Un disco molto bello uscito a giugno, poi in giro per l'Italia. L'Agosto di Brunori SAS è stato molto semplice: furgone, concerto, albergo, furgone. Per ogni tappa, Dario Brunori ha buttato giù qualche riga di commento per Rockit e ha scattato una foto. Ecco il suo tour report, in formato cartolina.
29 luglio - Belluno
Meraviglia. Dalla finestra del B&B si vede il Piave e abbiamo dolomiti e Cortina a due passi. Nonostante la calma intorno, sono però sempre un po' ansioso: forse è per via della voce, molto affaticata dopo un mese e mezzo di tour serrato; ma non è solo quello.
Ho anche un po' di pensieri sullo spettacolo, sull'aspetto ripetitivo e meccanico che alla lunga diventa alienante. È come una preghiera: per quanto intensa, a forza di ripeterla ne perdi il senso e il significato. Penso sia normale, ma vorrei che non fosse così.
In questi giorni sono in fissa con Giovanni Lindo Ferretti, sto leggendo in contemporanea tre libri che riguardano vita, morte e miracoli dei CCCP, CSI, PGR e progetti/soggetti annessi e connessi.
Mi affascina la sua figura, forse ancor di più ora che è aspramente contestato da chi prima lo adorava. Stasera ho conosciuto Fabio De Min dei Non Voglio Che Clara che è fra gli organizzatori della serata: è un ragazzo serio e garbato e il garbo mi affascina sempre. Abbiamo parlato dei Northpole, gruppo che mi folgorò qualche anno fa con un disco senza titolo, ma con canzoni meravigliose all'interno arrangiate proprio da lui. Ora so che hanno un nuovo progetto dal nome Public e attendo di sentire qualcosa (nei giorni successivi Fabio, che dio lo benedica, mi farà avere anche l'album). Pubblico a metà tra bevitori di ghiaccio (per dirla alla Colapesce), ascoltatori attenti e teen-agers da sottopalco. Siamo ripartiti subito l'indomani, peccato avrei voluto fare una gita in montagna e m'è dispiaciuto un po' scappare via così: a Cortina ci manco da un pezzo.
30 luglio Grosseto – Cava di Roselle
Il posto in cui suoneremo è meraviglioso: una cava di pietra, collinette a strapiombo su un pratino d'erba all'inglese, viale di cipressi e tramonto compresi nel prezzo. Ordinato, pulito, ma naturale, non forzato. Roba toscana insomma. Ah dimenticavo, anche un chilo di zanzare. Il palco è grande, buona cosa visto che con gli impianti grossi sforzo meno la voce. È roba da tenere in conto. La voce è una delle preoccupazioni maggiori in questi giorni, devo affrontare ancora un mese di concerti e mi sento già molto affaticato. Mi dico sempre che devo prendere provvedimenti, andare da qualcuno che m'insegni a respirare, prima che a cantare, ma la pigrizia (e un po' di attitudine sbucciona punk) giocano al rimpallino eterno. Adoro Simona in questi contesti: si gode il sole, il pratino, l'aria preserale. Io no. Come si dice da noi: "a capu mi và cumu 'na gazzosa" (traduzione per i non bilingue: i pensieri si susseguono nella mia mente quasi fossero bollicine in una gassosa). L'ambiente intorno non mi coinvolge, mi sfiora e mi sento isolato dal resto. Note di fine giornata: l'albergo in cui alloggiamo è di super lusso, mai visto niente del genere: in camera da letto ho un tapis roulant e dei pesi, eh sì che non riesco a farne a meno per mantenere il mio fisico nella forma perfetta in cui si trova, ma non mi aspettavo cotanta attenzione alle mie esigenze. All'ingresso poi abbiamo notato un fuggi-fuggi losco e frettoloso di anziani: il portiere, ancora allarmato, ci ha parlato di una mega rissa appena avvenuta fra ultrasettantenni, pare per questioni legate al burraco… Alla fine, per adeguarci allo stile rock'n'roll che ci contraddistingue, abbiamo rubato le ciabatte e un paio di asciugamani; io ho addirittura pisciato un po' sulla tavoletta.
