Trent'anni dopo "Fastidio" di Kaos è un disco molto più contemporaneo di quelli che escono oggi

Siamo andati al Magnolia a Milano per il tour del rapper, che per la prima volta ha portato in giro in "versione originale" il suo disco del 1996. Abbiamo ascoltato un flow unico e dei suoni fantastici, e ci siamo resi conto di come il trionfo attuale dell'hip hop abbia fatto "anche cose buone"

Kaos e Dj Craim al Magnolia - tutte le foto sono di Silvia Minenna
Kaos e Dj Craim al Magnolia - tutte le foto sono di Silvia Minenna

Sabato pomeriggio. A Milano piove senti come piove madonna come piove (citazione che difficilmente potrebbe giungere più a sproposito di così) e mi accingo ad ascoltare un disco che ho ascoltato davvero tante volte e che non ascoltavo da davvero tanto tempo. Quando uscì Fastidio di Kaos, primo vero album solista dopo i tempi dei Radical Stuff, era il 1996. Lui aveva 25 anni, io 12. 

È verosimile, anche se non ricordo, che io quel disco non lo abbia ascoltato appena uscito, tra un panino alla nutella e una puntata di Holly e Benji, ma ci sia arrivato entrato in contatto dopo tre o quattro anni. Allora era possibile, oggi una settimana dopo l'uscita un disco va assieme all'umido sul balcone. Come Marco Fiorito aka Kaos One ebbe a capire tra i primi l'hip hop "si trasmette per contagio", a me lo aveva passato un fratello di quattro anni più grande. A contribuire al delay il fatto che vivessimo all'estrema periferia dell'impero, dove la musica fluiva ancora più lenta. Sorrido pensando che due tra i dischi più importanti della mia vita (l'altro è chiaramente SxM) siano stati realizzati appena prima che io potessi comprenderli, e dallo stesso gruppo di persone. 

Kaos live
Kaos live

Mentre ascolto il disco, non mi risalgono dunque alla mente gli anni delle Montana nell'Eastpack e delle fughe dai metronotte, o dei primi passi di break dance, perché non ci sono mai stati. Quel disco io l'ho amato per osmosi, ma questo non intacca nulla del sentimento che provo per esso. Nemmeno dello stupore che mi coglie a riascoltarlo adesso, e notare tutta una serie di cose di cui non avevo più minimamente percezione. Fastidio suona oggi come un disco freschissimo.

Certo, il periodo storico in cui è registrato (e pure il luogo: la stanza di una storica casa occupata di via Garigliano, nel quartiere Isola a Milano) si sente da tanti dettagli – la parola "b-boy" che torna spesso, oppure "spacchiuso", i riferimenti alla zona di Arrigo Sacchi o alla "villa ad Hammamet" –, ma per il resto è un album del tutto contemporaneo. Nel suono, ricercato, capace di alternare boom bap, funky, jazz, suoni cupi e momenti più dilatati, nel flow di Kaos, che oggi, dopo anni in cui non aveva più cittadinanza, più di un artista pare inseguire.

Non ricordavo – anche se effettivamente non c'era alcun motivo di ritenere il contrario – di questo livello le produzioni del signor Piscopo (come da credits del disco), che poi sarebbe Neffa, che ha fatto praticamente tutte le basi dell'album. Non ricordavo la profondità a cui può giungere Kaos con le liriche, che tengono assieme il linguaggio per gli adepti del rap, impegno, momenti introspettivi laceranti.  

Dj Craim
Dj Craim

Poco male, avrò modo di rifarmi poche ore dopo, al Circolo Magnolia, dove è in programma il live di Kaos. Sarà una serata speciale, perché l'artista suonerà per la prima volta in "versione originale" (o quasi) le tracce del disco. "Le basi erano in formato dat, sono andate perse e quindi il disco non è di fatto mai stato performato dal vivo su quelle strumentali", ci spiegano da Django Music. Negli scorsi mesi Dj Craim, da anni socio di Kaos sia in studio sia in tour, è riuscito "a estrapolare le basi con l'ausilio dell'AI, e lavorarle per renderle disponibili per i live".

"Non è un tour, è piuttosto un evento", aggiungono. Che, però, di fatto, porta il disco in giro per tutta l'Italia per la prima volta. Nel 1996 erano altri tempi. "Forse Kaos fece un paio di date dopo l'uscita del disco, ma a essere sinceri non si ricorda nemmeno più così bene". Nel frattempo è tutto cambiato. Fastidio è diventato un disco di culto, la nostalgia ha fatto il suo corso e, soprattutto, il rap ha smesso di essere una grammatica per iniziati per diventare linguaggio universale di una generazione. Tra i tanti danni di questa "universalizzazione", c'è anche il merito di aver fatto "recuperare" artisti come Kaos (o come Noyz Narcos, lo raccontavamo qua). 

