A metà degli anni '80, così lontani e così vicini, lo streaming non era neanche nei sogni turbobagnati degli adolescenti, che se volevano ascoltare qualcosa dovevano comprare dischi o cassette e se volevano essere informati sulle novità, dovevano per forza affidarsi ai pochi mensili musicali in edicola. Rai e (ai tempi) Fininvest parlavano raramente di musica, quasi mai di quella un po' diversa dal solito pop. Mentre gli Stati Uniti avevano MTV, gli italiani dovevano accontentarsi di Discoring o Deejay Television. Il 2 aprile del 1984, la situazione cambiò radicalmente quando le frequenze non ancora digitali di Elefante Tv, iniziarono a trasmettere il video "All Night Long" di Lionel Ritchie, che dette il via alla programmazione di Videomusic, la prima emittente musicale d'Europa.
Chi ha più di 30 anni, ricorda bene il primo logo con la M verde e la scritta Video, le scenografie cyberpunk, ma soprattutto i volti dei primi veejay: Rick & Clive, Claudio De Tommasi, Elisa Jane Satta, Attilio Grilloni, Monti & Baldini, Clare Ann Matz, Mixo e i nomi dei programmi, alcuni dei quali talmente avanti da non avere mai avuto rivali neanche a 30 anni di distanza: Heavy con Kleever, Moka Choc, Blue Night, Indies, Rock Revolution, Crazy Time, Zona Mito e Segnali di Fumo.
Ecco, prendiamo un respirone perché qui le cose si fanno ancora più fighe e ricordarle così, di botto, potrebbe far scendere più di una lacrima ai nostalgici. Stavolta però non sarebbe il solito glorificare il passato che ci sembra bellissimo solo perché siamo invecchiati, stavolta ne abbiamo ben donde: Videomusic ci ha insegnato la cultura musicale, anche quella più ostica. Abbiamo impresse nella memoria interviste a Einsturende Neubauten o Cranes, programmi sulle avanguardie newyorchesi o sulla scena lesbo hardcore e una copertura totale su quella metal-alternativa italiana, dai Death SS ai Bluvertigo.
Giunti negli anni '90, cambiato lo storico logo con uno più giovane e frizzante (in realtà meno bello, ma anche meno clonato da quello di MTV), l'appuntamento fisso con la musica dal vivo prese il nome di Segnali di Fumo, il contenitore pomeridiano che dal 1993 al 1996, ha portato nelle nostre camerette dei live che non osavamo neanche inserire nelle preghiere domenicali, tanto erano impossibili: si parla dei Kyuss ad esempio (con Josh Homme alla chitarra, che avrebbe poi fondato i Queens of the Stone Age), che ci spettinavano nel doposcuola, direttamente dalla tv. Ospitoni stranieri a parte, Segnali di Fumo era il palco preferito per le band italiane, che altrimenti non avrebbero trovato spazio in tv a causa della loro musica non addomesticata. Per fare un'analogia che ci riguarda da vicino, quelli che oggi suonerebbero al MI AMI, a metà degli anni '90 suonavano in tv ogni pomeriggio, per il piacere di quelli che, come noi, trovavano finalmente qualcosa che li rappresentasse.
La conduzione di Segnali di Fumo era affidata a Paola Maugeri, praticamente la professoressa di musica alternativa di tutti gli adulti di oggi (e, non se la prenda, il sogno erotico/romantico di una generazione), che nelle varie edizioni è stata affiancata a partner maschi, che agivano da comprimari, giusto per farvi capire com'eravamo già belli progressisti. Quello che si ricordano un po' tutti è Claudio Cingoli, il Kaimano col crestone (oggi produttore e regista tv), mentre molti tendono a scordare l'apporto di Mikymix (oggi Caparezza) e di Laura Freddi.
Grazie a loro potevamo assistere ai live in studio e alle interviste delle band che più ci piacevano nell'era pre-digitale, quella in cui non potevi nasconderti, in cui se ti piaceva un certo tipo di musica, rincorrevi concerti ed eventi in tutta Italia, partecipavi attivamente e sceglievi le tue amicizie in base al gruppo ritratto sulla maglietta. L'epoca in cui chi andava in discoteca e chi suonava non s'incontravano mai, in cui ogni vestito sdrucito, ogni scritta a penna sulle mani, ogni taglio di capelli impossibile, mostrava quanto fossi alternativo alla massa. Una possibilità che, per la prima volta, prendeva piede anche in provincia grazie proprio alla tv, che portava direttamente in casa mode e suoni che, quelli che abitavano nei luoghi dove l'unico negozietto di dischi si spingeva al massimo fino a Vasco Rossi, non avrebbero mai potuto ascoltare altrimenti.
