Charli XCX scansati, questa è l'estate di Anna

Rivendica di poter parlare come un maschio (e ne ricalca molti cliché), fa numeri mai visti prima da un’artista del suo genere, soprattutto se si considera come tutto è partito. Alla radice del fenomeno Anna Pepe, la “vera baddie” capace di ridimensionare persino la “brat summer”

Anna - foto di Andrea Ariano
Anna - foto di Andrea Ariano

Mentre la Swiftmania investiva l'Italia con la doppietta di concerti a San Siro della più celebre popstar del pianeta, qualcosa stava succedendo nella classifiche FIMI sugli album più ascoltati in Italia. Un'altra artista, che però arriva dal rap, si trova sulla vetta per due settimane consecutive, dopo che già aveva scalzato Geolier – uno che fa numeri da spavento, come l'Italia intera ha potuto percepire durante Sanremo – debuttando al primo posto col suo nuovo album. Stiamo parlando della autoproclamata best bitch ever Anna Pepe, in arte solo Anna. Un fenomeno tale per cui, mentre nel resto del mondo spopola la "brat summer" come effetto del nuovo disco di Charli XCX, qui da noi è più la stagione della Vera baddie (questo il titolo dell'album di Anna).

Si sprecano le mail trionfali su questo risultato dagli uffici stampa, accompagnate da quei dati a metà tra le statistiche Opta e quei record improbabili che si trovano sul Guinness dei primati: disco di un’artista rapper donna più ascoltato nel mondo nelle prime 24 ore su Spotify, 19 brani presenti simultaneamente nella top 100 singoli FIMI, 3° album più ascoltato al mondo su Spotify al momento della sua uscita, il singolo 30°C come il miglior debutto di sempre su Spotify Italia per un’artista donna solista con un brano non in gara al Festival di Sanremo (potrebbe servire rileggerlo un paio di volte), eccetera eccetera. Al netto della grande macchina autocelebrativa – e per carità, sacrosanto che sia in moto in questo caso –, sono tutti indici che siamo di fronte a un fenomeno fuori dal comune.

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Tutto questo successo non arriva affatto per caso, ma ci sono tutta una serie di elementi che mostrano come Anna rappresenti qualcosa che nella nostra musica fino a prima di lei non c'era davvero. Il rap è da sempre un gioco per maschietti, affermarsi in quel contesto sembra sempre più difficile per le artiste donne. Giusto Madame ci è riuscita molto bene negli ultimi anni, con una solidità e una maturità artistica sorprendente, appena sotto c'è l'esempio di BigMama, ma qua siamo comunque di fronte a qualcosa di diverso. Madame ha un approccio conscious, BigMama fa della musica un manifesto di empowerement lasciando spazio anche a momenti più melodici e intimi, Anna invece rivendica la sua indole tamarra con orgoglio, è una fiera adepta di Nicki Minaj – a cui ha pure aperto il concerto lo scorso 3 luglio a Milano – ed è riuscita a costruirsi la propria credibilità dopo essere stata catapultata sulla scena da un brano come Bando, qualcosa che poteva essere tranquillamente una one hit wonder figlia del web e nulla più. E invece Anna è rimasta qui, per una traiettoria che in realtà si poteva più o meno prevedere.

Già al suo primo live, nel settembre 2021 a MI MANCHI, ANCORA, la versione pandemica del MI AMI, aveva mostrato una garra non da poco. La sua era stata inevitabilmente una performance acerba, eppure la capacità di tenere il palco era notevole, con tanto di discorso un po' naif sul suo rapporto con la scuola e i professori: decidere di prendere l'occasione di avere un palco a disposizione per lanciare un messaggio mostrava se non altro la consapevolezza di starsi prendendo uno spazio e di avere la libertà di gestirlo come meglio lo si crede, anche andando fuori dalla performance che le veniva richiesta. Ma il meglio succedeva alla fine del live, quando nel backstage Anna, mentre stava fumando, veniva intercettata dalla fotografa Silvia Violante Rouge per farle uno scatto. "Con la sigaretta magari no", era stato l'intervento bonario di un membro dello staff di Anna, al che lei aveva replicato: "E perché no? Ho 18 anni!".

Anna fotografata da Silvia Violante Rouge al MI MANCHI, ANCORA nel 2021
Anna fotografata da Silvia Violante Rouge al MI MANCHI, ANCORA nel 2021

18 anni. Vale la pena ricordarselo: Anna è giovanissima, classe 2003, ma si è sempre posta come una rapper consumata (anche se a vedere le foto dell'epoca con quelle di oggi sembra quasi un'altra persona). Testi mega espliciti, rime serrate, attitudine e personalità da vendere ne fanno una diva della scena perfettamente inserita nel contesto, che accetta i canoni del game dei colleghi maschi e li declina a modo suo, senza imbarazzo o innaturalezza. Anna parla di soldi, di sesso, del voler spaccare e essere la più forte di tutti, di un successo che è evidente, come abbiamo visto prima, anche se non è trasversale su tutta la popolazione italiana. "È bellissimo se i boomer non sanno chi sei", aveva dichiarato in un'intervista poco tempo fa, proprio per sottolineare come il pubblico di Anna sia fatto di giovanissimi e soprattutto giovanissime, che si trovano (finalmente) rappresentate da qualcuno di più nel genere di gran lunga più popolare tra i loro coetanei.

Se i colleghi maschi hanno preso termini come OG e amenità varie dall'America, Anna ha fatto lo stesso con baddie, facendolo suo. "Anna ha dato un termine per quelle ragazze a cui piace quel genere musicale: invece di identificarsi nella troia di turno cantata da un rapper, possono ritrovarsi nella baddie che spacca il culo agli uomini. Io a 13 anni ascoltavo Fabri Fibra, non avevo un punto di riferimento femminile. Anna ci ha messo la faccia e la voce senza mai rinunciare al suo essere donna" mi spiega B., fan sfegatata di Anna che ha dato un contributo imprescindibile per questo articolo. "Anna scardina il mangaze autodeterminandosi e autorappresentandosi, e di conseguenza le fan". 

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Quello che di Anna scricchiola un po' è lo stesso che vale per i suoi colleghi, non ultimo lo stesso Geolier di cui parlavamo poco tempo fa: Anna è perfettamente incasellata all'interno di una discografia su dei binari talmente rigidi che la creatività rischia di venire meno. Vera baddie ha l'inevitabile infilata di feat. che va da Guè a thasup, da Lazza a Sfera, quando era più interessante cosa avesse lei da dire e basta, in un disco per di più scritto interamente da lei. Così come lo stesso singolone 30°C, che ci presenta Anna in evidente modalità tormentonesca, è qualcosa che stride rispetto all'immaginario baddie che tanto funziona nel complesso, con buona pace del record citato qualche paragrafo qua sopra.

In ogni caso, che abbiamo di fronte un qualcosa capace di rimescolare un po' le carte in gioco è abbastanza evidente. Lo dimostra anche la sfilza di live nei club che attende Anna in autunno, con tanto di 5 Fabrique a Milano di cui 4 già sold out. Se ancora non l'avessimo capito, quello che Anna diceva in Bando alla fine si è rivelato vero: "Anna fattura e no, non parlo di buste".

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L'articolo Charli XCX scansati, questa è l'estate di Anna di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-07-18 12:00:00

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