L'abbraccio con Sean
L'abbraccio con Sean

Entro al Magnolia ed è un sold out-sold out. Nella sala non ci si muove. Mi guardo attorno. Tanti che avranno più o meno la mia età, o qualcosa di più. Ma una componente per nulla trascurabile quando, 28 anni fa, fu pubblicato Fastidio probabilmente non era nemmeno in progetto. Oppure i fan di Kaos portano benissimo i loro anni, che dire. D'altra parte se, dopo dieci anni di silenzio e ancora prima di pubblicare il nuovo (incredibile) disco, i Dogo hanno bruciato 100mila biglietti, significa anche che i ragazzi non hanno problemi ad ascoltare roba vecchia.

Fa una certa impressione, dopo averlo visto più di una volta live in questi anni in piccole discoteche o bar di provincia, davanti ad alcune decine di persone (ma gli show erano sempre enormi). La gente è fomentata, canta dalla prima nota all'ultima, cercando (con discreti risultati) di stare dietro al flow killer dell'artista. Sul palco ci sono solo lui e Craim, dietro di loro un telo in cui scorrono i titoli dei pezzi del disco. Sembrano un po' fatti con Paint, detto con estrema tenerezza. 

I pezzi di Fastidio scorrono uno dopo l'altro. Kaos dedica alla leggenda Phase II Il codice, l'inno di ogni writer cresciuto negli anni '90. Ricorda più di una volta come Milano sia un pezzo importante della sua vita e di questo disco, che qua è stato registrato. Menziona le persone con cui è cresciuto e che lo hanno affiancato nel disco: Neffa (che oltre alle basi canta in Meglio Che Scendi e Ora non ridi più, le cui parti duranti il live non vengono cantate), Deda e Gruff, Skizo e DeeMo.

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L'ultima menzione è per Sean Martin, che sale sul palco con lui per Black Hole. Ed effettivamente... Come già nel pomeriggio riascoltare il disco, il suono è una goduria (restaurata) anche live. Gli scratch, i passaggi più acidi e jazzati, gli assoli di fiato. Kaos introduce domani sarà peggio raccontando come quello fosse un "periodo buio per la sua anima". È il mood di tutto il disco, a tratti dolorosissimo: dietro la patina hardcore e la rabbia a profusione, c'è una componente "emo" a sua volta molto attuale. 

Kaos ricorda come "musicalmente ci avesse visto lungo" nel vaticinare che in futuro saremmo stati invasi di merda. Dice "Fanculo Sanremo, Amici, Sanremo, Sanremo: tristezza infinita". La gente esulta (ma nel buio del vostro divano Amadeus vi vede e Dio no...). Va dato atto a Marco Fiorito di aver già intuito in tempi non sospetti – era il 1996, il rap in Italia era una cosa per una decina di pischelli vestiti oversize per ciascuna città – la direzione che avrebbe preso l'hip hop. "L'Hip Hop ormai è defunto, Non l'affronto, con chi pensa solo al business io non perdo tempo".

Mi viene da pensare a cosa abbia pensato in questi ultimi 28 anni, se già schifava la discografia e "gli impresari" 28 anni fa. In confronto a quelli di oggi facevano beneficienza. Kaos ruggisce nel microfono, sia ne pezzi che tra uno e l'altro. Mi viene male alla gola per lui. Con le rime va come un treno, va molto più veloche su disco. Non si capisce se sta sempre in extrabeat oppure non lo è mai. 

PAIN
PAIN

Su L'antidoto (capolavoro) e Fastidio la gente si fomenta ancora di più. L'uitimo pezzo del disco è, giustamente, Fino alla fine. Un brano "no sense", sei minuti di barre senza sosta, senza ritornello, pieni di riferimenti, statement, incastri clamorosi. Senza dire una parola chiude con una manciata di pezzi immancabili dagli altri dischi. La chiusura è per Quando vengo a prenderti. La gente rimane in sala, ma il bis non ci sarà.

Quando riesce a farsi una ragione del fatto che sia finita, si trasferisce in massa al banchetto del merch. C'è un nuovo vinile, giallo, da comprare (più di uno tra quelli in fila quello "normale", nero, ce l'ha già). Giova ricordare che Fastidio è stato stampato per la prima volta in vinile (in formato doppio LP) nel 2014 dalla Tannen Records. Oggi tutto è cambiato, meno male, ogni tanto, anche in meglio. 

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L'articolo Trent'anni dopo "Fastidio" di Kaos è un disco molto più contemporaneo di quelli che escono oggi di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-03-04 10:14:00

COMMENTI (1)

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  • Lely1989 8 mesi fa Rispondi

    @dfalcini Grande!
    Non so se mi sono commossa di più per le sensazioni da te descritte riguardo a quel pilastro irremovibile che è per me Kaos, sensazioni così simili alle mie...o per la fluidità e l'ironia della tua scrittura.

    Aspettando la data di Roma...per viverlo live...mi riguardo un po' ste foto fantastiche del Magnolia!
    Solo grazie!!! =)