Era l'evento dell'anno. Come ogni anno. E così abbiamo mandato il nostro inviato alla finale di Una voce per San Marino (già avevamo seguito le semifinali, a modo mostro), il contest dell'antica repubblica che, tanto quanto Sanremo, consegna un posto all'Eurovision. Ecco quello che non potrà mai dimenticare della serata sul Titano Luca Restivo, autore di alcune delle più importanti trasmissioni tv italiane e conduttore radiofonico per Radio Rai2. In queste terra ha ambientato il suo primo libro, San Marino Goodbye, un romanzo di piccoli Stati, grandi amori e complotti edito da Blackie.
Dopo Achille Lauro e i Piqued Jacks, la terza edizione di Una voce per San Marino è stata vinta dai Megara: una rock band spagnola, esteticamente un incrocio tra gli Slipknot e gli Evanescence, con un nome che viene dalla mitologia greca (o se preferite, dal cartoon Disney Hercules) quindi porterà i colori bianchi e azzurri alle finali dell’Eurovision a Malmö in Svezia. Basterebbe questo per definire la manifestazione e la sua internazionalità, con artisti provenienti da 36 paesi accorsi sul Titano come tappa intermedia verso la Scandinavia. Al secondo posto, Loredana Bertè e al terzo La Rua con Il governo del cuore. Aspettando quindi la vera battaglia a maggio del 2024 in Svezia, questi i 10 momenti indimenticabili della serata.
1. Per tutta la serata, tra un caffè accanto a Massimo Boldi nel bar del teatro o nel tentativo di non finire inquadrato nelle riprese delle telecamere di Citofonare RaiDue, non penserò che a questo: a una farfalla. Se lo sbattito d’ali di una farfalla in Brasile scatenerebbe un temporale in Europa, il lascito testamentario di un diacono dalmata nel 301 e la relativa nascita di San Marino ha fatto sì nel 2023 che Achille Lauro andasse all’Eurovision. E allo stesso modo, l’eredità del Santo e i 1723 successivi anni di indipendenza hanno permesso a uno dei sedici artisti di stasera di raggiungere la finalissima del festival europeo a pieno diritto e di sfidare sul campo Angelina Mango e gli altri concorrenti. Come in tante altre faccende solo all’apparenza più serie, il rapporto tra Italia e San Marino all'Eurovision è tutt’altro che pacifico: nel 2018 si pensò infatti che fossero stati i voti mancanti del piccolo Stato a far perdere Francesco Gabbani, circostanza che nonostante il furore sciovinista dei commentatori social italiani è smentita semplicemente dalla matematica.
2. Sarebbe facile ironizzare, e invece la conduzione divertente e veloce di Biggio e Melissa Greta Marchetto, un numero di canzoni limitato, una promozione turistica presente ma non opprimente, una durata umana, poltronifici molesti e soprattutto nessun fiore (manco un’orchidea o una gerbera, solo una Margherita ma è quella di Cocciante e quindi ottima) rendono questo festival non una copia in minore, ma un evento da imitare.
3. La sensazione, camminando nel foyer e ascoltando le chiacchiere prima dell’inizio dello show è – con rispetto parlando per tutti gli artisti in gara – che tutta la serata sia solo una grande attesa per l’esibizione di Loredana Bertè, l’ultima arrivata tra i BIG in gara e annunciata solo a inizio settimana. La sua salita sul palco alle 22.45 viene accolta con un grande applauso e con standing ovation finale (anche la sala stampa, composta per tutta la serata, la saluta con un applauso). Arriverà seconda. Con tutto l’amore per i Megara e per i gruppi con i trucchi matti matti e i vestiti viola che fanno il rock n roll, ci è stata tolta la possibilità del ritorno della Bertè in Svezia e di conseguenza di un momento indimenticabile all’Eurovision.
4. L’ospite d’onore della serata è Riccardo Cocciante. Nonostante le attese, non ballerà il ballo del qua qua. Almeno non sul palco.
