Se pensate che questo sia un articolo disperato, be' avete evidentemente ragione. È però altrettanto palese che non leggiate giornali e testate online, altrimenti in questa torrida settimana ferragostana ridimensionereste e di molto le vostre pretese di senso circa ciò che leggete. Ok, forse non è un grande argomento a favore del nostro pezzo, ma è come dire "prendetevela con quelli che fanno gli articoli sui ladri di maxibon, e concedeteci questa minchiata".
In principio era Sanna, Sanna Marin. Non la conoscete? Sul serio? Classe 1985, nata a Helsinki, da fine 2019 è primo ministro della Finlandia, per qualche tempo la leader più giovane al mondo. Ultimamente si parla sempre di lei: un po' perché si è schierata duramente contro Putin, ma soprattutto per cose che non c'entrano nulla con la politica quanto piuttosto con il "nostro" sguardo maschile, gerontocratico e pruriginoso sugli eventi.
L'ultimo "caso Marin" (non è vero, il penultimo: c'è stata una polemica perché si è divertita durante una festa tra amici) è stato in occasione della sua presenza a Helsinki al Flow Festival, uno degli show più interessanti e popolari del continente. A colpire è stato soprattutto il suo look: pensate, non è andata a sentire Gorillaz e Jamie xx in tailleur, ma bensì con t-shirt, giacca di pelle e stivali.
E dunque, in questa estate mortificata dal meteo e dalla campagna elettorale, abbiamo provato a immaginare se i nostri politici andassero ai festival che tipo di pubblico sarebbero. Ps, non è escluso che non lo facciano, ma considerando generazionalmente quali siano i voti che pesano di più è probabile che continueremo a vederli nelle balere.
Visualizza questo post su Instagram
GIORGIA MELONI
Lei ascolta solo Ultimo. Lo ascoltava prima ancora che suonasse. Ha speso 16.300 euro per votarlo a Sanremo durante la notte dei lunghi coltelli con Mahmood, ne dirige il fanclub, si è fatta tutti i suoi tatuaggi con gli sticker perché comunque i tatuaggi sono opera del demonio, ha la suoneria di (inserire canzone di Ultimo controllando su Google i titoli) sul cellulare. Un giorno la invitano al festival più figo che c'è e si ritrova sotto il palco di Rosalia e di Nick Cave, con i suoi amici tutti in botta a ballare gli Autechre. Sono tutti entusiasti, non fanno altro che parlare di quanto è stato figo quell'ultimo live e di quale andare a sentire dopo. Lei annuisce, finge di sapere le canzoni canticchiandole. È talmente brava a dissimulare che nessuno si accorge della bandana e delle sette spille di Ultimo attaccate alla maglietta.
CARLO CALENDA
Va al festival, è il capo della festa, balla nudo, beve benzina e si rotola nel fuoco. Poi comincia a dire che il festival fa schifo, cinque minuti prima della chiusura dei cancelli se ne va con sdegno. A quel punto crea l'evento su Facebook del suo nuovo festival, che sarà il più figo di tutti. Qualcuno gli dice di non fare così, che in fondo è stato bello. Lui dice "ok, torno, ma voglio essere il nome più grande in line up". "Ma tu non suoni, sei uno spettatore", gli fanno notare. "Ok, ma non voglio che ci siano questo, questo e quest'altro". Alla fine fa il suo festival. Su Facebook hanno detto che parteciperanno in 7milioni, ci vanno in 19.
ENRICO LETTA
C'era un periodo che aveva smesso di andare ai festival, almeno a quelli in Italia, perché sono troppo provinciali, pieni di invidie e mal frequentati. È tornato, ma solo perché hanno insistito. Il festival a cui va lui è l'unico a cui si può andare, un autentico argine contro la deriva nullificante degli altri festival. Comincia a dire a tutti di andare con lui a quel festival, che è l'unico festival davvero utile, non a quell'altro che è talmente tamarro da risultare fuori dall'arco dei festival previsti dalla Costituzione. Fa una propaganda ferma e decisa al suo festival preferito, che mantiene intatti certi valori e non si piega alle facili mode. Scopre troppo tardi che il festival non si farà perché gli organizzatori si sono accoltellati tra di loro.
MATTEO SALVINI
Negli ultimi tempi lo hanno visto a tutti i festival d'Italia, a quelli metal e ai rave, alla Notte della Taranta e pure al Summer Jamboree vestito come Mia Wallace. È uno di quelli che parla con tutti, che saluta ogni volta che lo incontri, anche a distanza di pochi minuti, che sta in prima fila se il cantante è famoso e va a prendere la salsiccia durante i momenti più sperimentali. A un certo punto si sentiva talmente di casa e ben voluto ai festival che aveva chiesto pieno accesso a tutti gli eventi sul territorio nazionale per i prossimi cinque anni. Poi è arrivata una fan di Ultimo, ha cominciato a fare le sue stesse cose ma meglio, più rilassata, più credibile. E lui è tornato sotto palco a sentire Van De Sfroos.
GIUSEPPE CONTE
Lui ai festival non ci andava. Al suo paesino non si facevano e poi aveva iniziato a lavorare presto, ed era un tipo molto impegnato. Un giorno, quasi per caso, lo invitano a un festival di musica del Borneo sud-occidentale, una cosa che doveva essere per quattro invasati e che invece miracolosamente era diventato uno dei più grandi eventi del Paese. È talmente bravo che gli dicono se vuole dare una mano con l'organizzazione, poi se vuole presiedere l'associazione che organizza, scegliersi tutti gli altri organizzatori. Nel frattempo, però, la musica del Sud Ovest del Borneo ha smesso di andare forte. Lui si ritrova a ballare tutto solo con le piume di tucano sul capo.
MATTEO RENZI
È stato a tutti i festival più fighi del mondo, ti fa vedere le foto di quella volta sbronzo con Pete Doherty e ti racconta di quell'altra volta che ha tenuto su da solo Iggy Pop durante uno stage diving. Ti spiega la sua soluzione per creare il festival perfetto, un mix tra Coachella, il Burning Man e i simposi di Lorenzo 'de Medici. Ha già trovato anche un finanziatore disposto a sostenerlo. Intanto, però, se gli puoi offrire un'Ipa che dietro ha solo dollari.
SILVIO BERLUSCONI
Lui non va al festival. Lui è il festival.
---
L'articolo Se i politici italiani andassero ai festival musicali di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-08-18 14:50:00
COMMENTI