Da giovedì 16 marzo siamo abituati a non sentire più la musica nelle storie di Instagram e se all'inizio di questa battaglia tra Meta, la società di Mark Zuckerberg che comprende Facebook, Instagram e WhatsApp e SIAE che gestisce i diritti degli artisti iscritti, sembrava fosse una querelle di poco conto, ben presto si è trasformata in una guerra epocale che non ha altri paragoni nel resto del mondo. Il nostro Instagram è diventato muto, non è più possibile inserire la musica gestita da SIAE nell'app che (insieme a Tik Tok), è diventata negli ultimi anni veicolo per l'ascolto dei brani musicali, importantissima per il business.
La posizione di SIAE
"La decisione unilaterale di Meta di “silenziare” sui suoi social i contenuti gestiti da SIAE è arrivata come un fulmine a ciel sereno, mentre il dialogo per trovare un accordo era ancora in corso. La negoziazione è stata interrotta per il rifiuto di Meta di condividere con SIAE le informazioni necessarie alla definizione di una somma congrua per remunerare gli autori e gli editori. Le normative europee stabiliscono che gli aventi diritto debbano ricevere una somma adeguata e proporzionata per l’utilizzo delle loro opere. Meta ha imposto a SIAE una cifra forfettaria, nella formula del “prendere o lasciare”, senza fornire dettagli su come fosse calcolata. Meta ricava cifre astronomiche dalle opere musicali: queste sono tutte informazioni vitali per il calcolo di una somma adeguata e proporzionata".
Perché Meta ha fatto accordi con 150 paesi e con SIAE no?
Secondo SIAE per due motivi:
1) SIAE è verosimilmente la prima società di collecting in Europa, all’indomani della Direttiva Europea sul Copyright, ad aver avuto il contratto in scadenza con Meta. La stessa situazione potrebbe presentarsi nei prossimi mesi per le altre società di collecting in Europa, non appena i contratti che queste hanno con Meta scadranno. A oggi non è noto né quali siano questi 150 paesi, né che tipo di accordi Meta abbia stipulato.
2) Meta vive un momento critico e ha inaugurato una fase di pesante “spending review”. Lo testimoniano i licenziamenti di massa operati negli scorsi mesi, le cui motivazioni sono state spiegate dallo stesso Zuckerberg in un post pubblicato qualche giorno fa sul suo profilo Facebook. È chiaro che l’atteggiamento di Meta con SIAE ha anche a che fare con la situazione poco rosea in cui versa l'azienda di Menlo Park. Viene naturale pensare che, oltre che sulla pelle dei dipendenti, il taglio dei costi si voglia fare anche a discapito del lavoro di autori ed editori.
Perché sono sparite da Instagram anche le canzoni non tutelate da SIAE?
SIAE è titolare di contratti di rappresentanza anche con le società di autori estere. Sembra che Meta abbia riscontrato qualche difficoltà nell’identificazione delle opere che intendeva rimuovere. Oltretutto, neanche l'industria musicale italiana era stata preallertata da Meta rispetto a questa decisione, il che può aver creato non pochi problemi alle case discografiche che avevano un nuovo prodotto o album da lanciare.
Perché questa guerra danneggia gli artisti?
Questa la versione di SIAE: "Meta guadagna ingenti somme dallo sfruttamento delle opere musicali, forte anche della sua posizione dominante nel mercato. Quanto? Non lo sappiamo, perché Meta non ci ha dato informazioni sul suo business e su quanto guadagna dalla vostra musica. Già allo stato attuale, parlando di diritto d'autore, gli autori ed editori ricevono briciole da Meta". D'altro canto, la battaglia tra Meta e SIAE sta danneggiando tutti gli artisti con un disco in uscita, che non possono promuovere le propria musica sui social di Zuckerberg. Dal canto loro, gli artisti e gli editori si sono schierati praticamente in massa con SIAE (cosa più unica che rara), tranne alcuni indipendenti o senza contratto che hanno rimproverato a SIAE di averli privati di un importante canale gratuito di promozione. Dal canto suo, SIAE ha consigliato a questi ultimi di non farsi pagare in visibilità ma di pretendere ciò di cui hanno diritto. Una visione che ci sembra assolutamente condivisibile.
