Leggi i testi dell'album "Questo dolce museo" di Alessandro Fiori

Il prossimo 20 settembre esce "Questo dolce museo", il nuovo album di Alessandro Fiori. Ecco i testi in anteprima.

- Foto di Gabriele Spadini

Il prossimo 20 settembre esce "Questo dolce museo", il nuovo album di Alessandro Fiori. Ecco i testi in anteprima.

Scusami

scusami se ti ho svegliata per vedere un alba del cazzo
non so mai come si fa a fare il pavone
scusami se ti ho svegliata e tu sognavi
Hemingway felice nella val Tidone
scusami ero già in piedi da un pezzetto per andare a pisciare
credimi non mi dispiace Il vecchio e il mare
scusami mi son permesso solo di farti un regalo
l’unico possibile col mio cachet

Giornata d’inverno

t’auguro una bella giornata d’inverno
specie di domenica coi parcheggi gratis
con le cassette dei porcini messe lungo la via
dove di solito s’appoggia la polizia
t’auguro una bella giornata d’inverno
specie di domenica coi campi brinati
anche quelli per il calcio da periferia
l’olio di canfora è il profumo della nostalgia
t’auguro una bella giornata d’inverno
specie di domenica col vetro spaccato
sei partito con la mamma che sembrava un bambino
mentre diventavo adulto fermo sul vasino
mi hai dato il tuo timone
la barca non si fermerà
t’auguro una bella giornata d’inverno
come quando s’infilava tutti e tre nel lettone
in tv c’era Seymandi e tu mi proteggevi
da quel freddo strano e dal supertelegattone

 

Ti annunci piangendo

conosciamo la cadenza delle stelle
tanto vale d’investire nel diospero
nei suoi cachi nudi
lo stesso appeso al filo resta filo
il resto dei suoi giorni
e se anche venere non paga
più d’un passeggeri dirottato
tanto vale passeggiare
sin dal fico alla statale
dove il giro passerà come l’estate

gli effetti dell’opera scura
ci fanno paura ma di grazia
tu ti annunci piangendo
e sei già qui come un regalo
tanto vale maledire i santi
nell’attesa delle lacrime
così per il vezzo dei bei pianti
tanto vale scongiurare smarrimenti poderosi
amandoti più o meno come farebbe un cane

 

Coprimi

coprimi col tuo corpo bianco
bianco lenzuolo
prima che mi mettano al buio
tieni la testa tra le mani
ancora una lunghissima notte
coprimi col tuo corpo bianco color lenzuolo
prima che mi mettano al buio tiemmi la testa
quando sarò a terra e l’arbitro starà contando
quando sarò a riva e il mare mi starà spingendo
coprimi gli occhi con la bocca
la fronte con la mano la pancia con guancia
coprimi col tuo corpo bianco
bianco lenzuolo
lascia il resto al mago adesso sarò un prato
mi vedi?

Il vento

il vento
non è invisibile per niente
noi diciamo che è invisibile
per comodità

il vento non va da un punto “a”
a un punto “b”
quello è il temporale

un posto senza vento
ha soltanto un odore
un cuore senza vento
è un cuore senza amore

il vento non è dispettoso
dispettose sono le ventate
il vento interlaccia
e cava le foglie
senza il coraggio di affrontarlo
ti fa girare intorno

un posto senza vento
ha soltanto un odore
un cuore senza vento
è un cuore senza amore


Il gusto di dormire in diagonale

il gusto di dormire in diagonale
il gusto di piangere
per farsi consolare
le fibre per regolarizzare l’intestino
il gusto di ritornar bambino
il gusto di non andare a scuola
perché mamma guarda oggi
proprio non mi sento bene
il gusto di chiudersi
nel bagno in compagnia
per uscirne senza qualche diotria

portami a fare una mostra personale
sul degrado ambientale
delle spiagge del mio cuore
portami a fare una lastra pettorale
per verificare se ancora ci sei tu

il gusto di cercare di nascosto
il kamasutra illustrato
nel comodino del babbo
il gusto di spostarti
i difensori del subbuteo
se vai a telefonare
il gusto di comprar trenta pacchetti
che finalmente cazzo
c’ho trovato Maradona
il gusto di richiudersi
nel bagno della zia
Alessandro noi stiamo andando via

portami a fare una mostra personale
sul degrado ambientale
delle spiagge del mio cuore
portami a fare una lastra pettorale
per verificare se ancora ci sei tu

