forse il pezzo con l'arrangiamento più interessante della gara. 

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Il terzo duello è quello che ci fa stare fisicamente male: Shari, 17 anni, canta una canzone sull'amica che non c'è più, Marco Sentieri, 35 anni, vestito come uno zarro di 20, canta Billy Blu, una canzone sul bullismo che finisce con l'antico adagio  "era meglio se tua madre ti picchiava da piccolo". Una forma arcaica di patetismo paternalista, conservatore, assolutamente tremendo. La giuria è in piedi, tutti 9, vince lui e festeggia pure, mentre la ragazzina, pure brava e davvero giovane, se ne esce con l'odio nel cuore per i vecchi di merda che rubano il futuro. Sentieri, nelle semifinali è stato preferito ad Ainé, uno bravo davvero. 

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La giuria si cimenta con un duello di trap annacquata senza parolacce tra Jafeo che ha un brutto rapporto col padre e parla di soldi (ma non avevamo già sentito questo testo?) e Fasma che urla cose alla sua tipa con l'autotune e fa alzare le vendite di Gaviscon. Vince lui, giuria in piedi, altri 9 a casaccio. Poi una sfida davvero interessante: gli Eugenio in Via di Gioia e Avincola, due canzoni molto diverse ma di sicuro qualitativamente superiori alla maggior parte di quelle presentate. Vincono gli Eugenio, saranno un po' Lo Stato Sociale che facevano ballare la vecchia, quella locura giovane e fresh che piace tanto agli spettatori dopo quattordicimila canzoni tutte uguali.

 

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Altro giro altra corsa, arriva la vincitrice di Sanremo Young, Tecla Insolia, che a 16 anni si presenta con una canzone che dovrebbe cantare una Mariella Nava dopo i 50, col testo un po' pedante che parla di abusi. Sebbene la canzone sia importante, se vuoi parlare alla tua generazione di argomenti sostanziali come questo, devi trovare la forma giusta, altrimenti rischi di vanificare il messaggio. Lei non sfida nessuno e va diretta a Sanremo vero, poi tocca ai due da selezionare tra quelli di Area Sanremo: vincono Matteo Faustini, ragazzo sensibile e di buona tecnica che canta un pezzo sull'amore che ha alti e bassi, con lui vanno all'Ariston il duo Gabriella Martinelli e Lula con una canzone bella pesante sull'ex Ilva di Taranto.  

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Finire lo show è stata una gara di resistenza, una lunga marcia di kinghiana memoria, e non vi abbiamo neanche troppo raccontato l'imbarazzo degli sketch che ricordavano i Sanremo dei giurati, siparietti ad uso e consumo degli over 50. Il Sanremo di Baglioni, quello che voleva abbattere muri e barriere, sembra lontanissimo. Qui siamo ritornati in allegria a quelli pre Conti, pre Fazio, pre Bonolis. Poche band, poche ragazze, poco talento, poca modernità, il ritorno alla canzone di denuncia in stile spot contro la droga del Ministero. Lo sguardo, finita la kermesse, è quello del cavallo Artax mentre sprofonda nella palude della tristezza ne La storia infinita. Siamo solo all'inizio.

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L'articolo Sanremo Giovani: il Festival 2020 mette già il male di vivere di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-12-20 10:28:00

Tag: Sanremo

COMMENTI (1)

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  • rosyanello78 5 anni fa Rispondi

    Non capisco come mai non avete fatto il nome di Thomas nel vostro articolo visto che l avete fatto nei riguardo di tutti gli altri artisti; capisco che da come avete scritto non vi piaccia assolutamente ma per par condicio credo che almeno citarlo sarebbe stato doveroso. Grazie per l' attenzione, aspetto una vostra risposta.