31 luglio – San Miniato (PI)
Da Grosseto a San Miniato in Doblò con Matteo Zanobini. Guida lui e io leggo un libro sui CCCP ricevuto in dono da Nicola Vannini, o per meglio dire da me trafugato dai magazzini di Audioglobe. Sono in fissa, I know, e I know che scemerà, come sempre, fra una settimana. "Così vanno le cose, così devono andare". Nella lettura mi ha colpito molto una frase di Zamboni riguardo "Canzoni, preghiere, danze", il disco meno riuscito, a detta loro, perché troppo prodotto e troppo laccato. Zamboni dice: "Noi adoriamo i difetti". Concordo, ma non riesco a dirmelo con troppa convinzione.
Il centro di San Miniato è suggestivo, come d'altronde molti luoghi di Umbria e Toscana che sembrano fatti con lo stampino: eravamo in forma e riposati ed è stato davvero un bel concerto, uno dei migliori fino ad oggi. Ho rivisto alcuni compagni di merende del mio periodo toscano e ne sono stato felice. Non sono un uomo da relazioni a distanza, non riesco a tenermi in contatto via telefono o web, o almeno non in modo appagante, per cui approfitto di queste occasioni per recuperare qualche pezzettino di vita lasciato in giro.
Si dorme in un convento dei frati minori francescani e sarà la suggestione del posto, il mio passato da ex chierichetto che grida vendetta, ma non riesco a chiudere occhio. Male, perché l'indomani ci aspetta un lungo viaggio in direzione Puglia.
1 agosto – Giovinazzo (BA)
Al nostro arrivo troviamo i Dimartino: Antonio, Simona e Giusto. Sorrisi e canzoni.
Con loro sto bene, non c'è bisogno di tante moine o della mia solita tendenza a riempire gli spazi con battute ad effetto. Stasera faremo un paio di brani insieme e la cosa mi rende felice e ansioso allo stesso tempo. Dal vivo sono a dir poco intensi e spero che nonostante il poco tempo a disposizione si riesca a tirar fuori una bella cosa sul palco. Fortuna che il clima qui è sempre molto conviviale, le persone sorridono e hanno un'attitudine molto familiare. Sembrano tutti fans, ma non con approccio "zerbino", sembrano non prendere troppo sul serio la cosa e questo mi piace molto. È tutto un giro di strette di mano e di "Uè Dario!". In queste situazioni il mio dramma e l'assoluta carenza di memoria visiva: non ricordo i volti delle persone (per tacere dei nomi) o comunque se ho un vago frammento del volto non riesco ad associarlo ad una particolare situazione. Il più delle volte me la cavo con un: "Oi bello", che ho preso in prestito dal regista Giacomo Triglia.
Prendo tempo e raccolgo indizi come Derrick, nel corso della chiacchierata. Se va bene, bene, altrimenti gioco a carte scoperte.
Nel backstage troviamo alcuni doni degli ammiratori: ai tempi di Nilla Pizzi erano rose rosse e parlavano d'amore. Per noi invece sono: due Supersantos, gentile dono dell'Arci 37 , una scorta militare di mozzarelle di bufala e taralli di vario tipo e fragranza . Mi sento come il medico del paese; d'altronde ognuno ha i fans che si merita.
Stasera con noi sul palco i Casino Royale, con cui ci sfioreremo solo a fine serata, ripromettendoci un tempo maggiore in futuro. Quando monto su sono stanco, ho mal di testa e poca voce. Ma la gente è tanta e canta e balla e si diverte. "Il pugile" in duetto con Antonio finisce dritto nella bacheca dei ricordi emozionanti, assieme al diploma della Lizard e alle medaglie di partecipazione ai giochi della gioventù. In albergo con i Dimartino si gioca a "nomi, cose, persone, città e animali" sulla pelle di Giusto, che, scopro solo stasera, più che dormire sprofonda in uno stato di simil-coma.. Pizzichi, schiaffi e solletico: niente, il siculo batterista non batte ciglio. Prima di darci la buonanotte gli disegnano un pisello grosso come una mortadella sotto l'ascella. Goliardia da caserma che non guasta mai. Da domani si riposa per un paio di giorni.
