Lamante è Giorgia Pietribiasi. Rivelazione della musica indipendente italiana dell'ultimo periodo, è CBCR di Rockit per il 2024 e si esibirà sul palco di MI AMI Festival sabato 25 maggio. Tra le sue fonti d'ispirazione da sempre ci sono i CCCP, che aprirano questa edizione del Festival con un live semplicemente imperdibile giovedì 23 maggio al Carroponte di Sesto San Giovanni. Lamante ci spiega qua da dove nasca il suo amore quasi "religioso" per i CCCP, e quanto la band significhi nella sua formazione e per la sua storia familiare.
C’è questa storia che mi racconta sempre mia madre.
Sono praticamente nata con i CCCP.
Da piccola, come ora, facevo molta fatica ad addormentarmi.
Lei mi caricava in macchina e iniziava a girovagare per le vie del quartiere. Aveva una punto rossa. A pochi mesi di vita io mi addormentavo con l’album CCCP Fedeli alla Linea - Affinità, divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggior età.
Quando penso alla loro evoluzione: CCCP, CSI, PGR e poi il progetto singolo di Ferretti, al contrario di ciò che dice l’opinione pubblica, non ci trovo nessuna incoerenza, nessuna discrepanza. Come umano vorrei evolvere proprio come il loro progetto.
Quando ancora non sapevo leggere, mia madre mi proponeva prima di andare a letto Il capitale. Mi era vietato guardare i canali della Mediaset, per lo più quando andava bene si ascoltava Rai Radio 3 e quando andava male Radio Maria dal nonno.
MI AMI è il primissimo pezzo che ho imparato a memoria. Allora ci si metteva tutti nel soggiorno di casa ad un ora specifica della sera, ad ascoltare musica. Mio padre accendeva lo stereo. Tutti si sedevano nel divano in religioso silenzio, come se si fosse conservato il gesto ma non il contenuto di una tradizione passata. Ho questo ricordo: io che salto come un ossessa e urlo a squarciagola guardando dritto negli occhi i miei famigliari “Spermi, spermi, spermi, spermi indifferenti”, come un tempo qualche mio antenato con la stessa foga e nello stesso salotto diceva “Amen!”.
Emilia paranoica ha fatto parte della mia prima infanzia. Poi recentemente questo pezzo è ricomparso in un momento molto doloroso e importante della mia vita. Sono nel mio monolocale, sul pavimento col tappeto giallo, nuda, io piango, piango tutto il mio dolore mentre lui inizia a scattarmi delle foto. Mi metto nella posizione di Gesù crocifisso e con un’unghia lui inizia ad incidermi una croce nel petto, mentre continua a scattare. Esternare in questo modo il mio dolore e farne processo artistico mi riempie. Sento le chitarre della paranoia di una provincia lontana e prego la frase dentro la mia testa, urlata da Lindo che dice “aspetto un’emozione sempre più indefinibile”.
Annarella invece rimane per me uno dei pezzi macigno della musica italiana. Quando ho letto nel libro di Lindo com’era nato questo pezzo, l’ho accolto con un amore struggente. “La dedicherò a chi mi è più caro”, così mi sono promessa la prima volta che ho capito l’importanza di questo pezzo. Lindo racconta di averla composta tutta d’un fiato, davanti ad Annarella mentre lui in lacrime, cantava e ripeteva come un mantra le frasi che poi sono diventate questa incredibile canzone.
È il 2023 e sono sul campo di mio nonno quando per la prima volta porgo questo pezzo a qualcuno. Prima di fare l’amore, durante e dopo mi concedo come si concede questa canzone. Siamo sotto i tre alberi di mele che compongono il mio orizzonte da 25 anni. Lì mio nonno, cristiano contadino, mi aveva detto che c’era l’anima di nonna Odilla. Facciamo l’amore per la prima volta, insieme ai miei antenati, a tutti i santi che hanno pregato, sulla mia terra e sopra ai versi commoventi di Annarella: “Lasciami qui, lasciami stare, lasciami così, non dire una parola che non sia d’amore".
---
L'articolo I CCCP ci hanno fatto scoprire noi stessi, le nostre storie, le nostre radici di Lamante è apparso su Rockit.it il 2024-04-24 14:36:00
COMMENTI