Sono usciti i risultati delle Targhe Tenco 2022, premio stabilito a partire dal 1984 dal Club Tenco e diventato, nel corso degli anni, uno dei riconoscimenti più prestigiosi della discografia italiana. A vincere la targa più ambita, ossia quella della categoria "Miglior disco in assoluto", è stato il king del rap, Marracash, con il suo ultimo album Noi, loro, gli altri. L'aveva un po' profetizzato lui stesso nel suo 64 barsqualche anno fa: "Meriterei il Premio Tenco per il fottuto talento che tengo". Nelle altre categorie più importanti, Camouflage di Ditonellapiaga riesce a battere Ariete e Blanco come miglior opera prima, mentre O forse sei tu di Elisa vince la targa per la miglior canzone.
Per forza di cose, però, il risultato di Marra è quello più eclatante. Il fatto che un rapper – e che rapper – si porti a casa non solo una targa Tenco, ma pure quella più ambita, è un evidente segnale di come anche per il club Tenco il processo di apertura verso la contemporaneità sia ormai compiuto, sicuramente considerata una blasfemia dai puristi del cantautorato. Basta guardare un po' dei vincitori nella stessa categoria degli anni passati per rendersene conto: si va da Guccini a De André, da Paolo Conte a Ivano Fossati, quello è il campionato di cui stiamo parlando. L'unico ad aver preceduto Marra come proveniente dallo stesso genere è Caparezza, ma si tratta di un artista già più digeribile al pubblico del cantautorato. Dal canto suo, Marra il titolo di king se l'è guadagnato, e se il trono è ancora suo è sacrosanto riconoscerglielo. Nel mondo Kendrick Lamar – di cui siamo riusciti a vedere un live per renderci conto di che gigante è – ha vinto il premio Pulitzer nel 2018, è davvero così assurdo vedere la Targa Tenco a Marracash nel 2022?
E poi Noi, loro, gli altri è un disco potentissimo, dove Marra elimina ogni cosa superflua e prosegue nello svelamento della sua condizione, dopo il percorso iniziato con Persona. Un album che ha un forte appiglio pop, ma è prima di tutto dolore, è un'autoanalisi che dall'individuo esplora l'ambiente circostante, dove l'autocelebrazione lascia più spazio alla fragilità, in quel punto che i tre corpi del disco – noi, loro e gli altri, appunto – formano quando entrano in contatto. Quindi sì, rimane un risultato sorprendente, anche se non dovrebbe.
La vittoria di Noi, loro, gli altri è un segnale importante per un premio che vuole – e che deve – restare rilevante, fotografare la musica italiana per quello che è, nella sua forma più viva e accesa. Già l'anno scorso questo processo si era manifestato con Madame, vincitrice della targa Tenco per la migliore canzone (Voce) e per la migliore opera prima. Una scelta coraggiosa e allo stesso tempo centratissima, perché Madame questo rappresenta per l'Italia, una voce nuova che a 20 anni ha tanto da dire e che tanto è già riuscita a fare, un'artista cardine del pop che verrà domani. E, soprattutto, perché oggi – ma anche ieri – il rap è il linguaggio principe attraverso cui passa il racconto della società in musica, sdoganarlo anche in un contesto del genere significa dargli la dignità che si merita.
Che il rap sia il nuovo cantautorato è un qualcosa che ci stiamo raccontando più o meno dalla nascita stessa del rap, ma sembra che solo con segnali così evidenti – e così discussi – si possa portare a termine il processo. L'ha fatto il film La nuova scuola genovese, di cui vi avevamo parlato qualche tempo fa e in cui compare anche lo stesso Marra, lo fa adesso il club Tenco con una decisione importante, che speriamo porti a una sempre maggiore contaminazione di linguaggi anche a un livello più alto e mainstream. E con buona pace dei fondamentalisti trincerati in difesa dei loro eroi di gioventù.
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L'articolo Se Kendrick Lamar ha vinto il Pulitzer, Marracash è perfetto per il Tenco di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2022-07-13 10:00:00
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