Quadronno District è un collettivo di fotografi e videomaker milanesi. Facevano parte del nostro photo team ufficiale del festival, hanno realizzato alcuni degli scatti che avete visto in questi giorni e che trovate tutti su rockit.it (nei prossimi giorni, come da tradizione, pubblicheremo uno SPECIALE MI AMI, in cui saranno radunate tutte le foto e i video dell'evento). Oltre a scattare i sei palchi della rassegna, il collettivo aveva la missione di aggirarsi per i backstage e cercare momenti unici e irripetibili, che testimoniassero quel vortice di sensazioni e incontri bellissimi che è un festival. Nella gallery trovate il frutto del loro lavoro, rigorosamente in analogico. Di seguito il loro racconto di quei tre giorni, scorrendo la gallery incontrerete molti dei momenti a cui si fa riferimento.
Siamo come trottole impazzite, girando da un backstage all'altro, da un palco all'altro. Come ogni Beyblade, ogni Robot Roomba e ogni soldato, tendiamo verso la base, verso la trincea.
È lì, nel retro del palco DR. MARTENS, che abbiamo piantato una tenda e istituito la nostra base strategica. È un luogo magico in cui le scene si fondono e si confrontano, si fronteggiano, un punto di incontro tra miti diversi; Vasco Brondi scherza con Calcutta, Naska chiacchiera del più e del meno con Inoki, Nello Taver si tracanna una birra con Ugo Borghetti. Le leggende dell'indie italiano si riuniscono in cerchio per Rondodasosa, Appino, Zen Circus, è più dubbioso, mentre Colapesce, incuriosito, gode dello spettacolo.
Andiamo a cena alla mensa e troviamo la Lovegang che tra una birra e l'altra si prepara per lo show. Il Solero ci chiede: "E mo' ste foto dove finiscono?". Rispondiamo che finiranno su Rockit.it.
In un momento di surrealismo, Pierluigi Pardo appare nel backstage e come il primo dei fanboi dei Coma Cose, intona ogni singolo pezzo, con veemenza. E ancora, Chiello si fionda ad abbracciare Colombre dopo il suo live, è una fratellanza che permea.
Il backstage è anche il luogo in cui si respira amicizia vera. Come Kety e Massimo Pericolo, che, come al poligono, sparano cazzate una dopo l'altra. Nello se la ride. Frah Quintale e Coez, fresconi, irradiano il palco con un assaggio del loro nuovo progetto.
Drast, il gigante buono, si muove di backstage in backstage, godendosi il momento dopo il suo show, sentendosi a casa. Quelle leggende dei Verdena popolano il backstage, vere rockstar che vivono la tensione. Alberto fa cù-cù solo di tanto in tanto, nel caos del backstage DR. MARTENS. Alcune aree del palco erano inaccessibili. Impossibile però perdersi Vasco Brondi davanti ad una Collinetta gremita.
Tra un headliner e l'altro, ci prendiamo 30 minuti di pausa per ascoltare l'ultimo macho, Tony Scorpioni, che con qualche minuto di ritardo a causa della sua navicella spaziale lasciata in doppia fila, incanta il pubblico con il suono del futuro - e un doppio cambio outfit.
Alice e Altea passeggiano.
È il momento dell'outsider: Rondodasosa. Scortato da 10 guardie, concentrato e serio. Parla solo con i suoi, non interagisce con gli altri artisti. Lascia tutti a bocca aperta. Show. Mosh pit. Mic Drop. Ringrazia Milano raccomandando a tutti di "fare i bravi".
Atto finale, Cosmo decide di aprire le porte di casa e invita tutti sul palco, trasformando il DR. MARTENS club in una casa occupata. Nel delirio generale dopo il concerto di Cosmo, inventiamo un gioco che non crediamo abbia avuto grande successo: fotografiamo tre artisti dalle gambe in giù per creare un gioco à la Indovina chi?. Chissà quante risate si faranno gli altri. Ajajajaj.
Come si conviene, dopo una grande festa si vanno a ringraziare gli organizzatori e a mostrare riconoscenza agli eroi. Fotografiamo e onoriamo i ragazzi della mensa, (andiamo ad abbracciare e a blessare l'uomo che ci ha tenuti al sicuro, che ci ha salvati dall’uragano Cosmo, il bodyguard del backstage DR. MARTENS, che assomiglia un po' a Romelu Lukaku. Ci manca uno scatto e vogliamo immortalare la mente, Carlo Pastore, che si sta godendo il backstage del MI FAI suonando le maracas dell'Istituto Italiano di Cumbia. Allora mettiamo tutti in posa, ma la Contax T2 si inceppa, il tasto non fa click. Pazienza, 'sto scatto non s’ha da fare.
Le nostre immagini raccontano un'epicità personale, una visione soggettiva del momento. Il MI AMI è come se la nostra playlist preferita prendesse vita sotto i nostri occhi. Ogni scatto di 36 diventa un'opportunità limitata e preziosa, un dardo da usare con parsimonia. E anche se le macchine analogiche non amano le botte del mosh pit, ci sono eccezioni. Come durante l’act di Pop X, in cui non possiamo fare a meno di gettarci dentro la guerriglia.
Non proponiamo l’iconicità classica, condividiamo la nostra visione intima di questi 3 giorni confusionari che sembrano 1. Ogni scatto è un frammento di memoria impresso nelle pellicole, un racconto che rimarrà nei nostri archivi. MI AMI è il festival in cui le magie accadono, dove le leggende si mescolano ai rookies, dove le sorprese esistono e dove la musica crea.
Perché c'è un gruppo di anziani che gioca a carte nel bel mezzo del festival – avranno pagato il biglietto? – perché Frah Quintale è su una ruspa, perché Luca Treno (revolution) si bacia con De Leo, e perché non ci sono foto di Baustelle e Tommaso Paradiso?
Chiedetelo a qualcun altro, noi ci stavamo facendo un giro sulla nave spaziale di Tony Scorpioni.
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L'articolo Tutto il MI AMI, ma su pellicola di Quadronno District è apparso su Rockit.it il 2023-06-01 11:55:00
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