2 agosto 1980, ore 10,25, nella sala di aspetto della stazione centrale di Bologna esplode una bomba. Il bilancio è tremendo: 85 le vittime, oltre 200 i feriti. Un attentato senza precedenti del quale, a quarant’anni di distanza, si sa ancora poco. Certo, gli esecutori materiali della strage sono stati condannati in via definitiva, ma il capitolo mandanti è ancora tutto da scrivere (intanto, nel dubbio, rispetto alla strage fascista il revisionismo galoppa, ndr).
Si è parlato di palestinesi, Licio Gelli e P2, servizi segreti deviati e non, strategia della tensione, tra tanti depistaggi, testimonianze poco o mai approfondite e atti secretati. Una ferita ancora aperta, che il mondo della canzone italiana ha provato a rimarginare. Ecco dieci canzoni sul 2 agosto, una playlist della quale avremmo fatto volentieri a meno.
MULINI A VENTO – 10:25
I Mulini a vento declinano il loro antifascismo sotto forma di un combat folk potente e arrabbiato. All’interno di quel che rimane, al momento, il loro ultimo album, il live “Buona notte Italia”, è contenuto l’inedito “10:25”. Un’ode a una Bologna sconvolta, a una città “cambiata un giorno d'estate, con quelle lancette per sempre fermate”.
FABRIZIO DE ANDRÈ – SE TI TAGLIASSERO A PEZZETTI
Molti critici, in un passaggio di Se ti tagliassero a pezzetti, hanno intravisto un riferimento di Faber, e di Massimo Bubola, coautore del testo, alla strage di Bologna. “T’ho incrociata alla stazione che inseguivi il tuo profumo, presa in trappola da un tailleur grigio fumo, i giornali in una mano e nell’altra il tuo destino, camminavi fianco a fianco al tuo assassino”. L’album in questione è quello uscito nel 1981, conosciuto come il disco dell’indiano.
LUCILLA GALEAZZI – PER SERGIO
Il Sergio citato nel titolo è Sergio Secci, attore di teatro di Terni, 24 anni, laureato al Dams. Trovò la morte quel 2 agosto, suo padre è stato per anni presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Bologna. La dedica di Lucilla Galeazzi, cantautrice svezzata da Giovanna Marini, è commossa e sentita, per nulla retorica.
FRANCESCO GUCCINI – BOLOGNA
Il non patentato Francesco Guccini, quel 2 agosto di quarant’anni or sono, doveva recarsi alla stazione: fu salvato da un’afonia che annullò concerto e relativo viaggio in treno. Nel suo classico Bologna canta: “Bologna capace d’amore, capace di morte (…), sa stare in piedi per quanto colpita”. Colpita ma non affondata.
MARMAJA – PER TUTTI QUEI SORRISI
Indomiti leoni del combat-folk, attivi sin dalla fine degli anni ’80, i Marmaja hanno dedicato Per tutti quei sorrisi alle vittime della strage di Bologna. Il testo narra di una sorta di incontro casuale tra ragazzi che si ritrovano nel capoluogo emiliano per poi imbracciare una chitarra e cantare una canzone “per tutti quei sorrisi perduti alla stazione”.
MARTIX – LE ROSE
Calabrese trapiantato in Ticino, Martin Avena, in arte Martix, scrive Le rose pensando al 2 agosto del 1980. Un pezzo autobiografico (prodotto da Gaetano Pellino, fratello di Neffa) che descrive l’incredulità di un bambino di fronte alle immagini delle macerie della stazione di Bologna trasmesse dalla televisione di Stato. Un ricordo indelebile, arrivato intatto sino ai giorni nostri.
MODENA CITY RAMBLERS – IL GIORNO CHE IL CIELO CADDE SU BOLOGNA
Ballata struggente, che prende in esame la mattina della strage, la vita di tutti i giorni in una città accaldata dall’afa e dall’abitudine. A un certo punto lo scoppio, la paura, il disorientamento: Bologna entra nell’incubo. Poi il passare degli anni, i processi, la verità che latita e sfocia nell’ennesima pagina di vergogna nazionale.
OBLIVION – LA STAZIONE DI BOLOGNA
Sembra una canzone leggera leggera col suo stile demodè, i suoi riferimenti retrò, con quei personaggi da fauna che da sempre popolano le stazioni ferroviarie di tutto il globo terracqueo: lo sbandato in cerca di monete, il clochard, la vecchietta che non ce la fa con i bagagli. Leggerezza a palate, sino a quando non arriva il finale: “Ho perso un altro treno qui a Bologna, l’orario non funziona più, fa le 10 e 25, son trent’anni che non va e chi l'ha rotto non si sa. O non ce lo voglion dir”.
OFFLAGA DISCO PAX – SENSIBILE
Gli Offlaga Disco Pax fanno nomi e cognomi: Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, condannati dopo il terzo grado di giudizio come esecutori materiali della strage del 2 agosto. “Giusva era il ragazzo più sensibile che avessi mai incontrato”, dice Mambro di suo marito. Max Collini ci ride su, ma fino a un certo punto, tra una stilettata ai Disciplinatha (“Francesca Mambro è citata nei ringraziamenti di un disco intitolato Abbiamo pazientato 40 anni, ora basta!”) e un finale amaro: “La signora Mambro e il camerata Fioravanti sono fuori di galera. Fa male ammettere che al momento vincono due a zero”. E la palla non è nemmeno tornata a centrocampo.
LO STATO SOCIALE – LINEA 30
Alberto Guidetti, in arte Bebo, è nato nel 1984. Bebo è uno dei fondatori dello Stato Sociale. Linea 30 è il racconto di quel giorno con protagonista suo papà, autista di autobus, habitué proprio della linea 30, di turno in quella mattina maledetta. Lo stile sembra quello dei già menzionati Offlaga Disco Pax ma per lo Stato Sociale la questione più urgente era quella di rendere edotte le generazioni più giovani, che della strage di Bologna sanno poco o niente. Altro che una vita in vacanza.
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L'articolo Strage di Bologna: 10 canzoni per non dimenticare di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2020-08-02 11:11:00
COMMENTI (5)
una foto
un ricordo
l'orologio di Bologna il 2 agosto
fermo alle l0,25
e la scritta
"come ripulisce le stazioni un fascista..."
Assalti Frontali
@manuel.nibale ciao manuel, il testo è molto generico, quindi è possibile. tuttavia, sbirciando in rete, si parla della storia di un uomo che perde l'udito a causa di una bomba. comunque grazie per la segnalazione!
#ionondimentico #stragedibologna
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Sbaglio o dovrebbe essere dedicata al 2 agosto anche "La Bomba" di Daniele Silvestri?