"Le strofe più educate e precise che si potessero fare rispetto al rapporto fra me e Chiara: non ho certo intenzione di buttare merda sulla madre dei miei figli Leone e Vittoria. Certo, lo stesso non vale per chi le è stato attorno. Su di loro non ho pietà e non avrò nessuna pietà".
Così ha detto Fedez a commento di Sexy Shop, il pezzo firmato con Emis Killa che nelle scorse ore tutti hanno letto come la sua prima canzone "contro" l'attuale moglie ed ex compagna Chiara Ferragni. Fedez canta “è una vita in salita, una storia infinita/ Che poi è finita, ho male alle dita/ Perché farci del male, è una fede nuziale/ Con il foro d’uscita/ Per ogni tua amica assetata di fama/ Eri acqua sorgiva/ Mani di fata, io ti ho sfiorata, tu sei sfiorita”.
Che sia riferito a Ferragni – e lo è – oppure no, di certo, oltre che di una bruttezza sconvolgente, è un brano molto educato, nella migliore delle tradizioni italiane. Già, perché il nostro Paese ha una via tutta sua alla revenge song, la canzone di vendetta, che è un "genere" musicale a sé, in cui per altro si sono cimentati in tanti negli ultimi anni.
Vediamo prima alcune di quelle internazionali, prima di venire a noi. L'esempio più recente, e più famoso (che ha fatto vivere una seconda giovinezza a questa tipologia di brani) è quello di Shakira, che dopo essersi mollata con l'ex marito ed ex calciatore Piquè ha composto il brano Bzrp Music Sessions, Vol 53, un successo spropositato in cui lei diceva cose tipo "Hai scambiato una Ferrari con una Twingo / Hai scambiato un Rolex con un Casio". Queste erano convenevoli, per il resto (e nelle molte interviste rilasciate) gli sberloni erano sonori.
Di precedenti ce n'è a manciate. Justin Timberlake vs. Britney Spears (aiuto, che paura), Beyoncé che sulle corna del marito famoso e fedifrago ha costruito una bella fetta del suo successo sconfinato, o Taylor Swift, la regina del genere (per lo meno pre Shakira) che di pezzi contro i suoi ex ne ha scritti vari, addirittura due tracce di Red, pubblicato nel 2012, All too well e We Are Never Ever Getting Back Together, contro Jake Gyllenhaal, che per via di questi pezzi ha ricevuto anche un bel po' di rotture dai fan.
E ancora Wrecking Ball di Miley Cyrus, che l'autrice raccontò così: "La scrissi dopo che qualcuno mi spezzò il cuore. Volevo solo dirgli 'Vaffanculo' e che fosse numero uno in classifica, di modo che potesse sentirla per il resto della sua vita". O Don’t Speak dei No Doubt, che all’inizio era una canzone d’amore dedicata dalla cantante del gruppo al fidanzato, bassista. Lui però la lasciò, così lei cambiò il testo e la trasformò in una "revenge song" e un successo planetario. E ancora Alanis Morrisette, ma pure, ciascuno a modo proprio, Bob Dylan o Billie Eilish.
In Italia, come detto, le cose sono molto diverse per stile. Più aplomb, meno cazzimma. Chissà se perché ci sia lascia meglio (non si direbbe) o perché i panni si sciaquano in casa. C'è Spaccacuore di Samuele Bersani, che è un capolavoro ma quasi più un penitenziagite che una canzone di vendetta. C'è Bella stronza di Marco Masini, che ci mette dentro la parolaccia. È un testo problematico, di amore e di violenza diciamo. C'è rabbia ma c'è anche grande confusione, quando l'autore dice "Ma se Dio ti ha fatto bella come un ramo di ciliegio. Tu non puoi amare un tarlo, tu commetti un sacrilegio".
Stilosissimo, come sempre, Gino Paoli con Ti lascio una canzone. Con la propria poeticità e romanticismo, il cantautore fa presente all’ex amata quello che si perderà (anzitutto, la sua musica) adesso che «il mondo si è fermato, io ora scendo qui».
Ci sono pezzi che non è del tutto chiaro a cosa tendano, e forse c'entra proprio il fatto che non diciamo le cose così chiare come in altri posti. Secondo Huffington Post "Fred Buscaglione esprimeva il risentimento a modo suo in Eri piccola, cantando: 'M'hai stregato/T'ho creduta/L'hai voluto/T'ho sposata/Eri piccola, piccola, piccola, sì, così!/E cretino sono stato/anche il gatto m'hai venduto'". Era un pezzo cinematografico, in cui la fiction appare più importante che lo scuorno.
Il pezzo accredita alla lista anche Stai lontana da me scritta da Mogol e interpretata da Adriano Celentano. E poi, e qui ci sta tutta, il pioniere del rock demenziale Clem Sacco, che in Baciami la vena varicosa canta: 'Non ti accontenti più dei baci miei, non ti accontenti più delle mie carezze, non ti accontenti più del mio puro amor, sai che ti dico allor: Baciami la vena varicosa, succhiami il dente del giudizio, strappami il pelo del neo'.
Almeno qualcuno che dice le cose chiaramente c'è, pure senza la Twingo.
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L'articolo V per Venditti: le revenge song all'italiana non mordono mai di Furio Dolcini è apparso su Rockit.it il 2024-06-03 14:28:00
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