2-3 agosto – minivacanza a Centobuchi (AP)
Silvia, Claudia, Natalino, Guido = fratelli. Cerasuolo, Cerasuolo, Cerasuolo, Cerasuolo. Mojito al melone e alla fragola. Pesce, pallette, crostini, funghi e prosciutto. Maremoto festival, One Dimensional Man. Il tenero e dolce Cifone. Paola Shak e Roberto Sburlati. Tutto adorabile, ma sono più stanco di prima e domani si riparte. Cazzo.
4 agosto – Rovigo
Gli strapazzi di cui sopra mi costringono a ritiri forzati in bagno. Una lotta intestina per così dire. Passo in rassegna la quantità di cibo e alcol ingerito nei giorni passati e mi lancio in un atto di dolore che riecheggia fra le piastrelle e le ceramiche di questo squallido motel di provincia. Sono disidratato.
In serata rivedo Simone e Luca dei Gonzo 48k, compagni delle mie prime avventure musicali in Minuta. C'è anche Andrea dei My Awesome Mixtape: di noi si dice che siamo separati alla nascita, e in effetti la somiglianza è impressionante: non pensavo che la natura potesse concepire due esseri umani dotati di cotanta beltà. Mi arrendo all'evidenza e si parte a suonare: pare però che il generatore sia alimentato a dinamo da un uomo in bicicletta e su "come stai" salta la corrente. La portiamo a termine in acustico e il pubblico apprezza tanto, tantissimo. Mi sorprende che si esaltino per una cosa così naturale. Ma così è se ci pare. La corrente salta ancora tre volte e chiudiamo il concerto al buio, solo audio senza luci. La cosa fa tanto di rock'n'roll e finisce, come al solito, con un volemose bene generale. W l'Italia.
5 agosto – Brescia
La giornata sembra perfetta, sto un po' meglio. La location è carina: un mini anfiteatro calato in un parco cittadino con tanto di cani, ragazzi e bagnanti in erba. Pare invece che il fidato meteo.it dia maltempo. Si decide di montare cmq all'aperto: non si rivelerà una buona idea. A cena si brinda con gli Annie Hall, i nostri cugini cala-bresciani, mentre in lontananza il cielo borbotta un po'. Dopo venti minuti, e cinque secondi prima di salire sul palco scoppia la bufera. Primo concerto annullato in due anni di tour. Vabbuò. Torniamo in albergo, un Motel Hotel, segnalato dalla guida europea "Suv e puttanoni". Decidiamo di restare un po' nella hall a guardare quel capolavoro che è "Le quattro volte" del regista calabrese Michelangelo Frammartino e mentre dal computer si odono i campanacci delle capre di Caulonia, alla reception c'è un viavai di attempati panzoni accompagnati da ninfette bionde più giovani di almeno 30 anni. Dal portiere scopriamo che è un giro scabroso ma fiscale: vanno sì a troie ma pretendono la ricevuta di prestazione occasionale. Dopo quaranta giorni di tour, lontani dalle rispettive donzelle, faccio davvero fatica a tenere a bada i ragazzi…
6 agosto – Filago (BG)
Riposati e tranquilli, si passa da un albergo all'altro. Pranzo e pennica pomeridiana da pensionati. Sono distratto e poco consapevole di ciò che accade. Non sto ancora bene e la cosa mi assorbe completamente. "Quando mi butto giù non faccio le flessioni" canta Bugo e questo verso lo metterei in cornice in questi giorni. Minaccia pioggia anche stasera. E infatti, verso le 8, viene giù alla grande, mentre ceniamo in una tenda militare dietro il palco. Sembra persa anche questa e invece alle 10 il cielo si apre e il concerto si fa. Pubblico un po' distaccato all'inizio, ma c'è davvero tanta gente. Alla fine va bene così, sono felice che ci siano reazioni differenti in contesti differenti. Sarebbe alienante se così non fosse. A fine concerto scappiamo via, domani si parte per il mini tour calabro.
