Nei CBCR dello scorso anno, tra la lista che abbiamo stilato dei nomi da tenere d’occhio per questo 2019 appariva anche il suo nome, Venerus e avevamo ragione.
All’anagrafe Andrea nato a San Siro, si trasferisce prima a Roma e poi a Londra dove ci passa cinque anni e assorbe come una spugna ogni tipo di contaminazione musicale in maniera immediata, necessaria ma soprattutto fondamentale per la sua evoluzione artistica.
"Guardami negli occhi, spara dritto al cuore, per uccidermi non basterà; e poi toglimi il respiro coi tuoi baci lenti, il colore dei miei occhi forse svanirà"
Sbarca di nuovo in Italia e si unisce alla label Asian Fake, in studio accanto a lui MACE e nell’arco di poco tempo il suo esercizio quotidiano di scrittura e composizione diventa un primo EP dal titolo “A che punto è la notte” : la prima traccia IoxTe parte in silenzio con il suono del suo pianoforte a scandire il ritmo jazz, il background della black music e macchie sporadiche di blues che percorrono lineari tutte le tracce seguenti.
Venerus è il prodotto finale del suo stesso nome: tra immagini extraterrestri, notturne e passione tradotta in parole si ritrova a metà strada tra la realtà che puoi toccare o vedere da lontano, come il secondo pianeta del sistema solare, Venere, definito il gemello diverso della Terra e la venus latina, dea dell’amore e della bellezza, la percepisci, sai che c’è ma non la vedi, è aliena. Ti invita silente a fare un salto nel vuoto con lui, senza pensarci più di una volta.
Spesso ha il volto dipinto di colori accesi, fa qualche giro nel firmamento, il suo pianoforte ha due mani bianche rivolte verso il cielo ed è piuttosto difficile non perdersi quando lo si ascolta. "Ho visto Dio cader dal cielo senza far rumore, con le ali in fiamme e gli occhi persi, pieni di terrore, toccare il fondo amaramente di quel suo profondo amore."
Dreamliner è il primo battesimo popolare e Senza di Me con Franco 126 e Gemitaiz lo conferma come un’artista su cui puntare; nel 2019 esce Love Anthem, quattro brani che racchiudono ancora una volta la capacità lirica e la naturale attitudine a mischiare tante cose diverse; l’elettronica è l’ago della bilancia con cui si pesano tutti gli altri ingredienti, il sound che ne deriva ha poco di italiano e molto di internazionale, ti ricorda James Blake ma anche Sampha, perfetto da incastonare dentro la line up di un festival europeo (a meno che non lo abbiate già ascoltato al MI AMI festival quest’anno).
Primo atto della storia di un'artista che sta nascendo, non resta che aspettare i prossimi capitoli.
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L'articolo Ci sono molti motivi per cui dovresti ascoltare Venerus di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-07-11 17:01:00
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