Da Tony Effe a Emis Killa: scoppia il merdone, faccio il concertone

Il rapper milanese prima rinuncia a Sanremo, poi approfitta della bufera mediatica per pubblicare il brano e annunciare il suo prossimo maxi-concerto. Un caso che ricorda il capodanno romano. Perché quando hai tutti gli occhi puntati addosso c'è solo una cosa da fare: monetizzare

Emis Killa - foto di Mattia Guolo
Emis Killa - foto di Mattia Guolo

La regola ormai sembra decodificata e sintetizzabile così: scoppia il merdone, faccio il concertone. L'ha teorizzato in primis Tony Effe, finito nell'occhio del ciclone dopo quer pasticciaccio brutto der capodanno a Roma, l'ha confermato in queste ore Emis Killa: dopo essere stato coinvolto nei giorni scorsi nell'indagine per associazione a delinquere all'interno dell'inchiesta "Doppia curva", della Direzione distrettuale antimafia, il rapper ha deciso prima, saggiamente, di tirarsi indietro dal Festival di Sanremo, poi di pubblicare il brano con cui avrebbe dovuto partecipare, Demoni, e annunciare EM16, un mega evento in programma il prossimo 10 settembre a Fiera Milano Live.

Emis Killa - foto di Mattia Guolo
Emis Killa - foto di Mattia Guolo

C'è da fare un enorme distinguo tra i due casi specifici. Se per entrambi fanno parecchio discutere i testi per gli elementi misogini e violenti che spesso hanno al loro interno, Tony è stato oggetto di polemica solo ed esclusivamente per la sua musica, con tanto di accuse di una fantomatica censura - che non c'era - per essere stato cancellato dal capodanno romano, per Emis si tratta di un caso più spinoso e complesso da maneggiare, visto che c'è un'indagine in corso e il capo d'accusa non è esattamente dei più leggeri. Per il resto lo sviluppo narrativo, se così vogliamo definirlo, è perfettamente sovrapponibile: esce una polemica che mette il protagonista al centro del dibattito tanto da portarlo all'esclusione - per Emis, va sottolineato, è stata una sua scelta - da una importante manifestazione, la discussione si polarizza, occupa sempre più spazio mediatico finché non arriva il coup de théâtre con l'annuncio di un evento enorme nel momento di massima visibilità, così da sfruttarlo il più possibile a proprio vantaggio.

D'altronde conosciamo bene il principio per cui "non esiste cattiva pubblicità", tanto più una volta che siamo nell'era dell'attenzione: una volta che ce l'hai, quale che sia il motivo, è bene sapere cosa farne. Ed Emis o chi per lui ha capito benissimo come farlo. Paradossalmente potrebbe essere stata una mossa strategicamente migliore chiamarsi subito fuori dal Festival sfruttandone tutti i riflettori già puntati prima della gara, così poi da non finire nel tritacarne con gli altri 29 big (che sono tanti con cui spartirsi la visibilità) e concentrarsi direttamente su EM16, replica del super show EM15 portato l'anno scorso sempre a Fiera Milano Live.

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Lo stesso brano, Demoni, appena pubblicato, sta godendo di questi occhi puntati addosso, per quanto non sia poi chissà che: già ai preascolti non ci aveva colpito particolarmente, ora a risentirlo per bene in cuffia sembra seguire perfettamente quella scia di rap che non è rap, con l'idea di andare all'assalto delle radio al suono di battaglia della cassa dritta per seguire l'effetto Cenere di Lazza - visto a com'è andata a lui, ormai sembra aver tracciato la via e diventa difficile cercare percorsi diversi -, col risultato finale che è davvero poca roba.

Un minimo di plauso comunque Emis se lo merita per essersi chiamato fuori da Sanremo e per come lo ha fatto, senza gridare al complotto o allo scandalo: "Sarà importante che l'indagine faccia il suo corso e la magistratura possa lavorare in serenità senza polemiche e pressioni e circhi mediatici", ha scritto sui suoi social annunciando la decisione di rinunciare al Festival. Se pensiamo a esempi simili più recenti, che riguardino l'editoria indipendente o il capo dello stato, non c'è dubbio su chi abbia più maturità nell'affrontare situazioni delicate di questo genere. Certo, comunque c'erano anche dei buoni motivi per fare un passo indietro, ma non era scontato né Emis era obbligato a farlo.

La copertina di Demoni
La copertina di Demoni

L'inchiesta che vede comparire il nome di Emis nel registro degli indagati non è una robetta da poco, bensì quella sulle attività criminali delle curve dei tifosi del Milan e dell'Inter: sono ben noti i legami tra Emis Killa e alcuni ultras rossoneri, in particolare con il già arrestato Luca Lucci, capocurva col quale il rapper milanese ha aperto una serie di negozi e barberie. Nello specifico, Emis Killa, già col divieto di entrare negli stadi italiani per 3 anni attraverso un daspo, viene accusato di essere coinvolto in un pestaggio avvenuto ai danni di uno steward ai tornelli di ingresso a San Siro: "Loro contestano questa pericolosità, perché io ero presente nel momento in cui c’è stata una colluttazione allo stadio. Io non faccio parte di questa colluttazione, sono diversi metri indietro", ha spiegato ai microfoni del programma di Rai 3 Lo stato delle cose. Se fosse solo così, l'indagine finirà in una nuvola di fumo, ed Emis Killa avrà trovato un ufficio stampa aggiuntivo nella Procura di Milano.

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L'articolo Da Tony Effe a Emis Killa: scoppia il merdone, faccio il concertone di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2025-02-04 11:59:00

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