Tana Combinaguai emo a perdifiato

Voce, chitarra acustica e poco altro. Stefano canta, urla, parla a sé stesso in un EP di 13 minuti che racconta la necessità e la paura di uscire dall’adolescenza per andare nel mondo reale. L’emo è di nuovo tra noi

Tana Combinaguai, foto di Stefania Carbonara
Tana Combinaguai, foto di Stefania Carbonara

Stefano Giacomazzi ci vuol far piangere, questo si capisce già dall'Intro del suo primo EP pubblicato sotto il nome d'arte di Tana Combinaguai, che si intitola Hai mai corso una maratona lunga 16 anni? e svetta tra le tante uscite che affollano il bollettino del venerdì perché ha quella cosa che spesso viene svenduta nelle recensioni o nelle analisi dei dischi: l'urgenza. Ha qualcosa da dire e la dice pure bene, nonostante sappia lontano un miglio di disco homemade registrato in cameretta con la chitarra acustica, qualche percussione e poco più. 

13 minuti bastano per entrare nella storia di un'adolescenza vissuta a perdifiato di un nuovo adulto che gioca a fare il bambino un'ultima volta, per trovare quelle consapevolezze che servono per crescere, e a proposito di crescita, all'interno di queste canzoni appena disegnate, come schizzi di un'illustrazione non finita, ci si trovano dentro tutte le influenze che servono per crescere in questi anni difficili, dai Fine Before You Came a I Cani passando per i Tre Allegri Ragazzi Morti e i Verdena, più tutto il comparto emo dai Riviera ai Delta Sleep. Non tanto nelle canzoni, nelle melodie o nell'arrangiamento, quanto nell'intenzione, in quella foga che lo fa urlare e in quell'apertura che lo fa parlare con sé stesso davanti a tutti.

Foto di Stefania Carbonara
Foto di Stefania Carbonara

Mi metto sotto le mie coperte,
senza vestiti per apprezzare il calore che
si crea tra me e le lenzuola
nelle prime notti di freddo. Penso
cosa possa andare storto in tutto ciò che sto facendo. Penso
alla gente che sta crescendo e io che rimango fermo, che incasso i colpi, soffro immobile e pianto le
radici per non cadere,
non pensando che poi muoversi sarà un problema. Sogno
la mia vita a km di distanza,
con l'amore di una vita attorno.
Le voci straniere, e le sicurezze delle porte che hai costruito come un riparo sicuro dal mondo che
non vuoi.
Allora dovrei prendere e partire, non aver paura di niente.
Respirare negli spazi aperti e meditare
su chi sono e cosa voglio.
Ritrovare se stessi
nel tempo che scorre e che non smette
di andare avanti, apprezzare ciò che è stato
e sorrider sulle lacrime.
Mi piace pensare al fatto che quel momento arriverà presto, e ti giuro Stefano, che sarò la persona
più fiera di questo mondo quando ti vedrò sorridere, ma veramente.

Le parole dell'Outro con cui Tana Combinaguai fa il punto della propria situazione toccando anche le corde degli altri, di noi che lo ascoltiamo fuori dalla scatola, perché negli ultimi anni sappiamo bene il significato della parola "paura" e conosciamo il desiderio di rintanarci, chiuderci a riccio per rifiutare la realtà. 

 

Questa sensazione è descritta bene nelle sei tracce del debutto di Stefano, che ha già suonato nella band emocore Saam, è stato in tour con i CRTVTR in tutta Europa e da qualche anno organizza concerti punk nei centri sociali e nei locali di Genova. La sua musica però non è punk, prende più dai Dashboard Confessional che dall'hardcore per intendersi, si mette a nudo per colpire con le parole più che con le chitarre distorte e in una playlist, i suoi pezzi ti fermi ad ascoltarli.

L’EP, di cui verrà stampata un edizione limitata in tape da Non Ti Seguo Records, è stato registrato al Room Studio di Genova da Alberto Scalzi che ne ha supportato produzione e arrangiamento seguendo il progetto fin dalla sua nascita. Tutte le canzoni sono state interamente scritte, prodotte e arrangiate in primis dallo stesso Stefano (ad eccezione di Giganti che vede la co-produzione di
Eames e DAB). Buon ascolto, tenete a portata di mano i Kleenex.

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L'articolo Tana Combinaguai emo a perdifiato di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-03-10 11:23:00

Tag: album

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