Un'esibizione così, sulla tv italiana, non è roba proprio di tutti i giorni. Tanto più su una rete come il Nove, non così sdoganata rispetto ai due giganti del nostro palinsesto in chiaro, Rai e Mediaset. L'asta del microfono al centro di un tappeto circolare rosso non lascia presagire così facilmente che, tutto attorno, ci siano un pianoforte a coda, un percussionista, un trio d'archi archi e un coro di quattro elementi, almeno a giudicare dalle silhouette che la regia permette di vedere. È tutto pronto perché dalle tenebre emerga Damiano David per presentare a Che tempo che fa il brano Silverlines, primo singolo da solista mentre si trova "in Erasmus" dai Maneskin, come dichiarerà poi durante l'intervista col padrone di casa Fabio Fazio.
Damiano è sui nostri schermi da parecchi anni ormai: l'abbiamo visto crescere dalle audizioni di X Factor fino alla vittoria dell'Eurovision, è diventato un nome gigante del panorama musicale mondiale, adesso è uno che canta di fronte a Springsteen, McCartney e Bon Jovi insieme, sempre dalla chiacchierata con Fazio, e scusate se è poco. La differenza di questo nuovo capitolo della sua carriera con quello a cui eravamo abituati è lampante, e lo si vede dal cambio di look - giacca, baffo alla Clark Gable e appena due lettere visibili del "BALLO DELLA VITA" che ha tatuato sul petto - e dal percorso al di fuori della band per provare a fare qualcosa di diverso rispetto al rock™ con cui si è fatto conoscere fino a oggi.
Al netto di quanto la familiarità col volto di Damiano possa non farla apparire come tale, la sua Silverlines in tv è un momento notevole. Prima fermiamoci un attimo sul brano in sé, realizzato con la collaborazione del producer Labrinth. Il singolo, che parla del vedere il lato positivo di fronte alle avversità, funziona fino a un certo punto: se l'arrangiamento è curatissimo e Damiano regge bene l'ariosità creata dagli svolazzi di piano e archi, è nell'ingrosso fin pomposo del coro che ci si trova disorientati, con quell'"Ooooh oooh oooh" a ricoprire di una solennità pesantissima e barocca una melodia che funzionava proprio nella sua essenzialità. Un brano più frastornante che evocativo, col merito che almeno prova a fare un passo fuori dall'essere "fuori di testa ma diverso da loro". Stesso processo che si può presumere per il disco, in uscita prossimamente: se poi viene fuori un effetto Harry Styles, tanto di guadagnato.
Al netto di queste critiche, non è facile poi restituire un brano così dal vivo, ancora di più in uno studio televisivo. Un po' perché, a meno che non si tratti di programmi dedicati come Sanremo o X Factor, la musica non ha poi tutta chissà che centralità nella nostra tv, un po' perché si tratta di un luogo non adatto, dove c'è una difficoltà intrinseca nel far suonare bene un'esibizione. Non a caso, c'è uno storico abbastanza lungo di band anche parecchio importanti costrette al playback (i Muse a Quelli che il calcio dice niente?). Fazio non è nuovo a scelte di questo genere, certo è raro che una star internazionale – e, incidentalmente, di casa nostra – sia in tv in prima serata a suonare per la prima volta un brano dal vivo: sono cose che succedono più facilmente da Jimmy Fallon che da noi. Il risultato è ottimo, pur con tutti i limiti della canzone stessa.
Fazio lo sa benissimo di aver fatto il colpaccio: "Prima mondiale", ridacchia, mentre Damiano riprende il fiato post esibizione. Quella che segue è un'intervista annaspante, con domande su com'è stato conoscere Mick Jagger o Chris Martin (con l'effetto un po' da nonna che chiede al nipote appena tornato da Roma se abbia visto il Colosseo) e un confronto d'imitazioni con Fazio/Vespa che intervista Damiano/Alessandro Borghese – confessiamo, tutto sommato godibile –, a rendere ancora più bizzarro il contesto in cui questa esibizione è avvenuta. Quindi facciamo come Damiano: fermiamoci a guardare il lato positivo.
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L'articolo Tutto quello che va e tutto quello che non va nel percorso solista di Damiano David di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-10-07 12:11:00
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