Tuttapposto dei Senna è un disco che si muove fra i luoghi del litorale romano: "Ascoltare l’album è un po’ come guardare un film ambientato a Ostia e dintorni, un Amore tossico del XXI secolo con meno droga e più sogni", dicono. Ecco perché abbiamo chiesto al suo autore, Carlo, di accompagnarci traccia dopo traccia all'interno del disco – registrato analogicamente su nastro, in casa: per esplorare, attraverso la musica lo-fi e piena di strumenti del trio romano, un territorio.
I Senna sono i fratelli Carlo e Simone (Senna di cognome, ndr), e Valerio Meloni. Tuttaposposto è il loro secondo disco (dopo Sottomarini del 2019): "Un album che parla della ritualità della vita, delle piccole certezze importanti a cui ci appigliamo e dei grandi eventi (come la pandemia) che cambiano quella ritualità", spiega Carlo, voce (emozionale) del progetto. Che per questo lavoro – oltre all'aspetto analogico – preme sulla sperimentazione con l'utilizzo di strumenti come il theremin, la batteria elettronica di un vecchio organo Farfisa, una rana di legno o il "mello-tape" ("praticamente una musicassetta suonata con il mixer", ci spiegano).
Benvenute e benvenuti nella mappa geografica di un disco, dunque. Fate buon viaggio: il consiglio è di tenere su le cuffie e mettere play, per immergervi meglio nei luoghi che hanno ispirato questo album.
1. Stalattiti
Siamo a Cineland, il multisala di Ostia, con le luci spente, il banco dei pop corn vuoto e la sala giochi chiusa. All’ingresso della città, sulla destra in via dei Romagnoli, si nota subito questa grande struttura, una ex fabbrica trasformata in cinema. Stalattiti potrebbe benissimo essere ambientata qui, perché è una canzone che parla dei mondi immaginati dalla nostra cameretta, mondi giganti che in quella stanza fisicamente non ci stanno perché sono come dei film, anche se i registi gli attori, la troupe e il pubblico siamo noi stessi. Tra l’altro, abbiamo girato una prima versione del videoclip di questa canzone, versione che non è mai uscita, proprio lì.
2. Piramidi
Ostia è immersa nella macchia mediterranea; il secondo brano mi fa venire in mente proprio la pineta di Castelfusano, una foresta gigantesca in cui molte persone vanno a correre. La libertà della corsa, di urlare nella natura, richiama bene le sensazioni che provo mentre ascolto ‘Piramidi’, uno dei pezzi più positivi e uplifting dell’album. La canzone è un discorso a due, grazie al quale riconoscere che forse un po’ di bellezza è capitata anche nella nostra vita. Momento chiave: il coro urlato con tutto il fiato che abbiamo in corpo al minuto 1:48.
Visualizza questo post su Instagram
3. Dove? Pt. 2
Questo breve racconto, che potrebbe benissimo essere quello di un marinaio sull’albero maestro di una nave mentre guarda l’orizzonte alla ricerca di una rotta che non esiste più, è sicuramente ambientato al Pontile, che è un po’ il luogo-cartolina di Ostia: un lungo corridoio attraverso il quale la terra entra nel mare. Ai lati del Pontile c’è la spiaggia, dove spesso le persone si fermano al tramonto e forse così ha fatto anche il protagonista del brano con la sua chitarra; chissà se stava fischiando per i suoi amici o solo per sé stesso. Perché di solito questo posto è pieno di gente, ma durante il lockdown a pattugliarlo c’erano solo auto della polizia.
Visualizza questo post su Instagram
4. Letto
Tutte le canzoni di Tuttapposto sono nate in casa, ma questa è legata nel modo più profondo alla camera da letto. Rappresenta l’aspetto migliore del trovarsi chiusi in casa con la persona che si ama. In fondo, con tutto quel tempo a disposizione, va bene lo smart working, va bene cucinare, va bene ascoltare musica o guardare Netflix, ma per i più fortunati in zona rossa c’è stato anche tanto sesso. Musicalmente la canzone è dominata da un trionfo di fiati che mi fanno pensare sempre a una via di mezzo tra i Neutral Milk Hotel e John Williams. Per questo la ambienterei nella zona di casa mia, in centro, vicino Regina Pacis (il nostro Cupolone) e la zona pedonale di piazza Anco Marzio.
