C'è un videoclip italiano in ballottaggio per i Grammy. È quello di Cannonball di Taoma, diretto da Vonjako (Andrea Giacomini, regista e fotografo che vive a Los Angeles), e si gioca un posto nella sezione Best Music Video ai Grammy. Il brano fa parte del suo primo Ep di inediti, Estremo, disponibile da giugno per GARBO Dischi/Sony. È soul e pop, con una ricerca di vocalità importanti e un immaginario epico. Ad arricchire il pezzo, come detto, il videoclip, nato interamente da una sua idea. Taoma ha curato location, costumi, storia, produzione. Poi ha coinvolto il regista, per dare forma a questo suo "inno a chi si sente fuori luogo e viene criticato perché non rientra nella norma".
Taoma è il progetto di Tommaso Gimignani, musicista e cantautore romano classe '93. Tommaso è figlio d’arte: suo padre è l’attore Alberto Gimignani e sua madre l’attrice e documentarista Barbara Cupisti. Anche lui ha recitato, e lavorato a numerosi documentari in giro per il mondo. Ma non ha mai mollato la musica, sua grande passione che ha studiato sin da ragazzo. Ora l'ep e questo pezzo - e video - di cui vogliamo parlare con lui.
Da dove nasce l'immagine del cannonball? quando ti è venuta in mente per la prima volta?
Sembra la frase di un film, ma nacque tutto da un seminterrato a Washington D.C. , dove vivevo li allora. In realtà quando stavo buttando giù i primi accordi non c’era ancora un testo e intonavo parole in ‘gibberish’, ma l’unica parola che venne subito fu proprio "Cannonball", li nello stesso punto dove si trova ora nel ritornello. Sebbene fossi certo di cosa evocasse il brano non avevo ancora delle parole precise, avevo però chiara l’immagine del volo e dell’esplosione, che sono poi gli elementi attorno ai quali ho creato tutto il resto. Suonerà scontato, ma ho sempre ricollegato il tutto a La Donna Cannone di De Gregori, infatti la prima idea per il video fu proprio quella di farsi lanciare dal cannone. Gli mancava però l’elemento di ricostruzione e di rinascita, perciò ho optato per delle ali fai da te e un lancio nel vuoto.
Il pezzo è un inno a chi è fuori luogo. Autobiografico?
Decisamente autobiografico, tuttavia credo possa raccontare la storia di chiunque si senta cosí. Il mio posto nel mondo devo ancora trovarlo ed è un sentimento meno banale di quello che si pensi. Fin da piccolo avevo capito che la società nella sua forma attuale non mi rappresenta, molta gente che si sente cosí finisce per isolarsi o peggio, smussare le proprie particolarità per riuscire ad essere più digeribile per gli altri. Potrei parlarne per ore, ma il sistema è pensato prevalentemente per le persone neuro-tipiche che riescono ad andare da punto A a punto B, Cannonball è per quelle persone che non pensano in linea retta e se proprio lo devono fare, lo fanno con un paio di ali meccaniche e uno zaino pieno di sogni troppo grandi per volare.
Musicalmentesi sente una forma di "bel canto" che in Italia quasi non si trova più.
Non si trova più perché la musica di oggi parla del mondo in cui viviamo, nel bene e nel male. Io invece sogno di scrivere la musica di un mondo che deve ancora venire, partendo però dagli elementi che, secondo me, sono stati l’apice dell’immaginazione e del sentimento musicale dell’uomo, tipo i cori, il soul e il gospel, la musica classica e i musical, le pentatoniche e il rock, l’elettronica. Faccio pop, ma in un certo senso mi sento più neoclassico, credo che a collocarmi alla fine sarà solo il tempo.
Sei un musicista prestato al cinema o il contrario?
Sono un musicista. Amo il cinema e amo costruire personaggi, ma nella musica non riesco a non essere me stesso. Le tengo come passioni parallele che si contaminano a vicenda, ma sempre e comunque distinte.
Venire da un ambiente familiare in cui cinema e tv sono stati di casa in che modo ti ha formato?
