Tutte le sfumature di Smeralda

Ha 23 anni, ama Margherita Vicario come Caparezza o la violinista Lindsey Stirling. Ci siamo fatti raccontare il suo primo EP "Sinonimi e contrari"

Smeralda
Smeralda
09/04/2024 - 12:11 Scritto da Redazione Smeralda 1

Si chiama Sinonimi e Contrari ed è l'EP di debutto di Smeralda, artista distribuita da Universal Music. Ha 23 anni e questo lavoro si propone come un viaggio tre le contraddizioni e le profondità della sua anima. "Sogno di rendere la mia passione per la musica una vera professione. Vorrei continuare a esprimere le mie emozioni e le mie esperienze attraverso le canzoni, sperando di creare un legame profondo con chi mi ascolta," spiega Smeralda, la cui musica è prodotta da Pietro Foresti. 

Qua la nostra chiacchierata per conoscerla un po' meglio.

Perché il nome Smeralda?

Una cosa che non tanti sanno, ad eccezione dei miei amici più stretti, è che Smeralda è parte del mio nome completo. Mi spiego: io, come tutti i miei parenti, ho tre nomi, che si riferiscono ai nonni o ad altri parenti. Io avrei dovuto avere quelli delle mie due nonne, ma nel mio caso, mia nonna Antonina, che detesta il suo nome, ha chiesto di poterne scegliere uno per me. Ho una zia che si chiama Rubina e una cugina il cui terzo nome è Diamante. La terza pietra preziosa che è venuta in mente a mia nonna è stata lo smeraldo. E devo dire, sono molto contenta della sua scelta, perché il mio terzo nome mi piace molto, anche per via dell’associazione al colore verde, uno dei miei preferiti. Quando poi si è trattato di decidere quale potesse essere il mio pseudonimo da cantautrice, la scelta su Smeralda è stata praticamente naturale.

L'ep si chiama Sinonimi e contrari: che rapporto hai con le parole?

Sin da piccola sono sempre stata una lettrice accanita. Adesso leggo un po’ meno di una volta, ma quando ero piccola potevo divorarmi un libro al giorno. E sì, mi divertiva molto sfogliare il dizionario, tant’è che al liceo ho fatto il linguistico. Mi è sempre piaciuto studiare le strutture nascoste di una lingua, e i giochi di parole che si associano ad essa. Penso che rivelino tantissimo della cultura che c’è dietro. Inoltre scrivere mi stimola tantissimo, sento che mi porta a ragionare più a fondo su concetti a cui non avevo pensato prima, se non superficialmente. Tra l’altro, questo succede non solo nella musica, ma anche nella mia vita universitaria. So che quello che sto per dire farà rabbrividire i più, ma adoro scrivere le tesi. Lo so, è strano, ma sento così di poter dire in tutto e per tutto la mia.

Quando e come hai iniziato a suonare?

Sono sempre stata attratta dalla musica. Già da piccolissima stressavo i miei genitori con le mie esibizioni caserecce, e li bombardavo con Fuori dal tunnel di Caparezza e Hips don’t lie di Shakira. Avevo quasi iniziato a studiare pianoforte a 5 anni, anche se avrei voluto imparare il violino, ma la classe era al completo. Cosí ho fatto sapere a mia mamma che preferivo giocare al parco con gli altri bambini. Lei mi ha assecondata, sapeva che se fosse stata la mia strada, sarei tornata sui miei passi. Per quanto riguarda il canto invece, ho sempre saputo di voler cantare, ma ho iniziato effettivamente a undici anni. Mia mamma voleva che prima iniziassi l’iter del cambio di voce della pubertà, e che fossi estremamente sicura del mio percorso.

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A chi ti ispiri?

Sicuramente una prima fonte di ispirazione è la vecchia guardia del cantautorato italiano. Artisti come Battisti, De André, De Gregori e Bennato hanno fatto tantissimo per la mia formazione musicale. In particolare sono i loro testi a smuovere sempre qualcosa in me. Sempre per i testi, per me sono centrali Caparezza, Rancore e Margherita Vicario. Trovo che riescano sempre a sviluppare linee di pensiero innovative e profonde, pur mantenendo dei sound molto nuovi. Per quanto riguarda il suono invece, i punti di riferimento sono più variegati, ma certamente un punto cardine è Lindsey Stirling. È una violinista che mescola la musica classica ad elementi di elettronica, in grado di creare delle ambientazioni mistiche incredibili.

