Tananai non è affatto un meme

Dopo l’incredibile parabola dall’ultimo posto di Sanremo alla fama (passando per Fedez), l’artista milanese era chiamato alla prova del disco. Abbiamo ascoltato “Rave, Eclissi” per vedere se oltre all’hype social nella sua musica c’è della sostanza

Tananai, foto di Mattia Guolo
Tananai, foto di Mattia Guolo

C'è stato un tempo in cui chi mi avesse chiesto di ascoltare di seguito 15 canzoni di Tananai l'avrei guardato come Putin guarda la democrazia, eppure il suo album Rave, Eclissi è arrivato sulla mia scrivania (leggi: Spotify) e ho deciso di dargli fiducia, per analizzare e capire il fenomeno dietro Alberto Cotta Ramusino, classe 1995 che dal nulla o quasi arriva al Festival di Sanremo del 2022 con l'inno dei cazzoni Sesso occasionale, sbanca arrivando ultimo e prendendola come se avesse vinto la Champions League, poi infila una serie di singoli di platino come Baby Goddamn e La dolce vita (il tormentone dell'estate insieme a Fedez e Mara Sattei) e poi arriva al primo album di inediti mischiando di nuovo il mazzo, con un singolo capace di strappare il cuore dei teenager e di quelli che sono rimasti tali pure crescendo, dal titolo Abissale, col video che è stato oggetto di titoli di giornale per la performance che vede il cantante fermo mentre la gente che passa si fa i selfie con lui . 

Ci sono due versioni ben definite di Tananai nel suo disco ed è lui il primo a descriverle: "RAVE, ECLISSI è il sunto delle due anime che fin dall’inizio del mio progetto ho deciso di inserire nelle canzoni. C’è la parte più cazzona, leggera, quella che forse nell’ultimo anno ha permesso alla maggior parte di voi di conoscermi: il Rave. Ma dopo la festa c’è sempre il down, l’Eclissi, il mio lato più introspettivo. L’unica cosa che accomuna questi due aspetti di me è il mettermi sempre a nudo e mi sono ripromesso che lo avrei fatto con ogni aspetto della mia vita".

 

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È un album schizofrenico e per questo intrigante, proprio per la doppia vita simile a quella di Dr. Jekyll che piange e si dispera per un amore finito durante il tramonto ma che, appena cala il sole, si trova intrappolato nel corpo di Mr. Hyde in botta piena tra le luci sparate di una discoteca. Tananai ha la faccia come il culo e questo per me è un complimento, perché viene fuori da tutto un mare magnum di itpop uguale a se stesso (in cui lui stesso era invischiato fino a non troppo tempo fa) con nuovi elementi che vengono dalla scena dei club e altri puramente pop.

Mischia elementi acustici come nell'unico duetto con Ariete chiamato Campo minato e casa dritta in Quelli come noi e Esagerata o i beat hip hop anni '90 in Piccola Gabber, le parole ritmiche alla Dargen ne Gli anni migliori (futura hit? ma poi potrebbero esserlo tutte) e lenti space pop come la title track, pezzi di rock futuristico come Maleducazione e poi i lenti canonici, quelli che fanno accendere tutte le torce dei cellulari nei palasport: Tre quarti, Abissale, Fottimi

I suoi testi sono come la sua faccia, da schiaffi, eppure sono talmente sparati in faccia che fanno simpatia, la sua musica pure e leggendo i credits, è un album fatto praticamente in casa, in cui Tananai scrive tutti i pezzi, si occupa delle programmazioni, del piano e lascia poco spazio ai musicisti aggiunti, che fanno la loro parte senza troppo interferire. Ah, va da sé, il disco contiene tutti i singoli che hanno fatto la sua fortuna finora, pure quello sanremese.

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Ecco, questo è il tipico caso in cui un artista lanciatissimo, in orbita Fedez e amici di Fedez, potrebbe giocarsi la carta "canzoni tutte simili al singolo famosissimo per sbancare senza farsi tanto il mazzo" e invece ha voluto vedere come avrebbe risposto il pubblico mostrando tutte le sue facce. Il risultato finale è artisticamente più interessante di quanto avrei voluto ammettere, perché anche se non è esattamente il tè che ordinerei nella proverbiale sala, quantomeno ha la capacità di sorprendere senza annoiare.

Certo, se vi aspettate un cantante canonico che prenda tutte le note come un pianoforte ben accordato e che non calchi la parlata street milanese facendola diventare una succursale del corsivo, siete nel posto sbagliato. Dove sta andando? Sembra in un posto in cui il cantautorato italiano (per quanto scazzato e urbano, quello è) incontra tutte le varie influenze che hanno caratterizzato gli ascolti di uno nato nel '95 a cui piace andare a ballare. Ci sta.

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L'articolo Tananai non è affatto un meme di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-11-28 10:11:00

Tag: album

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