Ascoltale tutte: #1 - #50 #51 - #100
11. The Rust and the Fury
Francis with God
Chitarre ruggenti in modalità californiana trascinano di peso verso un qualcosa di molto simile ad una preghiera corale. Il riff solleva da terra, il “clap” riporta alla mente una psichedelia tipicamente seventy, la tentazione di ondeggiare con il capo è davvero forte, fortissima. Uno stivaletto a punta, un whisky sotto mano e gente ridanciana attorno, un pezzo esaltante e ricco di colori. // Carlo Tonelato
12. Maria Antonietta
Questa è la mia festa
Poco da fare, Maria Antonietta non concede mezze misure e "Questa è la mia festa" è il pezzo da dentro/fuori del disco. È lì, all'inizio. Se la disperazione da post-adolescenza con urla annesse vi prende, è fatta. Seguiranno un'altra manciata di belle canzoni, ma questa rimane la migliore. C'è tutta Maria Antonietta qui dentro, tutto il bene e (se volete) tutto il male. E ben venga qualcuno che divide e fa incazzare. // Marco Villa
13. Amor Fou
Alì
Il singolone dell'estate, che segna il ritorno sulla scena della band di Alessandro Raina. Un ponte tra Battiato e gli MGMT con una spruzzata di 883, ideale compendio del pop italiano nel 2012, citazionista ma anche originale. Un ritornello killer che ti rimane in testa per settimane e quel video pieno di ragazze succinte e provocanti. Che siano i figli dei persiani di Berlino Ovest o quelli dei precari di Milano, tutti, di notte, hanno voglia di fare l'amore. Mi sembra abbastanza per perdersi. // Simone Stefanini
14. Melampus
Fall
Un'abbagliante sorpresa. Il primo ascolto mi fece domandare se fossero davvero italiani. In due, minimali, aggraziati eppure sghembi, chitarra e basso, batteria e voce di donna. Post -punk tout court, con tutte le accezioni del caso e sempre qualcosa di personale. Fall è un pezzo d'altri tempi, quello che suonerebbe Siouxsie in un garage, se fosse nata negli anni 90. Il finale ti risucchia lentamente, ti fa cadere nel vuoto e mentre ti abbandoni, sei beato. Una bella bomba. // Simone Stefanini
15. The Please
The end as a prologue
Un disco dimenticato dentro un cassetto di una casa abbandonata, un folgorante ritrovamento. Folk come raramente abbiamo ascoltato in Italia. Songwriting intenso e raffinato, voce strepitosa sorretta da chitarra, pianoforte e una sezione di fiati che ti trasporta dentro un luogo immaginario, tra il deserto del Texas e le scogliere di Dover. Notevole cantautorato, incantevole e concreto, che sfiora la magia. // Simone Stefanini
16. Man on Wire
West love
Il giro armonico in apertura richiamagli anni ’60, la melodia che segue è delicata, malinconia, ubriacante. Si percepisce una timida vena sperimentale, mai invadente. Quello di “West Love” è un folk raffinato con il quale i Man On Wire oscillano sospesi tra passato e presente, Beatles e Wilco, tradizione inglese ed influenze d’oltreoceano. Proprio come il funambolo Petit al quale si ispirano. // Nicolò Riccomagno
17. Tre Allegri Ragazzi Morti
La mia vita senza te
Melodia catchy e testo spensierato, eppure questa è una filastrocca/formula magica da usare in cerca della catarsi nel cantare assenze altrui. Toffolo & amici regalano speranze sotto forma di ballad folk/reggae/teen 'n' roll e chissà che altro, ancora con la voglia dei vent'anni, ancora in piedi su un mondo che crolla e forse finisce. Questa è la forza dei primitivi che vengono dal futuro. // Paola Cantella // Paola Cantella
18. ll Triangolo
Nessuna pietà per quelli che odiano gli anni sessanta
Fino ai diciotto si scrivon poesie, poi si cresce così come i rovi. Se gli anni sessanta erano l'epoca della dolce vita, siamo nel post anni zero, non c'è più il dolce e forse neanche la vita. Del resto, chi vorrebbe cancellare i propri bei ricordi di infanzia? La ricetta è questa: prendete il Battisti degli inizi che ascoltavano mamma e papà, e metteteci la disillusione rock'n'roll. Uscirà bene. // Paola Cantella
19. Drink To Me
Henry Miller
Mi fa pensare ai libri di scienza e biologia, quelli dove prima ti spiegano com'è fatto l'uomo e poi partono coi pipponi sull'ecosistema e gli equilibri naturali. Però rimangono sempre pieni di disegni bellissimi e colorati. Così com'è questo pezzo, qualcosa che và aldilà di canoni sonori esteticamente preimpostati (pop, electro, cos'è?) e quando si apre è come vedere un mistico, sul ciglio di un burrone, che apre le braccia all'estasi dell'universo. Per poi vivere nell'aere, per mille anni o forse più. // Marcello Farno
20. Il Pan del Diavolo
Vento fortissimo
Io ho una fissazione per le canzoni che potrebbero essere colonne sonore di finali di film. Contano poco genere, tono, ritmo. È una questione di sensazioni, di stati d'animo. "Vento fortissimo" è un finale, è evidente. Ha l'intro strumentale in cui si vedono i protagonisti impegnati in cose di poco conto, ma comunque significative rispetto alla storia raccontata. Poi entra il cantato e, senza nessun dialogo, si inizia a fare sul serio, correndo verso il finale. Soffia un vento fortissimo. Ed è bello prenderlo in faccia fino all'ultimo refolo. // Marco Villa
---
L'articolo Top.100 - Le migliori canzoni del 2012 (#11-#20) di Redazione è apparso su Rockit.it il 2012-12-17 00:00:00
COMMENTI (1)
Finalmente qualche nome nuovo ...plauso per Man the Wire,Melampus e The Rust and The Fire ...diversi ma carini tutti e 3