Vieni a contaminarti a LePark

Il car sharing della musica per condividere arte e passione, uno spazio interconnesso che cambia di volta in volta per mettere in contatto musicisti e professionisti del settore, questo è il piccolo miracolo di LePark. Ce ne parla il suo fondatore

Una delle postazioni a LePark
Una delle postazioni a LePark
01/06/2022 - 14:27 Scritto da Redazione

Alberto Roveroni, musicista e producer, racconta lo spazio milanese nato per mettere in contatto artisti e professionisti di ogni tipo, un car sharing della musica per condividere arte e passione.

“LePark è stato un piccolo miracolo”. Ad affermarlo è Alberto Roveroni, musicista, produttore con più di 25 anni di esperienza nel settore e fondatore, assieme a Boxy System – azienda che si occupa prodotti innovativi progettazione acustica –, di LePark, uno spazio interconnesso e camaleontico che parte dalla musica per andare a collegare mondi completamente diversi tra loro, così come artisti a qualsiasi livello si trovino, dall’emergente alla superstar. Un “punto di riferimento dove fare cultura e aggregazione”, secondo l’obiettivo di Roveroni.

Un incontro con Morgan a LePark, foto di Cristian Dossena
Un incontro con Morgan a LePark, foto di Cristian Dossena

LePark è una realtà totalmente all’avanguardia nell’ecosistema creativo italiano, grazie al suo approccio di contaminazione costante e alla possibilità di incroci naturali e inaspettati all’interno delle sue mura. Dopo aver aperto due sedi – LePark 1 in via Pezzotti e LePark 2 in via Sismondi –, ora LePark si prepara a lanciare l’omonima rete dedicata per mettere in sinergia gli operatori del settore e non solo, che vede nel 2022 il suo anno di prova per poi prendere davvero il via nel 2023. Abbiamo contattato Alberto per farci raccontare come è nato e, soprattutto, cosa significa gestire una realtà simile.

Da dove nasce l’idea di LePark?

Una sera, mentre stavo tornando a casa alle 4 di notte dopo una sessione lunghissima in studio, mi sono messo a guardare un palazzo completamente abbandonato. Lì ho cominciato a volare con la fantasia. In quel momento iniziavo a superare i 40 anni e mi trovavo a dovermi confrontare con ventenni, che hanno energia musicale straripante, però gli andava a mancare tutta un’esperienza che invece io ero stato costretto ad acquisire, perché quando io ho iniziato dovevi per forza passare determinate tappe. Mi trovavo circondato da persone che non sapevano più come guardare al futuro, dall’altro vedevo questi ragazzini, serviva qualcosa che collegasse queste due estremità. Cercando un po’ ho trovato questa azienda, Boxy, che costruisce studi di registrazione e prodotti di insonorizzazione per gli studi e ha una grossa vocazione per l’innovazione. Abbiamo provato a costruire questa piccola follia, uno spazio che non fosse nostalgicamente rivolto al passato, ma che guardasse al futuro.

Il recording studio a LePark
Il recording studio a LePark

Cos’è cambiato di più negli ultimi anni della discografia, secondo te?

Si è un po’ perso il concetto di studio come “Temple of sounds”: una volta eri costretti a andare in studio per fare disco, ora non è più così. Oggi un ragazzo con un laptop, una connessione e due microfoni non solo fa un disco, ma può farsi da social media manager e content creator. La filiera è completamente sovvertita, questa tecnologia è per certi versi il nuovo punk perché rompe le regole del gioco. Per questo sono nate tante scene musicali diverse, come spesso succede quando la tecnologia evolve. Io vedevo sempre più questa cosa che da un lato era efficace, dall’altro andava a togliere delle opportunità, ossia creava meno occasioni di contaminazione spontanea, si usava sempre meno lo studio di registrazione perché non c’era il budget, l’esigenza e la cultura dello studio.

LePark
LePark

LePark come si inserisce in questo mondo?

L’idea è di essere una sorta di “car sharing della musica”, poi abbiamo alzato ancora di più l’asticella e abbiamo deciso di creare uno spazio talmente contaminato dove non c’è solo la musica, ma si parla di tutto. Abbiamo preso un po’ di coworking, un po’ di studi associati, un po’ di zone multimediali, le abbiamo messe insieme sotto lo stesso tetto e abbiamo creato questi due spazi. La visione prima di Le Park era tutta verticale, come un grattacielo con i nuovi talenti ai piani bassi e in cima le superstar, senza che ci fosse contatto tra un piano e l’altro. La nostra idea è di mettere questo grattacielo in orizzontale e di abbattere le barriere. Quando tu entri a Le Park, uno vale uno.

Cos’è rete LePark?

LePark ha l’obiettivo di creare una community che connetta mondi diversi in creare una libera circolazione di merci e di idee. Vorremmo che i nuovi talenti bussassero alla nostra porta con delle idee perché è da noi che trovano la squadra giusta per realizzarla. Nell’orbita Le Park viaggiano un sacco di agenzie e figure professionali che si stanno affiliando, così diventa un centro dove incontrare esperti in vari campi che normalmente non troveresti tutti insieme. Siamo ancora in una fase beta, ma quello che vogliamo fare è creare una piattaforma digitale come punto di partenza per aggregare professionisti e sedi a livello nazionale. Il 2022 sarà la nostra fase di sperimentazione, stiamo esordendo con l’embrione della prima piattaforma. Stiamo provando con una cerchia ristretta di situazioni, nel 2023 cominceremo ad allargare sempre di più la community.

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L'articolo Vieni a contaminarti a LePark di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-06-01 14:27:00

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