I '90 erano un po' i '60 rovesciati, le istanze di rivolta c'erano tutte, tornarono in auge autogestioni e occupazioni, i primi cortei contro il Governo (c'era Berlusconi ai tempi) e i film che davano voce alla Generazione X, quella che aveva scoperto che il disagio poteva essere indossato come un'armatura: da Jack Frusciante è uscito dal gruppo a Tutti giù per terra, per la prima volta qualcuno parlava di noi senza filtri. In quel clima floridissimo, d'impegno e di voglia di novità, le band alternative crescevano come erbacce in un campo abbandonato e diventavano il romanzo di formazione dei giovani alternativi: C.S.I., Marlene Kuntz, Afterhours, Bluvertigo, Subsonica, tutto il Consorzio Produttori Indipendenti, Ritmo Tribale, Timoria, Yo Yo Mundi e i vecchi Litfiba, ai tempi depositari della scena anni '80. Loro e tutti gli altri, un passaggio a Videomusic prima o poi l'hanno fatto e molti di loro sono stati lanciati proprio da Segnali di Fumo che, quando non aveva gli ospitoni, dava spazio anche a band minori, che vincevano concorsi o semplicemente che venivano reputate interessanti. Ecco, pensate un attimo a quelle cose aberranti in tv tipo Sanremo Young con la Clerici o alla scuola di Amici che produce interpreti in serie: 20 anni fa, se avevi una band figa ti beccavi un passaggio televisivo e quel giorno lì eri il king.
Qui sotto, giusto per dare qualche input alla vostra memoria, alcune esibizioni tra quelle che abbiamo trovato sul Tubo, salvate dalla polvere da qualche benefattore pirata, che ci ricorda come eravamo e come siamo diventati. Su, smettetela di piangere, dalla nostalgia ci passano anche i quindicenni, figuratevi voi.
Morgan spiega la musica dei Bluvertigo
I Ritmo Tribale con Edda alla voce suonano unplugged
I Timoria con Francesco Renga alla voce
Il Santo Niente con Umberto Palazzo
Gli Africa Unite live
Fabrizio Tavernelli degli AFA presenta Materiale Resistente
I Litfiba in versione ruock presentano Spirito
I Karma portavano le chitarre potenti e piacevano a chi cercava il grunge in italiano
Un bonus, un regalo: Joey e C.J. dei Ramones negli studi di Segnali di Fumo
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L'articolo Segnali di Fumo su Videomusic, quando le band alternative suonavano live in tv di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-03-12 12:00:00
COMMENTI (15)
Io ci ho scritto un libro su questo periodo bellissimo,
scatoleparlanti.it/prodotto…
Quanti ricordi! Sono dell’83 ma ricordo tutto e mi manca immensamente …lacrimoni o.O
C'erano una volta le band in televisione...
@marinamarrubini ottimo lavoro!
In realtà chi suonava andava anche in discoteca perché si era all'apice del crossover: di notte i rave durante il pomeriggio/prima serata concerti. Paula Maugeri si ricorda anche perchè faceva gaffe assurde perchè di musica leggeva solo i bugiardini e poco oltre, a parte essere irritante come poche se non la prendevi a piccole dosi. Bello aver vissuto quell'epoca, aver assaporato quella musica, quella controcultura/sottocultura, che di certo ci rende immuni da quella del Mi Ami di oggi.
Segnali di fumo segna un fantastico periodo per tutti coloro che preferivano la musica alternativa..era un rifugio dal quale ripararsi da tutta la melma commerciale di quegli anni... Erano anche i tempi della "Catania rock" e dei Flor de mal: l'unica vera band alternativa in mezzo a questi altri nomi "blasonati (?!?)"
youtube.com/watch?v=K3jDCMt…
Grazie infinite per questo bellissimo articolo che riassume la mia vita (sono nata nel 1980), dall’infanzia alla piena adolescenza. Quell’entusiasmo che si provava quando suoni e parole di determinati artisti finalmente parlavano “di te”, “a te”. Oggi ho quasi 42 anni e vorrei provare ancora quelle emozioni nei confronti di gruppi nuovi ma riesco a sentirmi davvero bene solo quando ascolto la musica degli anni’90, perché ero giovane ed avevo IL TEMPO per viverla. Ora la tecnologia ha velocizzato tutto e sono diventata meno “paziente”, meno “attenta” a sfumature che in passato potevo e volevo cogliere.
Soprattutto, non ci sono più né Videomusic né MTV e non so davvero come poter conoscere gruppi nuovi!
Bello... ricordo con piacere quando sono stato ospite a Segnali di fumo, non come musicista, ma come fumettista. D'altronde... segnali di fumo, fumetto... molto avanti anche in quello, quando la "cultura ufficiale" era molto restia. Lì invece fummo ospiti per un pomeriggio a parlare di nuvole parlanti. E dopo, grazie a quella puntata, ho anche lavorato, purtroppo per soli due mesi, poi ci fu il passaggio a Cecchi Gori nella trasmissione Metropolis, sempre parlando di fumetti. E' stato bello... :)
Marco Di Grazia
@marinamarrubini complimenti, un lavoro epico e -credo- unico ancora oggi.