Tiziano Ferro è la nostra unica popstar internazionale: ha venduto oltre 15 milioni di dischi, le sue canzoni funzionano anche tradotte in spagnolo, inglese, francese e portoghese, è stato il primo maschio eroe a fare i balletti sui pezzi ritmati e c'ha fatto piangere fino alla disidratazione con le canzoni tristi. Gli abbiamo dedicato una storia di copertina qualche anno fa che a rileggerla ci viene il magone. È molto simpatico, è un bell'uomo, da poco è sentimentalmente risolto, vive a Los Angeles come le vere star e fa i dischi con Timbaland, uno che di solito collabora con Jay-Z, Madonna e Justin Timberlake.
A proposito di dischi, sono passati tre anni da Il mestiere della vita, l'ultimo di inediti ed era l'8 dicembre 2018 quando il nostro ha annunciato l'album successivo. Da quel giorno, hype alle stelle e attesa spasmodica per capire cosa avesse potuto creare Tiziano con il succitato Timbaland e gli altri produttori un po' meno famosi che hanno collaborato con lui alle nuove canzoni. A maggio è uscito il primo singolo, Buona (cattiva) sorte, che rimane in testa ma non è indimenticabile, col ritmo giusto per ballare. Già il secondo singolo, Accetto miracoli, è il (solito) lentone strappacuore che però, se non hai voglia di lentoni, skippi anche in radio.
Il 22 novembre è uscito l'album intero, anch'esso intitolato Accetto miracoli, che contiene 12 pezzi. Esce e nessuno ne parla. Si fa un gran discutere, invece, del monologo che Tiziano ha fatto prima in conferenza stampa e poi da Fazio, quello in cui dice che le parole sono importanti e che non bisogna prendere alla leggera le offese agli omosessuali, continuando a citare alla lontana Fedez e lanciando un dissing a distanza manco fosse un Inoki qualsiasi. Di quello ne abbiamo già parlato, ora vediamo di capire meglio il disco pop italiano più atteso degli ultimi anni, e del perché di questo inaspettato silenzio.
12 canzoni in un album di inediti sono molte per un ascoltatore casuale, vista la supremazia della playlist nei confronti del disco, e questo potrebbe essere un punto a sfavore dell'operazione novità, ma i fan saranno al settimo cielo quindi pari e patta. Di queste 12, 4 sono scritte con Giordana Angi, uscita recentemente da Amici e un paio con Emanuele Dabbono, che partecipò alla prima edizione di X Factor. Diciamo la verità, questi accostamenti stridono rispetto all'hype con cui questo disco è stato presentato e con la moltitudine di autori un po' più freschi, anche italiani, che ci sono in circolazione.
Al primo ascolto generico salta all'orecchio una cosa: di 12 pezzi, almeno la metà è lenta. Certo, qualche canzone ha la base in stile primi The Weeknd che la tiene su, ma parole e melodia sono comunque melodrammatiche nel puro stile Tiziano post Rosso Relativo. Non è un dramma, certo, piuttosto una cosa che ti aspetti, che non sorprende granché. Purtroppo, nel mezzo c'è un duetto con Jovanotti che negli ultimi anni ha duettato anche con gli husky che ululano alla luna, e neanche questa è una novità.
Le canzoni non sono brutte, anzi. C'è un però: iniziano a sapere di cliché, di manierismo, di già sentito. I testi sono malinconici, parlano di incomprensioni, lutti, amori non del tutto a fuoco e tutto il resto del melò di tradizione italiana. Canzoni d'amore con la base electro o col pianoforte, che se non fossero sorrette dalla voce di Tiziano e da una produzione, certo, non rivoluzionaria ma almeno importante, potrebbero sostare senza far rumore negli album degli dei del pop degli anni 2000, prima della rivoluzione itpop. Pur con tutto l'affetto del mondo, diciamolo: Tiziano Ferro, a livello artistico, è un po' fermo e le sue canzoni nuove più interessanti sono quelle che pompano il ritmo e fanno ballare.
Manca del tutto il nu soul, con cui la voce baritonale di Tiziano andrebbe a nozze, manca qualche feat. diverso, che modernizzi le canzoni, mancano (quasi del tutto) gli arrangiamenti contemporanei, da FKA Twigs o Rosalìa a Post Malone e Childish Gambino (ma anche LIBERATO o Venerus). Pensate a quelle basi con la voce del nostro Tiz: Paradiso. Pur scritto e prodotto in America, è uno dei suoi dischi più italiani, nell'accezione che Stanis di Boris darebbe del termine. Tiziano Ferro è uno dei più grandi, da lui ci aspettiamo più carne al fuoco, ma anche un cambiamento che possa togliere la stessa patina di dosso dalle canzoni spesso intercambiabili. Un lampo, un colpo di genio, un tocco che faccia di nuovo scuola, invece Accetto miracoli è seduto in quel limbo in cui sostano i nuovi album che non sono bellissimi né bruttissimi e che, a causa del flow sempre più rapido di uscite rilevanti, rischia di finire prima del tempo nel cassetto dei ricordi.
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L'articolo Sarà l'attesa del disco di Tiziano Ferro essa stessa il disco di Tiziano Ferro? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-11-26 11:39:00
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