5. Luna
Il momento "memoria" del disco, anche se con lo scoppio della guerra in Ucraina si è incredibilmente trasformato in qualcos’altro. Pensare che i titoli dei giornali siano passati dalla pandemia a un conflitto armato ai confini dell’Unione Europea, con una crisi climatica sempre sullo sfondo, provoca sensazioni forti. Ascoltando Luna mi vengono in mente le strade fra Casa Clandestina, uno dei luoghi sociali di Ostia per eccellenza, e il lungomare all’altezza dello stabilimento Marechiaro: i posti, gli unici, in cui mi muovevo quando andavo a buttare la spazzatura durante il lockdown.
Visualizza questo post su Instagram
6. Baleniere
Questa canzone è un film all’interno del film. Scena uno: la ragazza in bici sulla pista ciclabile del lungomare, dal Curvone (il bar sulla spiaggia, che oltretutto è libera e per questo è quella dove vado al mare d’estate) fino alla rotonda dove comincia, o finisce, via Cristoforo Colombo. Scena due: via delle Baleniere, la via dello shopping lidense, in un pomeriggio come al solito particolarmente affollato ma che non è niente in confronto al periodo natalizio, durante il quale le strade sembrano quelle di Madrid la sera. Scena tre: in macchina sulla via del Mare, andando verso Roma all’altezza di Ostia Antica; qui il traffico pomeridiano è sempre spaventoso, e nel brano diventa addirittura teatro di un incidente chissà quanto grave. Ma l’azione vera si svolge all’interno dell’auto, forse persino dentro la nostra testa. L’assolo di chitarra finale è l’incendio che divampa.
Visualizza questo post su Instagram
7. Roulette russa
Facciamo inversione e torniamo vicino all’acqua: Roulette russa è una canzone di confine, per questo potrebbe benissimo stare all’Idroscalo, la zona alle spalle del porto vicino alla foce del Tevere. Per intenderci, è il luogo in cui è morto Pasolini. Dall’altro lato del fiume c’è Isola Sacra e quindi Fiumicino. È una zona particolare, di frontiera, piena di storie affascinanti e, in alcuni casi, spaventose. Puoi attraversarla solo se quella paura riesci a superarla, o se riesci a comprenderne la bellezza e a condividerla con chi quel luogo lo abita.
Visualizza questo post su Instagram
8. Dove? Pt. 1
Le "parole che non sanno camminare" di questa canzone assomigliano a foglie cadute dagli alberi, che per muoversi hanno bisogno del vento. In questo senso mi viene in mente il Parco XXV Novembre 1884, comunemente noto come Parco Pietro Rosa. È un luogo d’incontro; a me sembra il Central Park di Ostia, che in passato era devastato e in questi ultimi anni è tornato a essere molto bello.
Visualizza questo post su Instagram
9. Siderale
Siamo di nuovo in macchina, di nuovo sulla via del Mare, ma chissà come è notte e stiamo tornando a Ostia da Roma. Probabilmente siamo all’altezza di Acilia o poco prima, ma fuori è buio e non si vede bene. Potrebbe benissimo essere l’automobile che farà l’incidente di cui parlava Baleniere. La scena è quella di un litigio, ma quando tutto sembra sul punto di cadere in pezzi la macchina decolla e allora torniamo "a riveder le stelle". Perché nonostante tutto: "Se manchi tu mi manca il sangue nell’aorta".
10. Matematica
Atterriamo di nuovo, tra Acilia e Giardino di Roma. Sono due quartieri dell’entroterra; nel primo ci sono nato e cresciuto. Ci abitano tantissime persone anche se in realtà a parte le case non c’è molto. Allo stesso tempo, ricollego Matematica a Fiumicino e a Pratica di Mare, gli aeroporti dove abbiamo girato il videoclip; probabilmente perché questa canzone parla della necessità di ricominciare quando qualcosa di importante finisce, e di quanto, nonostante le difficoltà, possa essere bello farlo. E per ricominciare si può anche prendere un aereo per farlo da un’altra parte, un luogo nuovo da chiamare casa.
---
L'articolo Con i Senna è sempre Amore Tossico di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2022-04-21 12:45:00
COMMENTI