C'è una gabbia sul palco del Forum di Assago, lunghissima, che nasconde le cinque postazioni sulle quali tra qualche minuto i Subsonica daranno vita al loro ritorno nei palazzetti, dopo tanto tempo, ma soprattutto dopo un nuovo grande disco, Realtà Aumentata, che ha riportato la band torinese a sonorità compatte, oltre che a una rinnovata comunione, umana e artistica.
E infatti alle nove in punto sono i brani del nuovo disco a fare da apripista ad un set che sarà lunghissimo, oltre che memorabile. È un atto coraggioso - ci tiene a ricordare Samuel - cominciare con quattro pezzi che stanno debuttando live in quello stesso istante, e infatti dopo qualche scossa di assestamento in Cani Umani, tutto è pronto per decollare. La gabbia si solleva, e poi a sollevarsi è anche il palco, comporto in realtà da cinque pedane autonome che trasportano i cinque membri della band a diverse altezze - fino a cinque metri -, lasciando sotto di sé un groviglio di cavi, estremamente scenografici, dal gusto tremendamente apocalittico.
Ma il futuro cantato in Realtà Aumentata è immaginabile solo perché c'è stato un passato pieno di avvenimenti, e di grande musica. E allora ecco che la macchina del tempo può azionarsi, sul display si legge 1997, Cose che non ho, poi 2007, Veleno - sul ledwall esplode un florilegio di cristalli colorati, pura psichedelia distopica -, infine 2000, Aurora sogna e Liberi tutti. Il Forum è letteralmente una bolgia, sugli spalti sono già tutti in piedi, e il concerto è iniziato da mezz'ora o poco più.
Giusto il tempo di due parole e comincia un altro blocco da quattro pezzi che lascia senza fiato. La glaciazione, Discolabirinto, Nuvole rapide, Il centro della fiamma. In tutto questo ci siamo dimenticati che questi cinque matti hanno superato i cinquanta e non sembrano intenzionati a placare la furia di groove e sound granitico che si sta abbattendo sulle migliaia di persone in visibilio che stanno ballando dal minuto uno del live. Il volume è incredibile, o meglio è giusto per l'occasione, la scenografia di muove senza pace lasciando intravedere art-work creati ad hoc, che vanno da una versione A.I. di Million Dollar Baby a un'immersione nei mari ghiacciati, fino a semplici ma efficaci traiettorie luminose in bianco e nero.
Ora che il fiatone sta prendendo il sopravvento, si può decomprimere, ci si può lasciare andare con le ballad glaciali dei Subsonica. Ma stasera persino la dolcezza di Dentro i miei vuoti è attraversata da una tensione lancinante, niente è lasciato al caso, e il ritornello finale esplode, tanto per cambiare, per incorniciare uno dei momenti più altri dell'intero concerto. Vocoder sulla voce, Samuel che ci piega verso terra, Boosta sempre di spalle a danzare con le sue tastiere, Don Casacci che prende parola, e predica - bene - in più occasioni.
E un tour d'eccezione che si rispetti vuole degli ospiti che si rispettino. L'accademia del rap torinese, rappresentata stasera da Ensi e Willie Peyote, porta al pubblico del Forum una manciata di minuti di barre perfette, che soffrono della sindrome del bravo scolaro, ma che fanno pensare che un tour in salsa Nu-metal di questi due grandi mc non sarebbe per niente male. E dopo una buona versione di Aspettando il sole si può tornare al delirio, all'ultimo atto di un set che sta sfiorando le due ore.
La seconda fase dei Subsonica, tanto bistrattata quanto in realtà da rivalutare, viene rievocata in tre pezzi micidiali: Il diluvio, Benzina Ogoshi - dal vivo cattivissima e distorta al limite del possibile -, e Lazzaro. Tutti ci aspetteremmo di vedere i ragazzi scendere dal palco, fare la finta del bis, e invece no. 135 minuti di concerto senza pausa. C'è tempo per un'ultima tripletta, aperta da L'odore - altra prova della bellezza della scaletta appena sentita -, e chiusa nel più classico dei modi, Tutti i miei sbagli e Strade. E proprio quest'ultima mi lascia senza parole, come sempre, per il trasporto con cui il pubblico canta sempre il finale del pezzo, una sorta di special ascensionale che va contro le regole del climax pop. Un piccolo miracolo firmato Subsonica.
Probabilmente è il tour più importante della loro vita, per dimensioni, per impatto scenografico e lunghezza del set. Non è semplicemente un modo di presentare dal vivo i brani del nuovo disco, che live suonano più diretti, sparati in orbita da cinque mostri, che più stanno sul palco a suonare e più sono contenti. Questo tour nei palazzetti dei Subsonica sarà una nuova folgorazione, la commistione perfetta di spettacolo e musica da giganti, uno spettacolo dall'autorità elettronica da Depeche Mode, con azzardi tecnologici da Muse, senza alcuna forma di pacchianità, solo spirito pragmatico nebbioso e torinese. Se la realtà aumentata ha questo suono, vogliamo diventare sordi ballandoci dentro.
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L'articolo I Subsonica sono diventati i nostri Depeche Mode di Gabriele Vollaro è apparso su Rockit.it il 2024-04-05 11:13:00
COMMENTI (1)
Son davvero felice di aver organizzato ( anch'io over 50, cresciuta insieme a loro..) la mia trasfertona a Casalecchio, mi c8 voglio rituffare in quel mare catartico nonostante tutti questi anni. È un filo rosso sonoro al quale resto affezionata.