Giovane cantautrice originaria di Modena, Sara Ammendolia in arte Her Skin ha pubblicato il suo primo disco "Find a Place to Sleep" nel 2018 per l'etichetta indipendente WWNBB; canta in inglese e la sua musica è eterea, sospesa; la delicatezza della sua voce poi è la chiave di lettura finale. L'ultimo singolo, "confident", è una terapia di fronte alle pressioni che la circondano, fino a ritrovare quella fiducia che serviva per riprendere fiato.
Her Skin ha partecipato anche quest'anno all'SXSW, festival musicale e cinematografico che si tiene ad Austin, in Texas, dal 1987. Qui ci racconta sensazioni e ricordi di quell'esperienza, dopo un anno tremendo – il 2021 – durante il quale, però, ha registrato il suo secondo disco (che ascolteremo al MI AMI Festival il 29 maggio, al Circolo Magnolia)
Il 2021 è stato un anno molto duro, forse il peggiore che io abbia mai vissuto finora. Ho pianto almeno due volte a settimana per un anno intero, mi sono sentita depressa come mai prima, ho avuto tante crisi esistenziali, ho cambiato quattro case in tre città diverse e, nonostante tutto, non mi sono mai sentita di appartenere veramente a nessuna di queste.
Da piccola pensavo che sarebbe stato il mio punto di forza: saper cambiare, l’essere adattabile sempre a qualsiasi situazione, ma ora non ne sono più tanto sicura. Una cosa buona, in questi dodici mesi, però c’è stata: ho registrato un disco che amo immensamente. Non scherzo quando dico che la musica è veramente ciò che mi tiene in vita, ciò che ha fatto della mia esistenza qualcosa che amo, la maggior parte del tempo.
Le tre cose più belle che mi sono capitate nella vita, in ordine di importanza, sono: aver conosciuto WWNBB (la mia etichetta), essere partita in tour da sola per un mese a diciotto anni ed essere stata scelta per suonare a SXSW.
L’industria musicale in Italia è veramente complicata. Sei sempre troppo donna, troppo piccola, troppo di provincia, canti nella lingua sbagliata nel Paese sbagliato. Invece, SXSW ti fa sentire a casa, ti mette a tuo agio, ti accoglie un po' per quello che sei.
SXSW è un festival che si svolge in giro per tutta la città di Austin, Texas. Letteralmente, ogni spazio di terreno calpestabile diventa una venue, dai parcheggi ai ristoranti BBQ. Abbiamo suonato addirittura su una barca! In movimento! Lungo il fiume Colorado!
Ogni artista che stai ascoltando in quel periodo si trova nella tua stessa città. No, dico davvero: pensa a un artista che ti piace e cercalo nella line-up. Lo troverai. Magari succede che sei lì in coda per ritirare il tuo hamburger vegetariano e ti ritrovi le Wet Leg in fila dietro di te.
A SXSW tutto succede contemporaneamente: un errore che puoi fare è quello di non essere ben preparata. Ci sono eventi ufficiali, eventi non ufficiali, house shows in giro per tutta la città. I tre gruppi che sono riuscita a sentire e che mi sono piaciuti di più, in ordine cronologico, sono stati: Yard Act, Pillow Queen, Sasami. I miei tre locali preferiti, invece: lo storico Mohawk su Red River Street, il Cheer Up Charlie’s proprio lì accanto, e la British Music Embassy nel cortile di Cedar Street.
Poi c’è Rainey Street, che è una delle strade più trafficate di tutto il festival. Sembra una strada come tutte le altre, nemmeno troppo lunga, ma ha casette di legno una accanto all’altra su entrambi i lati che nella settimana del festival si trasformano in locali. I tre concerti che ho amato di più in quella strada sono stati: Gustaf, Newdad, Wet Leg. Peccato aver perso i Black Lips. Una cosa incredibile è che ci abbiamo suonato anche noi, in una di quelle casette.
È strano, quando ci ripenso: stare così male per così tanto tempo e avere poi l’occasione di suonare le cose che hai vissuto nella tua cameretta di provincia in un contesto del genere. In Texas. In America. È liberatorio. Mai, mai e poi mai nella vita mi sarei aspettata di vivere un’esperienza come questa. Mai avrei pensato di vedere come la tradizionale accoglienza texana può mescolarsi a tutto ciò che di emozionante sta succedendo nell’industria musicale mondiale.
Secondo me non siamo mai completamente consapevoli delle ispirazioni quando le riceviamo. Sto scrivendo questo diario seduta sul mio pavimento di Bologna, con un po’ di malinconia perché il ritorno alla realtà è sempre un po’ complicato. Non ho ancora scritto canzoni da quando sono tornata, e mi sembra quasi di non aver vissuto quell’esperienza per davvero. Sento però che qualcosa in me è cambiato.
Il 2021 è stato un anno molto duro, di sicuro il peggiore della mia vita finora, però il 2022 è già un anno che amo. Non so come possa sentirti tu, a leggere queste parole ora, però io, a scriverle, mi sento cresciuta. Come artista, come persona. Fa bene, secondo me, sentire così tanta musica in così poco tempo. Quattro, cinque, sei concerti al giorno. Tornare a sentire addosso il calore della musica dal vivo.
E a te, che hai letto fino in fondo, auguro di vivere la stessa esperienza incredibile: di sentire quest’anno più concerti dal vivo possibile, di visitare tutti i festival del mondo. Perché il tempo passato così, sempre secondo me, non è mai tempo sprecato.
---
L'articolo Al South by Southwest con Her Skin di Sara Ammendolia (Her Skin) è apparso su Rockit.it il 2022-04-08 14:00:00
COMMENTI