Fra poche ore esce un nuovo disco di Tiziano Ferro, ecco la notizia qualora ve la foste persa. Seconda notizia, durante la conferenza stampa di presentazione di Accetto miracoli, Tiziano si è tolto più di un sassolino dalla scarpa e ha dichiarato: "Mi si tira in ballo e io sono ironico, finché si scherza va bene, mi spiace solo quando queste cose sono legate al sentimento e alla sessualità, perché anche una battuta può mettere un adolescente a disagio, e che un idolo dei ragazzini mi prenda in giro su questo è un atto di bullismo molto forte, non solo verso di me". Quando qualcuno gli ha chiesto se parlasse di Fedez, Tiziano ha risposto "lui è uno dei tanti". Quindi è un dissing, vero e proprio, mirato e pure legittimo. Pop corn.
Torniamo un attimo indietro e vediamo di capire: anno 2011, Fedez è un pischello senza il superfisico né il tatuaggio sul collo, nella sua mente non c'è ancora il business via Instagram con la moglie e il figlio, è semplicemente un rapper. Il suo album Penisola che non c'è contiene la canzone Tutto il contrario, che gioca forte sulle punchline e sui paradossi. Nel mezzo, queste parole: "Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing, ora so che ha mangiato piu wurstel che crauti, si era presentato in modo strano con Cristicchi, "Ciao sono Tiziano non è che me lo ficchi?". Ironia stile prima media, sicuramente offensiva. E pensate che quello è il periodo in cui Fedez scriveva meglio.
Apriamo un discorso generale: il rap sulle battute politicamente scorrette, sugli affondi terrificanti ci campa e non è certo un discorso che parte da Fedez. Salmo, Fibra (ampiamente tirato in ballo da Fedez con una raffica di stories benaltriste e passivo-aggressive as usual) e tutti i più bravi prima o poi hanno offeso qualcuno, fa parte del gioco. E come sospendiamo il giudizio quando vediamo la stand up comedy dire le cose più feroci, lo facciamo anche ascoltando un certo tipo di rap. L'omofobia fa sempre schifo, al di là del genere o del contesto. Nemmeno vorremmo doverlo dire, però nel dubbio lo facciamo. Ma questo non sposta il discorso sull'arte e sulle provocazioni.
Fedez nella sua replica se la prende col tempismo con cui Tiziano Ferro ha parlato del suo pezzo, con le parole che vedete qui sopra. Poi, come detto, cita dei testi di Fibra, ben più offensivi del suo ("Potrei spararmi un colpo in testa se mi sveglio una mattina di fianco a un gay" - Mal di stomaco, 2006) e rimarca il fatto che la sua canzone in esame si intitoli Tutto il contrario, proprio per il motivo che niente di quello che dice sia ciò che Fedez pensa. Alla fine, mostra una pubblicità contro l'omofobia fatta con la sua ex fidanzata Giulia 5 anni fa.
Fondamentalmente, penso nessuno creda davvero che Fedez sia omofobo, e allo stesso tempo chi subisce certe parole – nel testo di una canzone che cantano centinaia di migliaia di ragazzini, per giunta – ha tutto il diritto di sentirsi offeso, deriso, umiliato e bullizzato. Il fatto che il risentimento venga fuori dopo anni non cambia nulla. Morale (che non c'è) della favola: il rap faccia il rap, dica ciò che crede e faccia incazzare se lo ritiene utile e figo, se questo avviene però non caschi dal proverbiale pero, perché incazzarsi è un diritto, soprattutto quando si toccano sfere così private (e spesso dolorose) e argomenti politicamente e civilmente rilevanti. E smettetela con quelle stories penose.
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L'articolo Tiziano Ferro vs. Fedez, le punchline e il diritto di incazzarsi di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-11-21 12:18:00
COMMENTI (1)
"E pensate che quello è il periodo in cui Fedez scriveva meglio." lol