Ci sono artisti assolutamente non interessati alle mode, senza riferimenti all'attualità, che se ne fregano dello spirito dei tempi. Sono artisti spesso ancora sconosciuti, e che all'apparenza sembrano improvvisare. Spesso ascoltare le loro canzoni significa muoversi in base a due tipi di sentimenti: tenerezza o ammirazione. Mykyta Tortora rappresenta questo secondo caso.
Mykyta Tortora, ex componente dei 7Mondays – band di Crotone post rock, indie-rock, shoegaze, dreampop e metal –, firma come solista If There Were, un EP di esordio pieno di riverberi shoegaze, echi emo e dolce malinconia. Con i quattro pezzi fa venire in mente i pomeriggi passati a giocare, quando eravamo ragazzi, in piccoli scantinati o garage sgangherati e polverosi ai nostri giochi preferiti: Final Fantasy, i pen&paper, Dungeons&Dragons.
Per raccontarvi questo piccolo EP di Tortora, così prezioso e intimo, vogliamo utilizzare alcune frasi tratte dal romanzo di Vanni Santoni, bravisismo scrittore italiano dei giorni nostri, che racconta nelle pagine di La stanza profonda un piccolo mondo, altrettanto prezioso e intimo come quello di If There Where.
If there where
"Il fantasy chiede la mappa più degli altri generi, ogni anno alternavate con la fantascienza ma la città del futuro è troppo enorme per essere mappata, e il mondo, fatto di collegamenti aerei e AV, non ha più ragione di essere descritto così – cosa c’è, del resto, tra Night City e Nuova Salem? Sterpaglie, viadotti, discariche, al massimo un rave… – , e ancor meno avrebbe senso per una galassia: la realtà, quando ti sposti in astronave, è ciò che sta tra un balzo warp e l’altro…".
Al primo pezzo dell’EP di Tortora associamo questa frase de La stanza profonda. In entrambi i casi, pur lavorando di sottrazione, si gioca a carte scoperte: sia Mykyta Tortora sia Vanni Santoni mettono subito in chiaro di cosa si parlerà nelle loro opere. Da un lato, Mykyta: il cuore messo a nudo di una persona probabilmente timida, che nell’intimità della sua stanza adibita a studio da registrazione riesce però a scoprirsi e a mostrarsi per quello che è, debolezze e amenità comprese. Dall'altro, Vanni: l'audacia di dire immediatamente quello che sarà il suo libro. Fantasy, goblin, stregoni e amicizia come forma di resistenza.
Birth
"E quante volte avevi considerato l'idea di spostarti ancora più in là, di lasciare l'Italia, ma non sarebbe stato spaventoso, poi, rientrare? Se ti capita di dover tornare, hai bisogno di un'Itaca, non di una Mordor”.
Anche in questo caso mettere insieme musica e letteratura, canzone e romanzo è stata una quest, una missione piuttosto semplice. L'associazione in antitesi tra Itaca – la casa per antonomasia – e Mordor – la concretizzazione dell'inferno in terra, o almeno nella Terra di Mezzo –, ben si sposa con un pezzo come Birth, forse il più sperimentale dell'intero EP.
Spring
"Dungeon non si traduce. Non si dice sotterraneo, cripta o peggio tunnel, e non solo perché un dungeon può essere indifferentemente un sotterraneo, una cripta o un tunnel. Si dice dungeon perché solo quella parola va a formare ciò che ci si attende da quel buco in terra immaginaria: un diagramma di flusso fatto di stanze e porte e trappole, passaggi segreti e mostri e scale, pozzi e sepolcri, predelle e statue (a volte anche inanimate), tane, fiumi sotterranei, tesori: insomma, l’avventura".
Dicevamo che Spring ha un ruolo fondamentale nell’economia dell’intero lavoro di Tortora. La canzone, con quel gusto dolce-amaro shoegaze, è veramente molto bella. La musica, così come i giochi di ruolo e la letteratura in senso lato, è soprattutto una questione di emozioni che muovono all’avventura o una questione di avventure che muovono alle emozioni: la musica è semplice e basilare come quando festeggi perchè riesci a battere un boss a Persona 5, ma anche quando sei triste perché sai che sta per finire il gioco.
Women
"…e ora sei qui, nella stanza, a guardare mappe, soppesare dadi, allineare matite. Qui a ricordare".
Women è un pezzo particolare, molto più romantico rispetto agli altri, ed è stato difficile trovare una medesima assonanza nelle parole, nelle frasi e nei periodi di Santoni. Poi, abbiamo fatto role-play e ci siamo lasciati guidare da un solo pensiero: che cosa avrebbero usato i personaggi del libro? La risposta è nella citazione del libro che avete letto. Guardare mappe di mondi che non esistono, se non nel nostro cuore con in sottofondo Women di Mykyta Tortora, è davvero un bel guardare. Davvero un bell'ascoltare.
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L'articolo Nella "Stanza profonda" e polverosa di Mykyta Tortora di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2020-06-28 10:31:00
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