 

Mi hai amato soltanto

ti tocco le spalle
con le dita gialle del fumo
ti guardo l’intera figura
con gli occhi stanchi del fegato adoperato
e lo faccio con riverenza
col timore di fare una brutta figura
come se avesse data di scadenza
il tuo avermi accettato
e intanto mi domando
perché quello schianto mi ha salvato?
mentre tu mi hai amato soltanto

ti scrivo un disco strepitoso
tutto per te
ma tu non ascolti roba in italiano
e mi accompagni sul tuo letto
anche se sono il vincitore
mi sento un esoscheletro vuoto
di riccio di mare ma non te lo dico
e nel frattempo ti continuo ad amare
non mi sento nessuno ma me lo tengo per me
e continuo a toccarti le spalle
con le dita gialle del fumo
e intanto mi domando
perché quello schianto mi ha salvato?
mentre tu mi hai amato soltanto

Bambina

nuotando accanto alla corrente
se n’è andata via come lo spumante
aperto adagio senza botto
pensavo fosse la rosa canina
invece era soltanto un foglio di plastica
trasparente a farle compagnia
su questa bambina non s’investe
se non con l’auto per lasciarla lì
alle foto di monelle

contratta come pelle di daino sotto il sole
come il merluzzo sotto il sale
meno male che a quel corpo
non mancherà un sorriso
tiepido come il letargo
nascosto mezzo palmo sotto il viso

 

Via da industria

mi son spaccato la testa
dentro lo zoo
mi son spaccato la testa
contro una pillola
c’ho guardato dentro
ed era primavera
con tante farfalline
e i cuscinetti a sfera
mi son spaccato la testa durante un lungo viaggio
mi son spaccato la testa
perché non ho il coraggio
di guardarci dentro
e veder che non c’è niente
tranne quel presepio
con le lucine spente
ma domani ce ne andiamo
via da industria mon amour
sempre mano nella mano
io ti porto ad aierbour

 

Sandro neri

m’hai detto
stavolta smetto di bere
nemmeno l’ultimo bicchiere
ho visto gesù

m’hai detto non posso venire
sono di nuovo all’ospedale
sto male viemmi a trovare

ma come faccio
tra mezz’ora mi devo esibire
ho un concerto
ma dai piglio la multipla e son lì

gastroenterologia secondo piano
sei lì in pigiama appoggiato
piano piano al muro
in cartongesso del cesso
ma se m’avevi detto nemmeno un goccio
con l’amor proprio mi salverò
occhio ti scende il moccio

se sei venuto come un prete
puoi anche ripartire
hai le sigarette o almeno spiccioli?

anche mia madre
è morta di cirrosi epatica
m’hai detto
stavolta smetto di bere
nemmeno l’ultimo bicchiere
ho visto Gesù

Tigre in strada

le schiene si toccano
quasi combaciano
la geometria della fossa comune
sceglie corpi bianchi
il giusto incastro delle scapole

l’olio di rosa mosqueta sulle pelli conciate
mentre il fiume passa come un serpente marrone
sugli innumerevoli magrissimi neri pubi
l’orzo si è freddato nelle tazze
i piedi fermi sotto il cotone

le schiene si scollano
rimangono le traverse illuminate dai lampioni
guarda passa anche la neve!

la tigre solo onora le strade
annusa le siepi ghiacciate
fatica a saziarsi

 

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L'articolo Leggi i testi dell'album "Questo dolce museo" di Alessandro Fiori di Redazione è apparso su Rockit.it il 2012-09-03 00:00:00

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