Stasera inizia il 70° Festival di Sanremo e già stiamo tentando di capire chi vincerà un'edizione che guarda al passato in un modo a cui non eravamo più abituati. Ricordate le polemiche sulla vittoria dell'esordiente Mahmood con Soldi al Festival dell'anno scorso? Anche l'allora Governo giallo-verde volle dire la propria, gridando allo scandalo perché il popolo italiano aveva votato in massa Ultimo e invece, tramite supposti magheggi di regolamento, il Festival del Compagno Baglioni gli aveva preferito uno più vicino al Sol dell'Avvenir. Quante cazzate, demistificate dai numeri: Soldi è diventato uno dei brani italiani più famosi di tutti i tempi, con 142 milioni di ascolti su Spotify, 28 milioni di visualizzazioni su YouTube, heavy rotation in radio, dischi di platino in Grecia, Spagna, Svizzera e d'oro in Olanda e presenza nella Global 50 di Spotify, la classifica delle canzoni più ascoltate del mondo. Insomma, non lo chiameremmo proprio fallimento.
La sfida finale tra Mahmood e Ultimo è stato il vero specchio della discografia in Italia: due giovani che hanno conquistato il conquistabile (per ragguagli sulla parabola di Ultimo, rivolgersi qui): festival, stadi, cuori degli adolescenti e non solo. Il 69° Festival di Sanremo, con la direzione artistica di Claudio Baglioni, ha intercettato perfettamente i gusti del pubblico oltre ai vincitori: ha lanciato Achille Lauro nella stratosfera, ha fatto conoscere progetti che vengono dall'indie e vanno verso la gloria, ha rappresentato la nuova generazione di cantautori.
Amadeus, che nelle settimane prima del Festival è riuscito a inforcare tutti i paletti, anche quelli fosforescenti, con la direzione artistica del 70° festival, sembra aver tirato la retromarcia per accontentare i vertici Rai, preferendo un cast old fashioned e qualche innesto giovanile, puntando sulla polemica con la partecipazione di Junior Cally, che poi gli è sfuggita clamorosamente di mano e l'ha trasformato da uomo Rai di fiducia a tremenda spina nel fianco. Non facciamoci distrarer da queste bazzecole e guardiamo al sodo: questo Sanremo non rappresenta gli ascolti degli italiani, che al momento in cui scriviamo (secondo le classifiche FIMI), ascoltano in massa Shiva, Tha Supreme, Ghali, Mahmood, Carl Brave, Ultimo, Marracash, J-Ax, Brunori Sas, FSK Satellite, Salmo, Gazzelle e Fred De Palma, nessuno di essi in gara a Sanremo.
Avrà successo la restaurazione tanto voluta da Amadeus? Hmm, non sembra che i teenager (vero motore del business dello streaming) facciano a spinte per assistere alla gara, forse perché l'effetto Amici con Alberto Urso, Giordana Angi o Riki non funziona più granché e degli idoli indie o trap neanche l'ombra. Certo, ci sono i Pinguini Tattici Nucleari, assolutamente candidati a prendere il posto de Lo Stato Sociale nei cuori nazionalpopolari e nella classifica finale, ma quelli che alcuni reputano i ribelli rock di sanremo (Morgan & Bugo, Piero Pelù, Le Vibrazioni) sono 50enni e passa.
Le note di colore, tipo Achille Lauro, Junior Cally ed Elettra Lamborghini, sembrano messe lì apposta come eccezioni che confermano la regola degli Zarrillo e dei Masini, dei Gualazzi e delle Irene Grandi, dei Gabbani e dei Nigiotti, delle Tosca e delle Rita Pavone. Insomma, ci siamo capiti.
Con l'aiuto dei siti di scommesse più in forma d'Italia, stileremo una classifica finale senza aver neanche ascoltato i pezzi, solo dopo aver letto i testi e misurato l'hype intorno ai musicisti. Via col listone:
1) Anastasio
2) Alberto Urso
4) Rancore
5) Diodato
7) Elodie
9) Levante
11) Marco Masini
12) Raphael Gualazzi
15) Junior Cally
16) Enrico Nigiotti
17) Tosca
18) Irene Grandi
19) Piero Pelù
20) Le Vibrazioni
21) Riki
22) Michele Zarrillo
23) Paolo Jannacci
24) Rita Pavone
Nelle Nuove Proposte, sembra che il duello finale sia tra Eugenio In Via di Gioia e Fasma, ma come al solito, la verità la scopriremo solo vivendo, già da stasera avremo più indizi.
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L'articolo Ecco chi vincerà il Festival della Restaurazione di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-02-04 12:03:00
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