(Artemoltobuffa - Foto di Snowpony)
Oggi - 30 maggio - esce "L'aria misteriosa" (Aiuola Dischi) il nuovo album di Alberto Muffato - meglio conosciuto come Artemoltobuffa. L'autore ce lo racconta in un modo del tutto inedito: un ipotetico dialogo tra il produttore del disco (un taciturno Fabio De Min dei Non voglio che Clara) e un non meglio definito intervistatore. Tra battute ironiche e surreali conoscerete meglio questo disco, o almeno ve ne farete un'idea.
Intervistatore: Signor De Min. Tempo fa lessi una recensione che mi piacque. Recitava: "Eccessivamente nudo (scelta artistica?) e monotono (il lato naif del non-suono?), il disco suona fiacco e senza sussulti. La chitarra naufraga subito tra le numerose ballate e sue derivate ravvivate qua e là senza successo in un monolite scialbo. Le pretese cantautoriali naufragano subito anche davanti alle liriche. Le perenni attese su cui questo novello Beckett ha infiocchettato il lavoro sono pallosissime. La chiave è la sospensione, non deve succedere nulla, una passività orgogliosamente esibita, una mezza pretesa di mischiare cultura pop e cultura alta (Hulk e Gadda ma solo nei titoli che altrimenti ci sarebbe da lavorare), una epica quotidiana in pseudo auto-ironia […]. In realtà questa è paura di mischiarsi/schierarsi. L'isola del Poeta in cui qua ci si rifugia è più triste di qualsiasi villaggio valtur (la simpatia dei simpatici che non vogliono passare per simpatici)." Lei produce il seguito di questo disco.
Cosa L'ha convinta?
Produttore: [...]
I: Attorno a Lei aleggia da tempo -soprattutto nell'ambiente demenziale degli "addetti"- un'aura retrò che immagino un po' la lusinghi un po' la atterrisca. So che il cantautore di cui s'occupa è stato a lungo ossessionato da questo problema -per esorcizzare la presenza d'un produttore come Lei spesso ha sbandierato, con boria e acidità infantili, la propria antipatia per gli arrangiamenti classici. Immagino che la mediocrità degli arrangiamenti di Bredariol (chitarra slide ovunque), l'insipienza di Muffato (coretti ovunque), e l'incapacità della sezione ritmica (piattini ovunque e basso sempre fuori tempo) abbian dovuto soccombere di fronte al Suo talento. A lavoro terminato, codardi come sono, diranno d'aver scritto loro anche le parti di clarinetto.
Può darci qualche indizio sul Suo lavoro di produttore? Ci può assicurare che alla fine è riuscito a fare i Suoi giochetti emozionanti con violini e pifferi? È vero che ci saranno addirittura le tubular bells e Muffato appena le ha sentite voleva buttarsi nel torrente Ardo?
P: [...]
I: Non so bene cosa aspettarmi a questo punto. Fra l'altro, l'artista raccontava d'esser allo stesso tempo contento e preoccupato che il disco si incasinasse con troppi suoni. M'ha accennato a saxofoni "tipo New York", aspirapolvere, ukulele, campanacci e sciacquoni del bagno. De Min, si sente di confermare? Secondo Lei c'è da aspettarsi più continuità o discontinuità rispetto al "monolite scialbo" di "Stanotte|Stamattina"? Gli smidollati estimatori dell'esordio, troveranno di che baloccarsi con le solite reminescenze da asilo?
P: [...]
I: Certi vizi non si correggono.
Però Muffato dice che ci sarà un brano politico "pesantissimo" nel disco. Che ci sia da aspettarsi la solita cagata sugli "operai"?
P: [...]
I: Da quanto capisco, tre sono i tipi di giudizio che verranno avanzati circa il Suo operato:
1. "De Min è un genio. Ma neanche Nigel Goldrich poteva farci nulla".
2. "Grandi Artemoltobuffa. Ma perché rovinarsi con un montanaro?"
3. "Artemoltobuffa? Musica da dolce forno. Per fortuna De Min non è veneziano."
Io già so che opterò per l'ultima. Credo invece che Muffato propenda per la seconda, mentre il produttore esecutivo (Aiuola) è più per la prima. Lei che ne pensa?
P: [...]
I: È vero che Max Trisotto è stato tre giorni a correggere le stecche?
P: [...]
I: Quindi, canzoni a parte, almeno ha cantato bene! L'altro giorno parlavo con l'Artista. Fui colto dal dubbio che volesse metter le mani avanti, addossarLe ogni colpa, arrogarsi ogni merito. Da mesi (il disco è iniziato il 1 novembre, data appropriata a simili imprese) vessa gli amici con visite intempestive. Porta tre mix stonatissimi e pretende pareri entusiastici. Se il giudizio è negativo, inizia a lamentarsi della stupidità del mondo e dell'inettezza del produttore. Gli altri -Massimiliano Bredariol (chitarre e varie altre cose), Gianluca Cucco (batterie) ed Emiliano Pasquazzo (basso)- lamentano da tempo la nevrastenia di Muffato (parlano di periodi "mestruati"). Muffato assicura che Lei ha stracciato un sacco di parti "bellissime", che Lei è un dirigista montanaro "anche quando non ha le idee chiare". Però è convinto che il disco sia riuscito a dispetto delle Sue intrusioni, malgrado cioè l'abbia obbligato a tagliare un sacco di cose che ha sempre amato (gli slide di chitarra, lo xilofono, le doppie voci, i doppiaggi strumentali). Muffato m'ha detto che dopotutto tornare al Jungle Sound sarebbe stata una figata ("almeno lì c'era un divano"). Sostiene - l'ingrato - d'aver bilanciato col suo talento di chitarrista le intrusioni dei violini e le Sue mielosità decadenti. Lei che ne pensa? Come si difende? Quante volte ha pensato di formattare tutto e scapparsene a Chicago?
P: [...]
I: Ma è vero che Muffato parla male di tutti e non si fa mai i cazzi suoi?
P: [...]
I: Sì, ho notato, ultimamente ce l'ha con Cristicchi. Una conoscente del gruppo, l'altro giorno raccontava d'aver ascoltato un po' del disco, sentendoci un che di allegro. Da Lei non ce lo saremmo mai aspettato.
P: [...]
I: In effetti, anche il Produttore esecutivo (Aiuola) m'ha riferito con stupore d'una certa positività di fondo (l'espressione utilizzata credo fosse 'lagna melodica'). Io che conosco Muffato di persona, so che è un moralista bacchettone, pieno di idiosincrasie, sia in musica che nella vita. Credo che con questo lavoro volesse produrre un disco da cantautore serioso "coi controcoglioni", ma accorgendosi di non riuscirci appieno, si sia abbandonato alla codardia dei boyscout. Gira voce che abbia ricorso a vecchi scarti per sostituire brani nuovi rivelatisi patacche. Lei che è sincero, può dirci qualcosa a riguardo?
P: [...]
I: Muffato mi ha parlato dei suoi gusti musicali. È vero che le piacciono più i Jesus Lizard di Luigi Tenco?
P: [...]
I: E i Giardini di Mirò?
P: [...]
I: Allora mi spiego una serie di cose.
---
L'articolo Alberto Muffato (artemoltobuffa) - Signor De Min lei che ne pensa? di Alberto Muffato è apparso su Rockit.it il 2007-05-30 00:00:00
COMMENTI