8 agosto – Cortale (CZ)
Viaggetto breve ieri, solo dodici ore e più di un migliaio di km. Nonostante ciò abbiamo dormito a casa, e da buoni abitudinari la cosa ci ha rigenerato: siamo belli freschi e l'accoglienza e la gentilezza degli organizzatori aiuta non poco a creare un'atmosfera familiare. In pizzeria c'è un menù da immortalare e incorniciare a futura memoria. Estremo dono della sintesi tipicamente calabra. Il concerto va benone, piazza piena e un paio di vecchietti che mi sorridono per tutto il tempo. Sarà poco, ma si campa anche di questo.
9 agosto- Calanna (RC)
Raggiungere la piazza di Calanna ha il sapore di un Camel Trophy anni '80. Abbiamo pranzato in quel gioiellino che è Scilla e ci dirigiamo verso il piccolo centro a due passi dall'Aspromonte. La strada principale è franata, per cui ci affidiamo ad una specie di mulattiera asfaltata, chiedendoci chi mai affronterà questa "dimensione avventura" per vedere il nostro concerto. All'arrivo il panorama è da bocca aperta e mi fa tornare alla mente alcuni passaggi del "Diario di un viaggio a piedi" di Edward Lear. Come spesso accade dalle nostre parti, c'è un problema con la corrente elettrica, per cui il sound-check si farà tardissimo, quasi a ridosso del concerto. Il paese è in fermento, c'è il clima delle grandi occasioni e nella piazzetta in basso hanno allestito una piccola sagra. Tra maccheroni, peperoni, vino e urla di bambini, si leva maestosa la voce di un cantore del luogo. In canotta e ciabatte, seduto ad un tavolo, con ai lati due casse troppo piccole per reggere la sua imponente vocalità, si lancia placido e con mestiere nell'oceano del repertorio popolare e nei grandi classici di Claudio Villa, Natalino Otto e Domenico Modugno. La distorsione dell'impianto farebbe invidia ai Jesus Lizard. Oltre ogni aspettativa, e forse grazie all'open act di cui sopra, il nostro concerto è stracolmo di gente. Sarà stata la sorpresa, ma si rivela uno dei migliori live di questo tour. Cori da stadio, trenini, sosia sul palco con tanto di baffi e occhiali, una bottiglia di Biancosarti in regalo, e poi bis, tris, poker ed estrazione finale della riffa paesana. Mi scialai!
10 agosto – Saracena (CS)
Il sindaco di questo comune ai piedi del Pollino è un uomo appassionato. Un filosofo. Una mosca bianca. Ho passato con lui quasi un'ora a girare il paese, a vedere ciò che c'è e a immaginare ciò che ci sarà. Un auditorium nuovo di zecca, una zona di accoglienza turistica, le cantine di moscato, il teatro all'aperto e le piste da sci . Qui si fa raccolta differenziata in digitale: i netturbini arrivano con il lettore ottico e le nonne di 80 anni dividono meticolosamente i rifiuti nelle buste e ci attaccano sopra il codice a barre adesivo. E' il secondo comune del sud Italia come percentuale di raccolta differenziata. Sembra una favola, ma accade. Qui. Il concerto va benone, anche se funestato da un vento forza otto. A fine serata ci portano ad assaggiare il moscato e il passito, che sono il fiore all'occhiello del luogo e rimango affascinato dalla pazienza e dalla passione che richiede la preparazione di questi vini.
Si finisce a parlare di storia, di Greci, di Saraceni, di barzellette candidamente osé e di aneddoti di un'Italia che non esiste più, con un'allegra brigata di ultrasessantenni. Ultimamente mi diverto più con loro che con i miei coetanei. Brutto segno.
