Ascoltale tutte: #1 - #50 #51 - #100
31. Ghemon & Bassi Maestro
Per la mia gente
Ormai, di producer italiani che fanno beat per per Mc d'Oltreoceano ce ne sono un po'. Ma il contrario è una bella e gradita rarità. E il fatto che a cavalcare le basi di uno come Marco Polo ci siano Ghemon e Bassi – due che da sempre restano veri senza troppe pose – è cosa buona e giusta. Caro vecchio boom bap, sample stilosi e zero cazzate. This is the real thing, baby. // Enrico Piazza
32. Andrea Nardinocchi
Un posto per me
Habemus James Blake. Cioè, è presto per dirlo, dato che per il momento abbiamo un solo pezzo o poco più. Ma insomma, l'idea è quella lì: ritmica dubstep, voce soul e pedalare. E fa il suo maledetto lavoro, questo sì possiamo dirlo, anche perché fra sonorità di stampo europeo c'è anche chi ci riconosce un qualcosa di Mengoni. E in effetti si parla di pop – pure paraculo se vuoi – ma per ora va bene così, vedremo poi se Andrea riuscirà a trovare un posto (fisso) per sé. // Enrico Piazza
33. Mellow Mood
Sunshine
Con i Mellow Mood ci siamo presi bene un po' tutti, anche quelli che di reggae (e di rasta) di solito non ne vogliono sapere. Perchè il reggae dei Mellow Mood è bello, puro, fatto bene, con il cuore, gli viene tutto naturale. Sunshine è una canzone bellissima dentro un disco bellissimo. Dolce e tenera, che ti scalda anche se quando l'ascolti, fuori c'è la neve. Togli lo stesso le scarpe e poi balli: è proprio il Mellow Mood. // Carlotta Fiandaca
34. Santiago
L'istante prima
A volte ci sono momenti in cui vale la pena dirsi tutto. E bastano poco meno di quattro minuti e un sample dei Muse per farlo al meglio. Poi è ovvio che se sei anche un Mc tecnicamente assai dotato, con qualcosa da dire, e con dietro un duo di producer che riescono a fornire alle tue parole il tappeto sonoro perfetto, allora rischi di fare uno dei pezzi rap dell'anno. // Enrico Piazza
35. Mamavegas
Sooner or Later
Come ogni storia che si rispetti, inizia morbida. Poi entra un esercito di chitarre (colpo al cuore), fin quando tu non decidi, as usual, di puntarmi gli occhi sui pensieri, ed è il tempo di scatenare definitivamente la tempesta. Presto o tardi che accada non importa. Uno dei pezzi più belli da un disco che ha il sapore della terra bagnata dopo il temporale. // Marcello Farno
36. Le case del futuro
Miranda
Le Case del Futuro accolgono di buon grado l'influenza chillwave, accendono una luce nuova sugli sfavillanti colori anni 80 e ci aggiungono un'emotività figlia degli anni zero. “Miranda” contiene in sé quel dolcissimo universo dei timori adolescenziali, della volontà di una vita diversa, delle incertezze e delle paure. Una freschezza nutrita da spensierate variazioni shoegaze e da bassi che palpitano come il cuore al primo ballo della scuola. // Roberta D'Orazio
37. Calibro 35
Uh Ah Brr
Il personalissimo Romanzo Criminale di Gabrielli e soci prosegue con un serrato funk da inseguimento, pedale sull’acceleratore e i proiettili della Madama che sibilano accanto agli specchietti, nella speranza di infilare il vicoletto giusto per farla franca ancora una volta. Non si sa come, in tutto il trambusto le dita continuano a tamburellare sul volante. // Silvio Bernardi
38. Offlaga Disco Pax
Parlo da solo
Un pezzo piccolo. Un pezzo che può sembrare minore. Una specie di mantra fatto di singole parole messe in fila. Poi l'apertura. "Ti ho risparmiato tutte queste parole / le parlo adesso da solo / mentre mi guardo passare". E capisci che "Parlo da solo" non ha niente di piccolo, di minore. È uno di quei brani che contiene un mondo dentro di sé. Un mondo in cui ci si ritrova con una facilità disarmante. // Marco Villa
39. Alessandro Grazian
Armi
L'amore è una tempesta elettrica, che può trasformarsi in guerra di nervi, in ossessione fragorosa, può inchiodartisi al cervello come una mania. Come una canzone che ripete una frase, e la ripete, e ancora e ancora, mentre le chitarre duellano furenti e il ritmo mitraglia, e colpisce le cicatrici di tutte le guerre e gli amori che combattiamo. Perché di armi ne abbiamo. // Letizia Bognanni
40. Gli Amanti
La differenza
Gli Amanti non fanno certo musica nuova, per niente. Ma va bene così, soprattutto perché "La differenza" è semplicemente un gran pezzo. Inizia sottotono, come a volersi fare ignorare. Poi cresce d'intensità e di carisma, insieme a una voce che è bello poter definire confidenziale. A quel punto il gioco è fatto: la differenza rispetto a una delle tante band acustiche è tutta qui. // Marco Villa
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L'articolo Top.100 - Le migliori canzoni del 2012 (#31-#40) di Redazione è apparso su Rockit.it il 2012-12-17 00:00:00
COMMENTI (1)
splendidi gli Amanti! la Differenza spacca!!!