La versione di Meta
Meta ha accusato SIAE di aver quadruplicato il costo della licenza, rifiutandosi di accettare qualsiasi offerta inferiore a un aumento del +310%.
Cosa è successo alla musica su Facebook e Instagram
In seguito a questa battaglia, le persone, le aziende e gli stessi artisti non possono più utilizzare le canzoni per musicare post, reel, storie sia di Facebook che di Instagram. A molti contenuti di Instagram è stato tolto l'audio con un avviso che spiega sommariamente: "Questa canzone non è al momento disponibile". I video di Facebook che contenevano canzoni sono stati direttamente rimossi.
La posizione di Soundreef
Soundreef è una società concorrente a SIAE, che raccoglie i diritti d'autore in Italia. Da giovedì 16 marzo sono stati rimossi da Instagram e Facebook anche canzoni di molti autori che non sono rappresentati da SIAE, bensì da Soundreef. Quest'ultima ha diramato un comunicato in cui ha precisato che il mancato accordo tra Meta e SIAE stava danneggiando anche il repertorio Soundreef, i cui brani sono stati eliminati erroneamente da Meta. Alcuni tra gli artisti che hanno affidato la loro musica a Soundreef sono J-AX, Giovanni Allevi, Gigi D’Alessio, Marco Masini, Enrico Ruggeri, Boomdabash, Fabio Rovazzi, Laura Pausini, Ultimo, Morgan, Alejandro Sanz, Pooh, Fabrizio Moro, Paola Turci e Mario Venuti, ma anche Sfera Ebbasta, Guè, Noyz Narcos, MACE, Charlie Charles, Shablo, Rkomi, Tedua, Ernia e Ketama126 tra gli altri. Soundreef è riuscita a trovare un accordo con Meta e a vedersi ripristinata la propria musica sui social di Zuckerberg, nonostante restino al momento ancora bloccati i brani misti, di autori Soundreef insieme ad autori SIAE.
Come può risolversi la guerra tra Meta e SIAE?
Il governo italiano è intervenuto nella crisi che si è aperta dopo l'interruzione delle trattative tra Meta e SIAE per il rinnovo degli accordi di licenza, per cercare di superare le posizioni nette delle due parti e riavviare il dialogo, per limitare i danni già ingenti che società e autori stanno avendo da questa situazione, a causa della mancata fruizione della propria musica nei social più utilizzati. Il sottosegretario di Stato alla Cultura Lucia Borgonzoni ha convocato per il prossimo 6 aprile un tavolo tra le due parti per riavviare i negoziati. Ha dichiarato: "La tutela dei diritti dei nostri artisti, delle loro opere e della creatività italiana è una priorità". Nonostante entrambe le parti si dichiarino pronte per riaprire un negoziato che sia soddisfacente per tutte e due, Meta è in silenzio stampa dall'interruzione del negoziato e SIAE ha lanciato accuse piuttosto pesanti nei confronti di Meta, paragonandone i modi a quelli del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Al momento, quindi, sono tantissimi gli artisti che non possono promuovere le loro canzoni sulle piattaforme di Zuckerberg, ma anche i creatori che si vedono silenziare i video nei feed solo perché l'algoritmo ha riconosciuto in sottofondo una canzone registrata su SIAE. L'ipotesi che, allo scadere dei contratti di licenza di altre nazioni europee, altri stati possano fare insieme all'Italia massa critica per pretendere accordi più equi e remunerazione più vantaggiosa per gli artisti è verosimile, e sarebbe una battaglia epocale contro le multinazionali che utilizzano la musica dando le briciole agli autori (qualcuno ha detto Spotify?). Attendiamo il 6 aprile per capire se ci sarà una nuova possibilità di dialogo tra Meta e SIAE o se sarà l'inizio di una sorta di rivoluzione.
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L'articolo SIAE vs. Meta: tutto quello che è successo, e quello che può succedere ora di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-04-03 09:37:00
COMMENTI (1)
molto appropriato il riferimento finale a Spotify :)