Il supergruppo che mette d’accordo gli hippie coi metallari

Quattro veterani della scena post (nel senso più ampio del termine) si incontrano in un vecchio casale e cadono nelle dilatazioni ipnotiche della psichedelia 60s e della musica cosmica tedesca. Nascono così i Traum, una specie di sogno venuto dallo spazio

I Traum -
I Traum -

Sembra quasi impossibile che oggi, nell'era dall'onniscienza internettiana, in cui tutto viene preso e ingigantito sotto la lente di ingrandimento virtuale della rete, in cui ogni sussulto diventa annuncio imprescindibile, esistano ancora delle band come i Traum, ignote ai più. Eppure, se non fosse stato per il capillare passaparola del quale noi della vecchia guardia siamo oramai cinture nere nono dan, il nuovo progetto che racchiude Luca Mai (Zu/Mombu), Luca Ciffo (Fuzz Orchestra, Il Lungo Addio), Lorenzo Stecconi (Lento) e Paolo Mongardi (Zeus e mille altri) – quattro delle menti più brillanti della scena (ampiamente detta) post – sarebbe rimasto sconosciuto a molti di più, relegato a ennesima band solo di culto per vecchi intaccati della musica ancora suonata.

E tutto questo nonostante la caratura dei nomi coinvolti, una trentina di anni di storia della musica italiana indipendente alle spalle, nei quali hanno fatto uscire album bellissimi (Igneo, Earthen e Morire per la patria per dirne qualcuno) ascoltati da diverse migliaia di persone, e nonostante le collaborazioni con gente come Mike Patton, Justin Pearson e Mike Watt. Oggi che le attenzioni del mercato, non è un mistero, indicano da tutt'altra parte, il futuro per il collettivo apolide, che ha un modo di lavorare e di comunicare il proprio messaggio che ricorda molto lo spirito libero del rock tedesco di fine anni Sessanta inizio anni Settanta nonché della prima psichedelia californiana, risulterà più o meno roseo in base alla nostra voglia di scoperta e alla nostra soglia d'attenzione.

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È un attimo e progetti di simil-pregio vengono fagocitati da tutto un mare di barre sul quale sono perennemente puntate tutte le luci del hype. Ovviamente la loro proposta è resa ancora più affascinante dall'innato amore per il palco e la dimensione dal vivo in generale (i soli Mai e Mongardi hanno macinato più date l'anno e per anni di qualsiasi media nazionale), al quale va anche aggiunto un gusto esotico e una particolare filosofia di vita direi quasi orientale con cui viene interpretato il rock. Traum è nato dentro un vecchio casale dove i quattro hanno convissuto a stretto contatto, come in una sorta di comune sessantottina dove musica, cibo, creatività e vita di ciascuno si sono sommati, mescolati, fino a creare un unicum denominato appunto Traum. “Traum è un termine che ci affascina per la molteplicità di significati e che, nella sua traduzione tedesca, esprime bene la tensione verso l'alto e l'invisibile che la nostra musica porta con sé”, mi spiega Luca Ciffo.

E stranamente è bello notare come non ci sia nessun ideale cicerone, nessun guru, in questo mondo sotterraneo di ombre e bagliori. Così come nella più orwelliana delle narrazioni, all'oggi, nei Traum, uno vale uno che, in un contesto completamente strumentale, è una capriola idealista che ha del prodigioso. Persino negli Ozric Tentacles c'era Ed Wynne come guida spirituale. Per la prima volta da che ho memoria non sento parlare di "progetto di" ma solo di Traum e gli auguro che la cosa rimanga tale anche qualora il gruppo trovasse una sua notorietà e una buona esposizione nazionale.

Forse la band ha capito di avere delle potenzialità e quindi si è compattata in una formazione che non ha tempo né voglia di far da cassa di risonanza all'ego di un singolo musicista o forse, ancora più prosaicamente, non gliene frega nulla di alterare i rapporti interpersonali creati negli anni seguendo le folli (e pure un po' fasciste) logiche discografiche da sempre alla cerca di veri o presunti leader carismatici. “Io credo, e immagino che i miei compagni siano d’accordo, che un gruppo debba necessariamente essere un organismo che permetta e valorizzi la partecipazione e i contributi di ogni singolo componente, quindi direi che non è una questione che ci siamo nemmeno posti, visto che per noi si tratta di un presupposto necessario ed implicito del fare musica con altre persone”.