La cosa più importante che mi ha dato è la capacità di non limitare la mia immaginazione a ciò che risulta più facile da realizzare ma di riuscire a spingere oltre la comfort zone, di non cercare solo la perfezione ma accettare la crescita attraverso la creazione costante di cose nuove. Ah giusto, anche di fottermene delle critiche negative e andare dritto per la mia strada. Seguo solo strade che hanno un cuore, se avete letto Castaneda sapete di cosa parlo.
Hai fatto tutto tu per quanto riguarda il video. Perché hai sentito questa necessità?
Ho fatto tutto io nel senso che ho insistito per un’idea difficile da realizzare in poco tempo e con il budget che avevo a disposizione, avevano tutti un po’ paura che crollasse da solo. Se convinci un team a seguire una tua idea devi lavorare più di tutti gli altri per far si che si realizzi al meglio. Serviva una location da paura, trasporti, pernottamenti, il cibo e soprattutto delle ali di 2 metri, ho solo messo insieme i punti per arrivare al risultato finale. Questo non vuol dire che io l’abbia fatto da solo, anzi, senza il lavoro di tutti, le capacità di Vonjako e le ali che mi ha costruito la mia amica Elodie non ci sarei mai riuscito. Li ringrazio per essersi fidati di me.
Quale la cosa più difficile e quali i momenti più entusiasmanti della lavorazione del video?
Senza girarci attorno, amo le storie di personaggi che si sono fatti da soli, tipo Icaro, Batman e Iron Man. La mia parte preferita nei film di supereroi è quando si assemblano l’armatura, quindi avevo questa forte immagine di me che saldavo i pezzi di questo meccanismo che sarebbero poi state le mie ali. La parte più difficile è stata sicuramente la gestione delle ali, soprattutto nella rincorsa prima del lancio ho rischiato di scivolare un paio di volte dal dirupo, fortunatamente non è successo. Un’altra parte molto difficile è stato girare le scene in bicicletta in quelle strade di montagna, passavano i pullman a cannone e non avendo modo di farmi vedere più di tanto ho rischiato di essere travolto, ma siamo stati bravi. La cosa più entusiasmante è stata decisamente girare in questa mega cava di marmo abbandonata, mi dava dei vibes tipo l’ingresso a Khazad-Dûm, if you know you know.
Quale è stato il contributo e il ruolo di Vonjako?
Ho conosciuto Vonjako tramite il mio producer e caro amico, Lobbe. Mi serviva un video per completare la domanda a Sanremo giovani, ma è uscito talmente bene che è rimasto come video ufficiale di Anche Così. Da li abbiamo pensato un secondo video, più elaborato e con una trama più fitta, così è nato il video di Specchio. La trama fu tutta una sua idea, io ho solo pensato alle location. Dopo Specchio però serviva un video che andasse ancora oltre, proprio per uscire del tutto dalla mia comfort zone. Avevo bisogno di dimostrare a me stesso che potevo farcela a realizzare una mia idea, per quanto strana e poco pratica, cosí è nato il video di Cannonball. Vonjako è un regista straordinario e ha un occhio e un gusto artistico molto compatibile con la mia visione, senza le sue skills e la sua fiducia non sarei mai riuscito a portare alla luce queste idee che fino a poco fa erano solo nella mia testa. È grazie a lui se adesso Cannonball non solo è un video con una vita propria, ma è anche in ballottaggio ai Grammy nella categoria Best Music Video.
Come funziona per i Grammy?
Per i Grammy è semplice, siamo in ballottaggio. Esiste una giuria selezionata che vota i progetti e se si prendono abbastanza voti c’è la possibilità di ricevere una nomination. È una sensazione incredibile perché non me lo aspettavo proprio, poi fa ridere perché nella mia stessa categoria ci sono anche artisti come Taylor Swift e altri big, ma proprio big, ed Io accanto a loro con le mie splendide ali fai da te. Vediamo dove ci porta il vento! Come ho già detto, siamo noi a definire i limiti della nostra immaginazione.
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L'articolo Taoma si mette le ali di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-10-15 10:56:00
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