Qualche anno fa ho avuto il piacere d'intervistare Teho Teardo insieme a Blixa Bargeld ed è stata un'esperienza davvero interessante. "Cantare il nero per scacciare l'oscurità" dicevano, una poetica che mi vede assolutamente in empatia. Stavano portando in giro l'album Nerissimo (2016), frutto di una collaborazione che dura saltuariamente dal 2013 e che ha partorito solo opere d'arte, ma è facile parlare di arte quando c'è di mezzo Teardo. Nel marzo di quest'anno è uscito il suo ultimo album Grief Is The Thing With Feathers, la cui musica appare nell'opera teatrale diretta da Enda Walsh (col quale aveva già collaborato in Ballyturk) con Cillian Murphy (il protagonista di Peaky Blinders), che appare anche nella copertina dell'album. Il disco e lo spettacolo sono ispirati dal libro "Il dolore è una cosa con le piume" di Max Porter. Un disco strumentale che fa venire i brividi di opprimente bellezza. Gli archi arrangiati da Teardo sono inconfondibili, le sue melodie trascendono il nero per diventare eteree come canti di sirene tanto ammalianti quanto pericolose.
"La musica di "Grief Is The Thing With Feathers" - scrive Teho Teardo - mi ricorda la mia infanzia. Suona come la perdita di un genitore. Suona come giocare con mio fratello. Suona come quando ascoltavamo le conversazioni degli adulti. Suona come crescere, fare errori, scrivere delle cose e farle saltare in aria, fare degli sbagli, riprovare ed innamorarsi."
Teho Teardo, classe 1966, è una splendida anomalia nella musica italiana. Probabilmente è conosciuto più all'estero che da noi, grazie alle sue collaborazioni con veri e propri dèi della musica sperimentale a tutti i livelli, come Nurse With Wound, Cop Shoot Cop, Zeni Geva, Ramleh, Pacific 231, Alexander Bălănescu, James George Thirlwell, Motus e il già citato Blixa Bargeld, leader degli Einsturzende Neubauten e storico chitarrista di Nick Cave & The Bad Seeds.
È uno dei nomi di spicco della scena post-industriale italiana degli anni '80 con l'etichetta M.T.T. Records, nei 90s fonda i Meathead con cui coniuga elementi totalmente opposti come industrial e hip hop, strumenti convenzionali come le chitarre elettriche e altri che producono rumori assordanti. Un suono che va forte da altre parti d'Europa o negli Stati Uniti e che Teardo contribuisce a rendere familiare anche da noi. Dopo varie collaborazioni di genere (Scott McCloud dei Girls Against Boys, Mick Harris di Scorn, ex Napalm Death), vira per trovare la sua nuova voce e si specializza in colonne sonore meravigliose per film mai banali.
Inizia da Denti, lo strano body horror psicologico di Gabriele Salvatores (2000) insieme a Federico De Robertis, col quale collabora anche per Alice è in Paradiso di Guido Chiesa (2002), poi si mette in proprio e tocca delle corde emozionali che più tese non si può: musica L'amico di famiglia e Il Divo di Paolo Sorrentino (2006-2008), alcuni documentari e la mini-serie Quo vadis baby di Guido Chiesa, Una vita tranquilla di Claudio Cupellini (2010) e, tra i tanti da citare, Diaz - Don't Clean Up This Blood di Daniele Vicari (2012). Scelte artistiche e insieme politiche, che con lui non sono scindibili.
In contemporanea con le colonne sonore, continua a registrare composizioni originali come lo splendido Music for Wilder Mann del 2013 e a musicare opere teatrali come Viaggio al termine della notte (tratto dal romanzo di Céline) con Elio Germano. Nel caso non vi siate mai avvicinati alla musica di Teho Teardo, questo recap dovrebbe farvi venire un po' di curiosità. Ridurre in poche parole le suggestioni dei vari viaggi sonori che Teho Teardo intraprende è riduttivo, ma per iniziare dovreste pensare a una corrispondenza tra la musica elettronica, la chitarra baritono, gli archi e i fiati all'interno di composizioni minimali, mai barocche o ridondanti ma taglienti come rasoi, anche quando le armonie disegnano sinusoidi drammatiche o sospese. Un sound che ha dalla sua un'immediata riconoscibilità in mezzo agli altri compositori contemporanei.
Dopo l'estate uscirà un altro suo lavoro, prodotto dalla Fondazione Feltrinelli e ispirato agli spartiti musicali contenuti contenuto dentro le pagine dell'Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, giusto per non essere mai banale. Teho Teardo è così, non ama i compromessi e riesce ogni volta a cambiare pelle per rimanere se stesso, una dote che hanno solo i più bravi.
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L'articolo L'importanza di Teho Teardo di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-07-26 16:03:00
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