È in uscita il 6 novembre la compilation The Shape of Piano to Come vol. I, una raccolta di venti brani registrati da altrettanti giovani artisti con l’intento di mettere al centro il pianoforte, in particolare unendo tradizione classica e innovazione per evidenziare tutta la bellezza del mondo pianistico contemporaneo.
La compilation è stata realizzata dall’etichetta torinese INRI Classic, che ha voluto coinvolgere artisti provenienti da tutto il mondo e che, a partire dal 21 settembre, ha pubblicato tre delle composizioni contenute nella raccolta ogni settimana. "Volevamo superare i confini nazionali, andando a posizionarci tra le principali realtà discografiche di musica classica e neoclassica”, ci ha spiegato Pietro Camonchia, uno dei fondatori di INRI. "È un ambiente competitivo e complesso, ma siamo consapevoli di avere la curiosità e il coraggio di metterci in gioco di un neofita e la fiducia e la sicurezza di un precursore".
Ad accompagnare il progetto c’è il suggestivo artwork realizzato dal fotografo Marco Triolo, in cui ogni brano è associato alla fotografia di una strada diversa. "La parte grafica è fondamentale, sono foto originali e inedite scattate tra le strade dell’Islanda e delle Canarie, paesaggi essenziali, crudi e bellissimi al tempo stesso, dove l’uomo è in minoranza rispetto alla natura", ha commentato Pietro. "Rappresentano al meglio l’idea della musica neoclassica contemporanea, una strada battuta che però punta al futuro, verso una nuova direzione".
Nell’arco di sette mesi, INRI ha selezionato i venti musicisti da coinvolgere, dando loro come unica indicazione il titolo del disco. Dalla non ancora maggiorenne Eva Bezze all’argentino Franco Robert, con un passato nella band metal Tersivel, passando per il francese Dominique Charpentier, l’americana Lena Natalia e molti altri, ogni partecipante ha messo a disposizione il suo linguaggio musicale, la propria prospettiva su una realtà stimolante come quella della classica contemporanea.
Uno dei compositori più interessanti del progetto è il pianista italo turco Francesco Taskayali, reduce da 5 settimane sulla nave quarantena Gnv Allegra a Palermo come volontario della Croce Rossa Italiana. "Era la mia prima missione e mi ci è voluto un po’ per abituarmi ai turni", ci ha raccontato Francesco. "Il terzo giorno, un collega mi è venuto a dire che a bordo c’era un pianoforte. Io non riuscivo a crederci".
Il pianoforte, in quel difficile periodo, è stato salvifico. "Suonavo fuori dati turni e durante le notti insonni, suonavo persino per l’equipaggio, per gli altri colleghi, per i migranti. Non so quante volte ho suonato ma era l’unico modo per liberare la testa e le spalle da tante storie tragiche", è stato l’amaro commento di Francesco. "Quando hai davanti persone, tra cui minori che magari hanno perso la famiglia, che sono in viaggio da così tanto tempo verso una meta sconosciuta, delle domande te le poni. Non credo sia giusto parlare di disperazione, il disperato è qualcuno che cede alla vita, di fronte a me avevo persone che una vita la volevano, in fuga ognuno dai propri mostri".
Il mondo delle navi, questa volta con toni meno drammatici e più romantici, è il centro del brano che Francesco ha realizzato per la compilation, Love Is Likely to the Wind. "Ho ripensato a un viaggio a Capri, di un amore fugace con una ragazza figlia del mare. Fu lei a introdurmi a questa realtà, facendomi salire su diversi cargo e portandomi dalle scogliere di Dover fino ai faraglioni di Capri. Con questo ricordo di sottofondo mi sono abbandonato alla tastiera e ne è venuto un tema semplice ma profondo".
Oltre a Francesco, abbiamo parlato con gli autori di altri due brani contenuti in The Shape of Piano to Come: Igor Longhi, tastierista del gruppo reggae Makako Jump, e il duo No Mindless Scroll, formato dal compositore Carmelo Emanuele Patti e dalla violinista Isabel Gallego Lanau. Igor ha inciso Rapsodia, un valzer scritto durante il lockdown, dove si cerca di tramutare la nostalgia degli abbracci e della spensieratezza in musica; mentre I No Mindless Scroll hanno portato Alado, scritto dopo una passeggiata sui Pirenei nel nord della Spagna e ispirato a un enorme volatile tipico di quelle zone.
"Le emozioni provate durante la quarantena mi hanno portato a comporre un brano dalla melodia malinconica e dolce, con un’apertura alla speranza di poter tornare finalmente a ballare guancia a guancia", ci ha rivelato Igor. Carmelo, invece, ha descritto Alado così: "È un brano semplice, a tratti malinconico e positivo allo stesso tempo, che ci fa viaggiare sorvolando il passato, i ricordi che ognuno custodisce dentro di sé. Non essendo pianisti, l’idea di scrivere un brano per pianoforte è stato qualcosa di nuovo, emozionante, e abbiamo pensato a un brano in cui il pianoforte fosse sì protagonista, ma anche in perfetta simbiosi con lo strumento ad arco".
The Shape of Piano to Come ha vicino la dicitura vol. I, lasciando aperta la possibilità di portare avanti il progetto in futuro. "L’idea di dare un seguito a questo progetto c’è fin dall’inizio", ha concluso Pietro, "e sarebbe bello pubblicare un secondo volume già l’anno prossimo, nella speranza questa volta di poterlo presentare al nostro pubblico anche attraverso dei concerti".
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L'articolo Il pianoforte del futuro potrebbe suonare così di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2020-11-05 14:46:00
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