L'11 giugno è uscito Interzona, album dei Mariposa che contiene la registrazione integrale di un concerto tenuto dalla band nello storico club veronese Interzona il 13 maggio 2005. I Mariposa avevano da poco pubblicato Pròffiti Now! Prima Conferenza Sulla Musica Componibile, che, con l’evidente riferimento al Frank Zappa di Uncle Meet, mescolava in un doppio album canzoni e parole parlate.
La band era in parte diversa da quella attuale, c'erano Enzo Cimino alla batteria, Alessandro Fiori alla voce, Enrico Gabrielli ai fiati, Gianluca Giusti alle tastiere, Rocco Marchi con chitarra e basso e Michele Orvieti, cui era ovviamente affidato l'orvietronics. Interzona testimonia anche di uno spazio che non esiste più, e di una forma di produzione e di fruizione musicale che era estinta ben prima dell’inizio dell’epoca pandemica. Gianluca Giusti di Mariposa qua sotto ci racconta cos'era quel posto e quell'epoca musicale. E cosa abbiamo perso con la sparizione di simili centri.
Interzona è la testimonianza integrale di un concerto che noi Mariposa tenemmo il 13 maggio del 2005 nella prima storica sede dell'Associazione Interzona. All'epoca suonavamo ovunque ce ne fosse l'occasione, in posti, postacci, posticini. Interzona era a Verona (e per una certa parte del Nord-Italia) un punto di riferimento per il mondo dei concerti. Ripensandoci ha dell'incredibile che in una sonnacchiosa città di provincia potesse prender vita e svilupparsi un'esperienza del genere, un luogo articolato, dove fondere cultura e aggregazione, arte e sperimentazione, socialità e riflessione.
Ancora più incredibile è che l'associazione, nata nel 1992, è tutt'ora attiva, pur essendo orfana di uno spazio fisso dove svolgere le proprie attività (fino al 2005 operò nell'iconica Stazione Frigorifera Specializzata n.10 - dove è avvenuto anche questo concerto, e fino al 2016 le attività si sono poi realizzate nel Magazzino n.22), e tale odierna attività testimonia la bontà della mission dell'associazione.
Ritornando con la mente a quegli anni possiamo però dire che tutta la provincia italiana era percorsa da esperienze simili, magari con esiti differenti, ma era ricca e variegata. Allora la ricerca di musica portava gli appassionati necessariamente fuori di casa, dato che non esistevano altri modi per poter conoscere band italiane o straniere che fossero e la nostra vita di musicisti, e quella di tanti altri colleghi, era un estenuante porta-a-porta, una vendita a domicilio, cd dopo cd, concerto dopo concerto.
Nel decennio successivo esperienze come quelle di Interzona hanno iniziato a diradarsi, sopravvivendo per lo più nei grandi centri (e cambiando spesso il proprio paradigma), lasciando la provincia e la periferia sempre più povere di proposte e di scelta. La scena alternativa ha subito pesanti batoste nell'ultimo decennio e la pandemia ha poi fermato letteralmente la musica e gli eventi.
Rendere pubblico questo live a distanza di 16 anni è un regalo che vogliamo fare ai nostri venticinque lettori ma è anche un messaggio, un augurio. Riappropriamoci degli spazi, apriamone di nuovi, rivendichiamo modalità di produzione e di fruizione differenti che una volta potevano essere la normalità, grazie a Interzona e alle altre esperienze simili sparse in tutta Italia, ma che ora scarseggiano, sotto l'attacco delle logiche di mercato. Non si tratta della nostalgia di un passato in cui eravamo più giovani – se eravamo musicalmente in forma lo giudicherete voi –, ma di avere il coraggio di un futuro differente per la musica e il far musica nel prossimo futuro.
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L'articolo La storia di Interzona è un invito a riappropriarci degli spazi della cultura di Mariposa è apparso su Rockit.it il 2021-06-11 11:13:00
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