Il rap in questi ultimi anni è un argomento sempre più controverso da analizzare. Da una parte gli enormi successi in fatto di streaming, numeri, presenze ai concerti, primati in classifica come non se ne vedevano da anni e un target sempre più rivolto ai teenager. Dall'altra la ricerca del successo facile, senza gavetta, grazie a una hit fatta direttamente nell'home studio, priva di contenuti che sono il sale del rap, atteggiamenti machisti fuori da ogni logica e fuori dal tempo, poca introspezione e molto flexare, per usare un linguaggio consono.
Fortuna vuole che esistano ancora giovani artisti con un sacco di cose da dire e un modo personale, fresco e fuori dagli schemi per creare musica che ha a che fare col rap e coi contenuti. Semola, al secolo Simone Romini, è nato a Ravenna e cresciuto nelle case popolari della zona industriale di Marina di Ravenna. Fin da piccolo, grazie alle influenze culturali e musicali tramandate da sua madre e dai suoi zii, si è appassionato alla black music e al cantautorato italiano.
Da adolescente ha iniziato a frequentare i laboratori di rap del CISIM di Lido Adriano, successivamente ha conosciuto Abdelarahmane Belkheir, in arte ABDXL, e da questa amicizia è nata la loro collaborazione musicale che li ha portati, grazie al progetto Parlare coi Muri (Un progetto nato nel 2021 grazie al contributo della Legge sulla musica della Regione Emilia-Romagna, iniziativa del CISIM di Lido Adriano dedicata ai giovani artisti emergenti), a produrre il loro primo progetto discografico, Il cammino di ritorno.
15 tracce, molte delle quali con le caratteristiche dello skit, spaziano tra il rap e il pop, raccontano la loro amicizia ma anche un'adolescenza iperattiva e libera. Sperimentazioni acustiche filtrate, nu soul, hip hop tout court con parole che denotano umiltà e voglia di farcela coi propri mezzi senza strafare, senza mostrare quello che non si è.
"Le vere collane da indossare sono gli obiettivi preposti da superare, non devi ostentare, esagerare, devi essere umile pure a farti notare". Una ventata d'aria pulita tra la melma che spesso avvolge il panorama trap odierno.
Semola & Abdxl sono riusciti a far confluire sé stessi, le proprie ispirazioni, i propri background e le proprie storie in un progetto denso, un racconto di periferia, disagio, smarrimento accompagnato dalle note di Ravenna, Marsiglia, Algeria e Tunisia. È la storia di Semola & Abdxl, di Simone e Abdelrahmane, ma anche una storia universale, in cui tanti possono riconoscersi, dalla provincia alla grande città.
È un racconto multiculturale, un melting pot di suoni e riferimenti, costruito intorno al rap ma che non ha paura di osare. I due artisti sperimentano, con note più pop e altre più dark, che sorprendono al primo ascolto, proprio come fanno i loro idoli – l’influenza di nomi quali A$AP Rocky, Earl Sweatshirt, Black Thought, ma anche la nuova scuola rap genovese, il cantautorato e altro ancora è evidente lungo tutto il disco.
C’è l’incertezza dell’età ma anche il coraggio dei vent’anni, l’immaturità e le intensità delle piccoli, grandi esperienze vissute; ci sono vent’anni vissuti e altri vent’anni di ambizioni, interpretati dai testi di Semola e dalle produzioni di Abdxl. Ci sono, insomma, due ragazzi, e il loro cammino. Non è poco.
Ci auguriamo che il cammino di Semola e Abdxl sia pieno di soddisfazioni perché i ragazzi se lo meritano, hanno tutto il tempo per affinare le doti e maturare sia i suoni che le parole, ma per adesso ci godiamo un disco rap fuori dai cliché, che mostra l'anima dell'adolescenza, della gioventù senza fare e farsi sconti, con uno sguardo potente al di là dell'orizzonte.
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L'articolo Semola & Abdxl, come fare rap senza flexare di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-08-10 13:32:00
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