Venezia, 03 aprile 2016. Domenica. Sulle strade lo scenario un po' spettrale di una sera che nuota nella nebbia. Dentro Spazio Aereo –uno degli spazi più ricettivi e disponibili del Veneto ad accogliere forme sonore diversissime fra loro spaziando fra rock, jazz, elettronica, performance e cantautorato- un'atmosfera informale e curiosa. Solitamente, tutte le domeniche il locale si trasforma in un covo che accoglie jam selvagge fino a notte fonda, ma quella di oggi sarà una serata un po' diversa dal solito, che già promette suggestioni variegate in compagnia di alcuni fra i nomi più interessanti della scena musicale italiana e che culminerà con il live dei The Winstons.
L’apertura è affidata all’eclettico quanto surreale polistrumentista Vincenzo Vasi (la lista dei suoi progetti e delle sue collaborazioni è lunghissima: potrebbe bastare menzionare Vinicio Capossela, Marc Ribot, Roy Paci), che propone diverse composizioni per theremin (“Cosa prova una scimmia nello spazio?”, “Dei senza casa”) con massiccio uso di loop station ed effetti sonori (e vocali, di cui Vasi è un maestro), in una performance ricercata, dallo spirito selvaggio e tribale. "Se solo riuscissi a sbloccare l’amore, sarei come la chiave del mare che inonda le strade": la delicata esibizione in solo di Marco Parente respira piano ed è l’occasione per presentare alcuni brani dell'ultima fatica discografica “Disco Pubblico”, eseguiti in solo o con l’elegante accompagnamento di Valeria Sturba alla voce (la struggente “Combaciare”) e nuovamente Vasi: i due duettano alle pelli, si osservano, scatenano una lotta con le bacchette. È un gioco pulito, che piace parecchio. Viene poi il momento di OoopopoiooO, progetto di doppio theremin di Vasi e della Sturba (attiva anche al violino elettrico), nato –con risultati encomiabili- dal desiderio di costruire vere e proprie melodie con uno strumento normalmente relegato a un mero ruolo di arricchimento sonoro.
(Enrico Gabrielli. Guarda la gallery di tutto il concerto)
Seguono Vale & The Varlet. Quello di Valeria Sturba e Valentina Paggio è un carillon di riverberi e doppie (e triple e infinite) voci, un caravan stregonesco di violini in loop, batteria elettronica, piano sghembo e theremin. Sul tavolo troneggia un silenzioso gatto di cartone, ai piedi del duo una mole di pedalini sparpagliati come carte dei tarocchi, scelti come ampolle per una pozione segreta che profuma di minimal pop ed elettronica. L’intero Spazio è stregato da un incantesimo raffinatissimo di nome “Believer”, che trasmette una scintillante quanto inquieta magia.
E poi i The Winstons. Atteso con una verve che profuma di '70, il supertrio (Enrico Gabrielli di Calibro 35 e Mariposa a tastiere, fiati e voci, Roberto Dell’Era (Afterhours, Dellera) al basso e Lino Gitto a batteria, voci e tastiere) porta al culmine una serata carica di seducente aspettativa, trascinandola tra prog, psichedelia e tutte le suggestioni apertamente colte dai giganti di '60 e '70 (Genesis, ELP e Pink Floyd, insieme a Doors e Gentle Giant).
(I Winstons durante un momento del live. Guarda la gallery completa della serata qui)
Qualcuno in un momento di silenzio lo urla, “Con questa sembrava di stare nel ‘67!”. Ed è vero: per un’ora e mezza Marghera sembra la Canterbury di Soft Machine e Caravan, tra cascate di tastiere, flauti, voci delicate e progressioni strumentali accolte con danze liberissime e apprezzamento diffuso: da "Nicotine Freak" a "Play with the rebels", dalla beatlesiana "She's my face" a "Tarmac", la band offre suggestioni sognanti ma solide, dipingendo i muri di tinte sinfoniche ben riuscite, eseguite con una certa leggera sicurezza. Senza trasmettere un pericoloso senso di revival e anzi dipingendo architetture musicali compatte e di ottimo livello.
(Roberto Dell'Era durante un momento del live. Guarda la gallery completa qui)
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L'articolo Marghera come Canterbury: il racconto del concerto dei The Winstons allo Spazio Aereo di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2016-04-03 00:00:00
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