5. Se la semifinale si è svolta all’Auditorium Little Tony di Serravalle e ha visto l’ingiusta eliminazione di Auroro Borealo e Martelli, la sede della finalissima è stata al Teatro Nuovo di Dogana, cittadina che si trova appunto a pochi metri dalla dogana tra Italia e San Marino e dall’arco che porta la scritta “Benvenuti nell’antica terra della Libertà”. Il tema della Libertà e vera ossessione nazionale ritorna anche nel claim della serata, “SOUND AND FREE”. Il Segretario per il turismo, invitato da Biggio sul palco per inaugurare la serata e visto il fervore non pare essere stato per lui un grande sacrificio, poteva a questo punto presentarsi con uno scialle sopra lo smoking con scritto “Pensati libera”, ma saggiamente non ha voluto creare una crisi internazionale.
4bis. Per quanto appaia complessa e del tutto arbitraria queste selezione che unisce sammarinesi, sammarinesi che vivono all’estero, italiani (Bertè, Marcella Bella, Jalisse, Pago e altri), per contrasto è molto semplice il meccanismo che assegnerà la vittoria: una giuria di qualità e basta, no televoto, sms e relative polemiche. L’antica terra della Libertà per il suo festival punta sul sicuro con una qualificata oligarchia e tutto fila liscio senza polemiche.
6. La serata si apre presentando la prima fila composta dalle più alte cariche dello Stato, come se a Sanremo fossero presenti Piantedosi, Santanché e Salvini (accadrà nel 2025, sempre che non lo conducano, o che non lo vincano). Si nota anche la presenza di un sosia di Al Bano in panama bianco, anche perché in un teatro l’unica persona con un enorme cappello bianco tende a farsi notare. Pochi secondi e si capirà che è veramente Al Bano e che non ricopre ruoli amministrativi a San Marino, almeno per ora. Scopriremo nel corso della serata che Al Bano era già stato ospite nella prima edizione, presidente di giuria nella seconda e che poche ore prima dello show era stato insignito dell’Ordine Equestre di Sant’Agata, una delle massime onoreficenze locali. Al Bano ha commentato “è un sogno che si avvera” e noi non abbiamo nessun motivo per dubitarlo.
7. La proiezione del video di Lugano addio omaggia Ivan Graziani, che ha vissuto a Nova Feltria, pochi chilometri dal confine. Oltre a questo, a ricordarlo sul palco c’è anche il figlio Filippo Graziani che suona La canzone dei marinai, una ballata inedita del padre e ora pubblicata nel suo nuovo album, e la sempre meravigliosa Pigro. Insieme a “Se stiamo insieme” di Cocciante, uno dei due momenti karaoke della serata.
8. Tra le storie più incredibili legate a San Marino, nazione che su leggende incredibili non è seconda a nessuno, una riguarda proprio il rapporto tra il piccolo Stato e la Svezia dove si svolgerà la finale dell’Eurovision. Nel corso dei trattati a Vestfalia alla fine della Guerra dei Trent’anni, per un disguido San Marino e la Svezia non siglarono la pace e quindi rimasero formalmente in guerra fino al 1996 quando un secondo trattato risolse la questione. Le possibilità che questa storia sia vera sono infinitesimali, ma sempre più delle possibilità dei Jalisse di vincere.
9. La canzone di Wlady feat. Corona (la cantante, non Fabrizio nè Mauro, ahimè), Ice MC con un cameo di Dj Jad che entra con ghettoblaster e giacca con logo degli Articolo 31 è il momento più Eurovision di tutta la serata e meriterebbe di andare a Malmo in rappresentanza dell’Europa tutta.
10. Nonostante le mie premure, per un attimo di distrazione pare che sia finito nelle inquadrature di Citofonare RaiDue.
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L'articolo Siamo stati alla finale di Una voce per San Marino e non potremo mai dimenticarlo di Luca Restivo è apparso su Rockit.it il 2024-02-26 13:26:00
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