La vita a Venezia è una questione di 'Tempo'

Lo ska di Marco "Furio" Forieri dei Pitura Freska, il punk del Venezia Hardcore, le feste notturne di Opificio: tre realtà veneziane DOC per tre corti, presentati alla Mostra del Cinema da Venezia FC e Xiaomi. Per mostrare come la musica riesca a ricucire un tessuto sociale lacerato dal turismo

Si potrebbe andare a ripescare quella frase là, quella sulla bellezza di Venezia che non basta a spingere chi ci passa a trasferircisi. Ci si potrebbe arrendere all’invasione quotidiana di turismo sconsiderato, abbagliato dall’italianità a forma di gondola e di maschere di Carnevale. Si potrebbe lasciarsi atrofizzare dalla vita in quella che è ormai diventata una località, più che una città, come ha detto uno dei protagonisti di queste storie. Oppure si va nella direzione opposta, si reagisce, si fa rete, si cerca di ricucire un tessuto sociale lacerato.

 
 
 
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C'è chi questa scelta radicale l'ha presa e la rivendica ogni giorno. E non si parla solo di chi ha fatto di Venezia la sua quotidianità, c'è chi ha cercato di arricchirla con nuove idee e nuova linfa vitale, necessaria, che scorra al fianco dei canali di tutta la città. Come per esempio il cantante e sassofonista di Pitura Freska e Ska J Marco "Furio" Forieri, il fondatore del Venezia Hardcore Fest Samall Ali e i membri del collettivo musicale e creativo Opificio. Tre mondi totalmente diversi che hanno in comune lo stesso sfondo, la meraviglia e la decadenza di Venezia. E che sono stati scelti come protagonisti di Tempo, tre corti nati da un'idea del Venezia FC, prodotti in partnership con Xiaomi – tutto il materiale è stato girato con il supporto di Xiaomi 12 Pro – e realizzati dallo studio marea.world.

La presentazione di 'Tempo'
La presentazione di 'Tempo'

La presentazione dei corti viene realizzata proprio a Venezia, in una delle migliori cornici possibili: il Festival del Cinema. Qui, all'interno del Tennis Club, è preparata una piccola proiezione dei tre capitoli di Tempo, sottotitolati rispettivamente Fuoco lento, su Forieri, A luci accese, sul Venezia Hardcore Festival, e Ciò che siamo è anche dove, su Opificio. Sono presenti, ovviamente, anche i diretti interessati. Forieri lo si riconosce subito, è il più figo, con indosso la sua polo del San Precario, polisportiva indipendente nata a Padova, e la borsa di tela del circolo anziani veneziano di Santa Marta. È un gesto quasi eroico nella sua genuinità, rispetto al delirio di brillantini che scoppia sul red carpet, a 3 minuti a piedi da lì.

 
 
 
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I tre corti sono davvero corti, mostrano più che altro pillole di vita di chi ogni giorno tiene viva l'anima culturale della città: c'è Forieri che passa dal suonare il sax a cucinare gli spaghetti ai "peoci" – ossia le cozze – mentre racconta di come gli venga naturale l'utilizzo del dialetto nelle sue canzoni, nonostante fosse visto male all'inizio della sua carriera; c'è Ali che racconta come lui a Venezia l'abbia scelta abbondando il suo paesino nella provincia, spinto dalla passione per il calcio e da quella per il punk, fino a creare un punto saldo e imprescindibile per la comunità italiana; ci sono i ragazzi e le ragazze di Opificio, che fin dall'alba si preparano caricando casse e attrezzatura in barca per una delle feste che organizzano.

Marco 'Furio' Forieri
Marco 'Furio' Forieri

In ognuna di queste vicende umane è la musica che riesce in qualche modo a fare da collante, rispetto a un contesto che ha sempre più perso la propria identità in favore dello stereotipo turistico. Venezia è un organismo vivo e che fa vivere invece, come ha spiegato Ted Philipakos, Chief Brand Officer del Venezia FC: "Tempo è l'opportunità di puntare il riflettore alcuni dei personaggi più importanti per la cultura veneziana. La musica è un punto d'accesso facile per mostrare l'umanità e il senso di collettività fortissimo della comunità veneziana".

 
 
 
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Dietro a Tempo si cela una filosofia che è riassumibile in quello che dice Samall Ali nella sua porzione di racconto: "Non aspettare che le cose succedano, falle succedere". È l'unico modo per sopravvivere, per dare spazio a un alito vitale anche nel torpore della provincia più sperduta o, come in questo caso, in una città la cui anima è spesso soffocata dalle esigenze turistiche. Ed è grazie a chi lavora dal basso così, mettendoci sangue e sudore ogni giorno, se Venezia ha ancora un cuore pulsante così grande.

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L'articolo La vita a Venezia è una questione di 'Tempo' di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2022-09-07 14:00:00

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