11 agosto – Capo Bonifati (CS)
Siamo a due passi dalla spiaggia di Guardia rovente, ormai in buona parte inesistente. Le date vicino casa sono sempre più ricche di tensione: è paradossale ma il fatto di giocare sul velluto, aumenta l'ansia da prestazione. E poi i parenti, gli amici, la gente che ti conosce da sempre e il desiderio di dare a tutti la giusta attenzione, consapevole che così non può essere. Il locale è sul mare ed ha un bel giardino spazioso. La sera arriva, il giardino si riempie fino in fondo, il concerto è ok, anche se alla fine ho la sensazione di una prestazione professionale, ma probabilmente è una percezione solo mia. In prima fila, assieme a ragazzini urlanti c'è un reparto geriatria niente male, rigorosamente piazzato su sedie di plastica. Mammarella Sas e compagne di merende ormai fanno parte dello spettacolo e il pubblico apprezza. Nient' altro da segnalare e non è che ne sia proprio felice, forse mi aspettavo di più.
13 agosto – Senigallia (AN)
Se qualcuno unisse con una matita, ripercorrendo la successione delle date, i pallini delle città toccate fino ad ora, comprenderebbe quale tipo di microclima reale e psicologico ci sia in questo momento nel nostro furgone. Fortuna che c'incazziamo a turno e ad intervalli regolari e che abbiamo escogitato alcune piccole astuzie anti- stress, altrimenti il secondo album sarebbe uscito probabilmente postumo. All'altezza di Salerno parte il momento Gennaro D'Auria , fantomatico veggente e cartomante partenopeo, già noto per il "Cicciput" di eliana memoria. Spesso si tratta di repliche mascherate da dirette e non sempre il nostro beniamino è all'altezza della sua fama, ma quando arriva la perla non ce n'è per nessuno. Radio Camaldoli Stereo, FM 88.6, provare per credere. Poi arriva il momento "Boris" abbiamo visto due serie e mezzo in poco meno di un mese e ormai è tutto uno "smarmella", "vai a cazzo di cane" e "dai, dai, dai". E non dimentichiamo i tarallini al finocchietto, mai troppo lodati per la loro funzione sociale di amalgama fra i viaggiatori musicisti. Stasera si suona a Senigallia, nientepopòdimenoche nella Rotonda sul mare cantata da Fred Bongusto. La spiaggia sembra il plastico di Risiko: tutto ordinato, diviso per colori, organizzato. Ripenso alle nostre spiagge e sorrido, ma in fondo le preferisco così come sono.
L'acustica non è all'altezza della nomea del posto: è tutto vetri e piastrelle e sembra di suonare in una cattedrale. A fine concerto la gente è felice comunque, nonostante il "wojtilizer" sulla voce e così, visto che è metà agosto, ci diamo alla bella vita, cercando cicale e ciccando liberi nei gusci delle cozze.
15 agosto – Montegiordano (CS)
Siamo qui già da ieri. Abbiamo amici che ci ospitano, per cui approfittiamo di un mare meraviglioso e ci lanciamo in un ferragosto alla "Ricchi, ricchissimi, praticamente in mutande". Panini, birra e cocomero in acqua. Il concerto è rilassato e a suo modo partecipato. In piazza c'è quasi tutto il paese, il cabaret quasi soverchia la musica, ma la portiamo a casa.
Due giorni di stop e poi si riparte.
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L'articolo Brunori S.A.S - Tour Report di Brunori S.A.S è apparso su Rockit.it il 2011-08-03 00:00:00
COMMENTI (9)
E la tappa in Abruzzo del 20 di Agosto??
Bravo Brunori attenzione però ad augurare la benedizione di dio al Sig. De Min..
peccato non ci sia la serata di luglio ad Enna :)
memorabile.
ha ragione margherita!!! speravo parlassi anche della telefonata che ti ho passato durante il concerto!!! :)
ma dario, hai finito il report proprio prima della data di cese di avezzano? E no, non si fa!
grande Dario e grande dimartino non vedo l'ora di rivedervi insieme dal vivo.:]
[: maria fiori ringrazia vivamente :)
Che vergogna... un'agosto in calabria e non sono riuscito a vederlo neanche per sbaglio! =(
grande!!!! anche con i dimartino, bravo dario, bello bello! già già già!