Era certo dall'inizio, se Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina ovvero La Rappresentante Di Lista fossero tornati a Sanremo dopo un anno dall'exploit vincente della canzone Amare del 2021, sarebbe stato per mostrare un altro lato del loro progetto. L'hanno fatto a tal punto che molti non li hanno neanche riconosciuti, e questo è un gran bene, a diventare di maniera in questo Paese ci si mette un minuto. Un'altra cosa era certa: se Dargen D'Amico avesse debuttato a Sanremo dopo essere diventato produttore di Fedez, sarebbe stato per lanciare un messaggio di quelli potenti e per farsi conoscere a quel grande pubblico che l'ha sempre snobbato.
Entrambi hanno calcato il palco della prima serata del Festival di Sanremo 2022 (quello del riciclo) ed entrambi hanno portato le uniche due canzoni che hanno a che fare direttamente con l'attualità, sfruttando una formula ormai vincente in stile Musica leggerissima di Colapesce Dimartino, ovvero unire un testo pesante a una musica leggera. Funky con balletto incluso quella de LRDL, tamarra ad un passo dal Tagadà quella di Dargen, eppure se andiamo a leggere i testi troviamo ben oltre quello che la musica esprime. Quello è solo un cavallo di Troia, un trucco per entrare nelle orecchie di più gente possibile per poi sganciare la bomba.
Dargen canta una canzone che sulle prime può sembrare una storia d'amore finita male, ma in realtà è una metafora sull'assenza dei concerti, dell'aggregazione, del ballo. Un grido di dolore mascherato da canzone leggera lo spostamento d'aria dei bassi di una cassa :
"Ultimamente dormo sempre anche se non sogno
Senza live, con il pile, sul divano
Se dormi troppo poi ti svegli morto!
Sono d’accordo…
Quindi dove andiamo?
Dove si balla
Fottitene e balla
Tra i rottami
Balla per restare a galla
Negli incubi mediterranei
Che brutta fine le cartoline
La nostra storia che va a farsi benedire
Ma va’ a capire perché si vive se non si balla."
La Rappresentante di Lista getta ancor di più il cuore oltre l'ostacolo per un testo che parla della fine del mondo, della distruzione gioiosamente isterica, del collasso di ogni morale, di ogni certezza. Un commovente addio musicato da un funky col french touch che è già una hit.
"È la fine del mondo.
Sopra la rovina sono una regina,
Mammamma…
Ma non so cosa salvare.
Sono a pezzi, già mi manchi
Occhi dolci, cuori infranti.
Che spavento,
Come il vento,
Questa terra sparirà.
Nel silenzio della crisi generale
Ti saluto con amore
Con le mani, con le mani, con le mani
Ciao ciao
Con i piedi, con i piedi, con i piedi
Ciao ciao
E con la testa, con il petto, con il cuore
Ciao ciao
E con le gambe, con il culo, coi miei occhi
Ciao!
Questa è l’ora della fine,
Romperemo tutte le vetrine.
Tocca a noi, non lo senti, come un’onda arriverà.
Me lo sento esploderà, esploderà!
La fine del mondo è una giostra perfetta.
Mi scoppia nel cuore la voglia di festa.
La fine del mondo, che dolce disdetta.
Mi vien da star male, mi scoppia la testa!"
L'amore c'è in entrambi i testi, ma fortunatamente per noi è declinato a qualcosa di più profondo del semplice addio al partner di turno. Piuttosto si tratta di un addio alle abitudini, alla vita che abbiamo sempre condotto, alle passioni che la pandemia ci ha portato a non poter più esercitare come prima.
La socialità negata, l'emergenza climatica, i conflitti politici: il pianeta Terra è in un mutamento sconvolgente, fortuna c'è qualcuno che se ne occupa anche nell'arte, senza fare finta di niente. Perché come diceva Nanni Moretti, le parole sono importanti. Anche in una canzone.
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L'articolo Viva la Rappresentante di Lista e Dargen D’Amico e le loro danze contro l’apocalisse di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-02-02 11:08:00
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