Sia il logo che il tono generale della grafica lasciano supporre che le otto tracce siano influenzate dalla natura più kraut della musica rock e abbiano un legame stretto con l'ambiente dove sono state create. Vi basti fare un raffinato raffronto con alcune copertine dei primissimi Tangerine Dream o mezza produzione krauta e cosmica in generale. “La volontà in realtà era di far quello che ci veniva spontaneo ed evidentemente avevamo tutti voglia di fare una musica aperta, mirata al coinvolgimento positivo di chi ascolta. Di sicuro abbiamo tutti una base di ascolti molto legata al periodo a cavallo tra anni ’60 e ’70, ma non ci siamo messi a suonare dicendoci: 'Dobbiamo fare musica cosmica': è venuta da sé, spontaneamente. Aggiungo che “musica cosmica” per noi non è solo quella tedesca, ma anche tantissima altra musica che rechi con sé un potenziale di trasporto su altre frequenze”.

Ci sono pure degli elementi che lasciano intravedere che i Traum abbiano un punto di vista politico nel loro messaggio sonoro, visto che il disco omonimo uscito il primo marzo per la Subsound Records si apre con una traccia intitolata Kali Yuga il cui simbolismo con il presente pare essere molto esplicito e inoltre la futura programmazione dal vivo tra marzo e aprile sembra prediligere neanche troppo sottilmente i CSO come il Cox di Milano e i piccoli/medi club con un'etica ben precisa come il Nadir di Padova o il Bronson di Ravenna e senza contare la dichiarata militanza di due ex-Fuzz Orchestra nella line-up. “Bisognerebbe andare a ritroso e capire che cosa si intende per “periodo covid”, comunque il disco è stato registrato ad ottobre del 2022. Più che una visione politica, ci interessano molto la storia e gli accadimenti della nostra contemporaneità, verso cui ci approcciamo con una visione che cerca di andare oltre le apparenze. Questo poi permea ogni aspetto della nostra vita, quindi sicuramente anche quello musicale”.

Oltre a questo i Traum hanno già all'attivo già una decina di date nel periodo estivo scorso nelle quali si sono sicuramente fatti un'impressione del loro pubblico vecchio e nuovo. “Le date sono state tutte molto belle, la nuova musica è stata accolta in maniera molto positiva e ha probabilmente destato sorpresa, e forse anche disappunto in qualche caso, in chi si aspettava qualcosa di diverso da noi, visti i nostri trascorsi. Ma questo è per noi una cosa molto positiva, perché crediamo sia una cosa bella, e ormai rara, rimanere stupiti di fronte ad un concerto”. Sarà il loro aspetto da metal-hippie o proprio perché i titoli delle canzoni respirano nelle pieghe una fragranza mistica (Eterno ritorno), estatica (Antartic Dawn) e trascendentale (Infraterrestial Dub) nonché onirica ("Erwachen" in tedesco vuol dire risveglio) ma i Traum sembrano volerci acutamente ricordare che la musica in qualche modo dovrebbe essere sempre spirituale e a volte anche rituale. Come un tempo insegnavano entità come Magma o Ash Ra Temple o Gong o anche i Can.

Non è poi certo se vogliano avere una valenza universale, ma voglia di raccontare se stessi e manifestare i loro spiriti sicuramente sì. Questo modus libero si deve poi essere tradotto in lunghe improvvisazioni nella prima parte della loro carriera, i giorni del casale di cui parlavamo. La parte  maggiore del loro lavoro nasceva come flusso continuo in forma di lunghe jam e soltanto in seguito la band è giunta a una forma ci canzone più canonica, concisa e strutturata. Ma il retaggio dell'antica propensione verso l'ignoto si può ancora cogliere in vari punti del disco, penso ai dieci minuti di Katabasis ma anche alla fotonica Inner Space, e sicuramente dal vivo. Motivo ulteriore per non privarsi di questo ascolto e di questi concerti.

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L'articolo Il supergruppo che mette d’accordo gli hippie coi metallari di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2024-03-13 10:00:00

Tag: album

COMMENTI (3)

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  • latitante 8 mesi fa Rispondi

    Grazie!
    Di solito lascio la pubblicità per supportare i siti, ma qui è davvero tantissima!

  • ivan.b.zamellisar 8 mesi fa Rispondi

    @latitante metti adblock! Rimangono spazi bianchi...vuoti...

  • latitante 8 mesi fa Rispondi

    Gli articoli sono interessanti come sempre, ma ultimamente faccio fatica a trovare le parole in mezzo alla pubblicità. È successo qualcosa oppure ho preso un virus?