Con Venerus è possibile chiudere gli occhi e immaginarsi altrove

Onirico, fiabesco, magico, fonde in sé generi e stili. In Italia non c'è nessuno come Venerus oggi. Scopriamolo meglio riavvolgendo la sua discografia, in attesa del suo live a MI AMI il 24 maggio che si preannuncia imperdibile

Foto di Venerus dall'ultimo tour - Silvia Violante Rouge
Foto di Venerus dall'ultimo tour - Silvia Violante Rouge

Venerus – uno degli artisti più attesi di MI AMI 2024, dove suonerà venerdì 24 – è diverso dagli altri. Su di lui uno può mettersi ad analizzare i dischi, a lanciarsi in disamine sulla sua produzione, e via dicendo. Però, è importante che tutto questo sia accompagnato dall’ascolto. Perché di cantautori così in giro non ce ne sono mica tanti, ma anche perché è l’unico modo per comprenderne a pieno l’originalità e i messaggi.

Ci sono diversi momenti nella vita in cui essere grati a Venerus. Per esempio, quando si sta affrontando un lungo viaggio in pullman, seduti al posto finestrino. Nelle sere in cui si rimane a casa mentre fuori i fenomeni atmosferici sono ostili. Nei momenti di intima tenerezza in due, in cui si pensa che forse stavolta si fa sul serio. Durante le drunk walk home. Nelle mattine d’estate che iniziano lente e all’ombra. E la lista potrebbe continuare ben più estesa.

La musica di Venerus, in Italia, arriva nel momento storico della transizione tra l’itpop e la trap, ma non potrebbe essere più lontana da questi due mondi. È un cantautorato onirico, a tratti fiabesco, magico, per riprendere il titolo del suo primo album. Le sonorità spaziano dall’ambient, al soft jazz, all’elettronica, in alcuni brani sfiorano addirittura lo shoegaze. Sopra, c’è una voce calda e intonatissima che si riconoscerebbe in mezzo a milioni di altre.

Venerus ha attraversato, nella sua carriera, una transizione non solo di stili, ma anche in senso lato del modo in cui fare musica. I primi lavori, dagli EP fino al primo album, Magica musica, erano opere lunghe, complesse, che riuscivano però a non perdere mai la qualità. Le produzioni, e soprattutto le post-produzioni, affidate quasi sempre a MACE con qualche eccezione, sono elaborate e sono lo scheletro su cui si reggono i brani. Anche i live erano strutturati allo stesso modo. Le canzoni, come si può ascoltare in Magica musica Tour 2021, venivano allungate, diventavano delle vere jam session – Venerus costruiva dal vivo un universo entro cui abitare e dove rifugiarsi.

Con Il segreto, il secondo disco (ma ci sono degli ep notevoli di mezzo), i pezzi sono diventati più essenziali. Non solo la durata è diminuita – meno della metà di Magica musica. Le canzoni si reggono di più sui testi e sulle melodie, con le produzioni sempre iper-presenti ma meno protagoniste. E la stessa cosa per i concerti. Il tour a seguito dell’album fu strutturato con una rock band di cui Venerus era il lead, e gli arrangiamenti rimasero più fedeli agli originali.

Quello che rimane immutato nella musica di Venerus è quanto dicevamo sopra, ovvero la dimensione onirica e fatata dei brani. Brani che rendono facile fare quello per cui la musica dovrebbe servire, ovvero immaginare degli altrove da abitare ad occhi chiusi.

Qua di seguito ce ne sono cinque, da ascoltare per credere. Che sia su un autobus, a piedi verso casa a notte fonda dopo troppi gin tonic o mentre si scoppia di affetto, queste canzoni sono dei treni su cui saltare, che portano ogni volta verso destinazioni da inventare.

Al buio un po’ mi perdo

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Al buio un po’ mi perdo è un brano prodotto da MACE e contenuto nell’EP Love Anthem del 2019. Raramente ho trovato una concentrazione di quattro pezzi di questa qualità all’interno dello stesso raccoglitore, e fosse stato per me li avrei inseriti tutti e quattro in questa lista – ma sarebbe stata una rappresentazione troppo parziale di Venerus.

Il brano parte leggero e delicato, poi nel ritornello entrano i bassi. Parla dei momenti in cui ci si isola, quando il tempo non passa mai e la testa prova a inventare qualche sogno, con la paura che per alcuni possa essere troppo tardi. Brutale, onesto, condivisibile. L’incubo di vivere nell’equilibrio tra il non voler capire e il capire tutto, nell’attesa che arrivi qualcosa, o forse qualcuno, a salvarci.

Ioxte

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Prodotto da Frenetik&Orang3, è un pezzo tratto da A che punto è la notte, EP pubblicato nel 2018. È uno dei pezzi più jazz della discografia di Venerus, ed è una canzone d’amore. Sfioro la tua schiena nuda sulle mie labbra canta nella strofa, mentre sullo sfondo si sentono i fiati. Un brano dolce, quasi psichedelico, molto personale, di quelli che condividere è bellissimo.

Non imparo mai

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Contenuto nell’ultimo album in studio, è uno dei brani più “pugno nello stomaco” di Venerus. Il tema è tanto facile quanto spaventoso: l’inizio dei trent’anni, e il realizzare di condurre una vita agli antipodi di quella che la società impone. Il dilemma interiore tra chi ci chiede quando abbiamo intenzione di crescere e svegliarsi tutte le mattine in hangover per avere, ancora una volta, esagerato la sera prima. E continuo a rifare le stesse cazzate / mi infilo davvero ogni volta negli stessi guai si ripete nel ritornello. Una canzone perfetta da ascoltare quando la vita che si vive è proprio quella descritta qua. Perché quello che rimane, alla fine, è che non solo siamo in tanti a farci compagnia, ma anche che va benissimo così. Per crescere ci sarà tempo, o magari siamo davvero in ritardo, ma ad ogni modo adesso non è il momento di pensarci.

Canzone per un amico

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Canzone per un amico fu rilasciata in pieno lockdown, ma a differenza di buona parte della musica pubblicata durante quei mesi, non è un brano figlio della situazione. Nel senso che niente, dal testo, alla musica, alla produzione rimanda a quel periodo o prova a descriverne le sensazioni. È una canzone che per certi versi colma un buco nella musica: di amore felice, di amore triste o di amore medio parlano miliardi di brani – ma sull’amicizia ce ne sono pochissimi. Racconta la gratitudine verso gli amici, cosa a cui appunto si pensa poco spesso, ma che quando lo si fa, di solito viene un po’ da piangere.

Ogni pensiero vola

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Brano di apertura di Magica musica, è un manifesto programmatico di quello che ho cercato raccontare finora, e che ho voluto tenere per ultimo per poterlo utilizzare come sintesi. Forse è che appartengo a un mondo un po’ magico / vorrei volare via lontano da qui sono i versi di apertura del ritornello. Qua mi fermo, non per la questione del ballare d’architettura, che abbiamo appurato essere un’idiozia, ma perché potrei sforzarmi per trovare le parole giuste per descrivere l’assurdità di questo pezzo, ma tanto non sarebbero sufficientemente precise. E allora tanto vale ascoltarlo direttamente, no?

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L'articolo Con Venerus è possibile chiudere gli occhi e immaginarsi altrove di Filippo Colombo è apparso su Rockit.it il 2024-05-20 12:00:00

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