Durante la terza mattinata della maratona sanremese le cose iniziano a faresi sfuggenti, i contorni sono sfocati, la domanda che più affanna la mia mente è: "È successo davvero o è una visione da dormiveglia?", e ancora: "Come potrei mai premere play e ascoltare di mia volontà Aka7even, Matteo Romano o Sangiovanni, senza avere un guerrigliero talebano armato che mi intima di farlo perché ne va della mia vita?".
La seconda serata del Festival di Sanremo si apre con Lorena Cesarini, la valletta che Amadeus non lascia presentare da sola neanche sotto il fucile del talebano di cui sopra, che spiega perché sia lì. Lo so che questo è un Paese in cui le cose normali vanno sottolineate ma l'idea che un essere umano, uomo donna xenomorfo di pelle nera bianca verde debba spiegare il suo stare al mondo o la sua presenza da qualche parte mi fa venire la gastrite e credo amplifichi solo il razzismo, sottolineando la cattiveria gratuita dei coglioni invece di normalizzare il tutto fregandosene, ma potrei sbagliarmi.
Durante la trasmissione, nei momenti sensibili tipo quello o Checco Zalone che per dirci che trans è ok e maschilismo no sta mezz'ora a far ridere i votanti di centrodestra con tutta una serie di giochi di parole sul gender da terza media, mi sono confrontato con due amiche che hanno vissuto razzismo e transfobia sulla propria pelle, nessuna delle quali era veramente felice per quello che RaiUno stava trasmettendo.
Affronto subito la questione Checco Zalone perché, a parte il fatto che le battute su donne trans brasiliane stanno meglio in bocca a donne trans brasiliane che a comedian pugliesi, il punto è un altro: perché Sanremo deve diventare per forza anche il palco per un'ora di comicità? I comici, gli attori in generale hanno già il loro spazio, il loro pubblico, le loro trasmissioni, di musica in tv invece non ce n'è e il settore non lavora da due anni. Vaffanculo ai comici e ai siparietti pubblicitari del cazzo, fai suonare e parla di musica, altrimenti è chiaro che per l'italiano medio questa viene associata a "quelli che ci fanno divertire", come disse sconsideratamente l'ex premier Conte.
Per ora nessun discorso sul mondo del lavoro inerente alla musica che non lavora, neanche dagli artisti tutti troppo presi a dire papalina e a salutare Zia Mara per vincere al Fantasanremo. Beh, divertitevi. Ecco perché mi piace l'integrità di Giovanni Truppi: arriva in canotta come ha sempre fatto, canta una canzone nel suo stile, con nessuna concessione a Spotify, mezzo parlata, mezzo cantata che sembra una cosa che potevano fare solo Piero Ciampi o Enzo Jannacci, parla d'amore sì, ma di quello adulto dove la passione è sostituita da qualcos'altro. Una tematica con zero appeal commerciale, il più punk di tutti, che non si è snaturato neanche dell'1% per piacere a chi non piacerà mai. Chapeau.
Già, ieri sera c'erano anche le canzoni: Le Vibrazioni, Emma, Fabrizio Moro che fanno esattamente ciò che ci si aspetta da loro, cioè poco. Irama che canta una ballata e che in tutti questi anni non ho ancora capito cosa voglia fare da grande, Tananai paraculissimo, Highsnob e Hu pure molto bravi che giocano un po' troppo a fare i Coma_Cose. È stata una serata piuttosto difficile per la musica.
Grazie al direttorissimo Amadeus qualcosa che mi ha risvegliato dal torpore assassino c'è stato: Iva Zanicchi ad esempio ha cantato una canzone di cinquant'anni fa, ma perfettamente e mi è venuta in mente mia nonna che guardava Sanremo, a cui sarebbe piaciuta da impazzire e ce l'avrebbe propinata per un mese intero mentre noi nipoti avremmo voluto sentire le nuove leve tipo Eros Ramazzotti. Ci sono state Ditonellapiaga e Donatella Rettore, la cantautrice a cui le generazioni de La rappresentante di Lista devono quasi tutto. Un duetto imperfetto ma di grande impatto, divertente, elettrico e anche un po' genuinamente scandaloso.
Poi c'è stata Elisa. Tutti la aspettavano e la davano per vincitrice sulla fiducia ma nonostante per la classifica della sala stampa sia prima davanti a Mahmood e Blanco, la sua canzone non è di quelle che prende subito. Piuttosto classica, un po' banale. La voce però non si compra, o ce l'hai o non ce l'hai ed Elisa in quel campo lì è ancora quella da battere, non solo in Italia. Nessuna cantante che abbia iniziato questo mestiere ispirata da Elisa è ancora mai stata in grado di arrivare ad avere una voce così cristallina, pulita e precisa come la sua.
Per il resto puntata già stanca, la pubblicità della Costa Toscana con sopra Orietta Berti, Rovazzi e Ermal Meta insostenibile, non solo per la qualità del siparietto ma fare tutto quel bla bla sulla bellezza della nave dopo la gestione sciagurata dell'incidente della Concordia mi imbarazza fortemente, suona offensivo.
Tornando alla seconda puntata, ad un certo punto era abbastanza tardi e forse ho sognato Arisa e Malika Ayane che si sfidavano per l'inno delle Olimpiadi, ma è chiaro sia stata colpa di quella pizza surgelata del discount che ho trangugiato in fretta e furia perché Sanremo inizia sempre prima e non ho digerito bene. Poi c'è stata Laura Pausini con Mika che hanno fatto un duetto a chi stona di più e alla fine lei ha detto che esce un film sulla sua vita se non fosse stata una cantante: Lì ho fatto uno sliding doors veloce e ho pensato alla mia vita se non fossi stato uno che deve seguire il Sanremo di Amadeus per lavoro: nella mia mente ho visto solo campi di lavanda e io con un cappello da contadina del west che li attraversavo saltellando di gioia.
Non pensiate abbia il dente avvelenato con questo Sanremo per qualche pregiudizio particolare: amo il Festival, il pop e il trash, ma possiamo dire senza fare torto a nessuno che lo spettacolo è davvero povero? Che 20 canzoni su 25 scelte sono sotto la sufficienza? Che le lezioncine di educazione civica e sociale ok ma se riescono ad arrivare a segno, altrimenti sono insostenibili? Che, ribadisco, non esiste sulla faccia della Terra che il Festival della Canzone Italiana non trovi 10 minuti per parlare dello stato delle cose nella musica italiana e che perfino gli addetti ai lavori e gli artisti non abbiano ancora trovato il coraggio di sfruttare quel palco per un messaggio condiviso sull'urgenza di riaperture come accade in tutta Europa?
Ok, ora prendo le goccette che stasera si esibiranno tutti e 25 i cantanti in gara e come "valletta" ci sarà Drusilla Foer, quindi sarà una serata durissima. Fatemi compagnia, ne avrò bisogno.
---
L'articolo Sanremo 2022: una grande serata di musica brutta di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-02-03 08:57:00
COMMENTI (1)
Duro!