Di Margherita Vicario suoni anche una cover. Chi sono le artiste italiane che più ti comunicano?

Ho scoperto Margherita Vicario perché ho studiato Per un bacio durante le mie lezioni di canto, e ho subito trovato una fortissima affinità con questo pezzo, oltre che con l’artista. Trovo che questa canzone rappresenti appieno anche il mio vissuto: il fatto che la protagonista si affanni tanto e si arrovelli per capire le intenzioni di una persona, facendosi prendere anche dall’ansia, per non ammettere a se stessa che l’unica cosa che vorrebbe è un bacio, mi ricorda molto me stessa. Credo che il termine inglese “overthinker” sia perfetto in questo senso. Per quanto riguarda le artiste italiane che mi comunicano maggiormente qualcosa, oltre alla Vicario, ci sono sicuramente Madame e Ditonellapiaga. Trovo che siano entrambe artiste di spessore e che abbiano davvero molto da dire a livello musicale. Un’altra artista che sto scoprendo ora è Angelina Mango, penso che anche lei avrà molte sorprese da riservarci.

Com'è lavorare con Pietro Foresti?

Lavorare con Pietro è sempre meraviglioso. Non è solamente un produttore eccezionale, ma è anche una bellissima persona e sopratutto un amico. È stato lui a insegnarmi che trovarsi bene personalmente oltre che professionalmente è essenziale per lavorare in armonia e in team, e devo dire che per questo gli sarò sempre grata. Quando incidiamo, assieme a Luca Urbani, presso lo Studio Frequenze, l’atmosfera è sempre rilassata e piacevole. È come una rimpatriata tra amici, si ride sempre moltissimo, e quello che riusciamo a creare insieme è sempre incredibile. Sono davvero fortunata in questo senso, senza ombra di dubbio.

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Che obiettivo ti poni con Sinonimi e contrari?

Con questo EP volevo comunicare quanto molti aspetti nella vita non siano mai quello che sembrano. Ogni canzone, che sembra svilupparsi in una specifica direzione, rivela in realtà il risultato contrario. Mi spiego meglio con qualche esempio: Girasole, che potrebbe sembrare un brano allegro e leggero, in realtà parla di narcisismo ed egoismo, mentre Sublime, che inizialmente parla di stasi e noia, rivela le forti emozioni che si provano nel conoscersi a fondo. È proprio da tutte queste apparenti contraddizioni che nasce il nome dell’EP Sinonimi e contrari: ogni aspetto apparentemente chiaro, rivela sempre il suo contrario. Quindi non ci si può limitare a vedere ogni cosa in bianco e nero, ma sono necessarie tante scale di grigio per comprendere appieno una situazione, o un' emozione. Il mio obiettivo è quello, nel tempo, di descrivere tutte queste sfumature di grigio una ad una, anche per comprenderle a fondo io stessa.

Dove ti vedi tra 5 anni?

Non so dove la vita mi porterà tra 5 anni, ma mi auguro di poter rendere la mia passione per la musica una vera e propria professione. Mi piacerebbe avere la possibilità di continuare a esprimere le mie emozioni e le mie storie, sperando di creare con chi mi ascolta un legame profondo. Mi auguro che le persone possano rivedersi nelle mie parole, e che possano percepirne le sfumature. Punto a creare una mia formazione live e ad arrivare a girare lo stivale in tour. L’idea di condividere l’energia che ci circonda in un concerto con chi apprezza il mio lavoro è un sogno importante. E poi sarei onorata di partecipare a tutta una serie di festival, come il Festival di Sanremo, Il Club Tenco e il Meeting degli Indipendenti. Celebrare la musica con chi ne condivide la passione, credo sia la cosa più bella che possa esserci.

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L'articolo Tutte le sfumature di Smeralda di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-04-09 12:11:00

Tag: pop

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