Voglio tutto, nomen omen

Che ci fa Generic Animal insieme a Tadzio Pederzolli e a due dei Notimefor? Una band nuova di power pop direttamente da La Tempesta, che gioca a nascondino ma che vuole tutto. Lo "Stupido ep" lo dimostra

Voglio Tutto, foto di Guido Borso
Voglio Tutto, foto di Guido Borso
25/11/2022 - 13:30 Scritto da giorgiomoltisanti

La prima volta che Enrico Molteni, owner de La Tempesta, mi ha parlato dei Voglio Tutto la mia mente si è catapultata così indietro da schiantarsi nel 1991. Mi ha riportato a un disco fondamentale per la storia della musica ma che non è mai stato di successo, fatto da una band che in realtà non è una band, fatto da un gruppo di musicisti che lo compongono e lo incidono come però guidati da una forza altra rispetto a quella di fare un disco per ottenere un feedback e diventare delle rockstar.

L'importanza di Yerself Is Steam, questo il titolo dell'album, nella storia della musica è di sicuro eccezionale così come è eccezionale il modo in cui è stato generato e realizzato. Quando i Mercury Rev, questo il nome della band, si approcciano questo lavoro che non erano neanche una band vera e propria e soprattutto nessuno aveva una visione futuribile del progetto. Mi spiego. Non c'erano scadenze, non c'erano parametri, nessuno intenzionato a rilasciare delle interviste (in Italia la prima fu un anno dopo, nel 1992), ciascuno dei componenti porta in dote un background musicale che non collima affatto o quasi con quello degli altri. Uno addirittura suona il flauto.

Banalmente, è un gruppo di ragazzi che prova a scrivere canzoni per conto loro e un altro, David Allen Friedman, produttore e soprattutto proprietario di uno studio che decide di mettere su nastro la loro volontà e di donarla alle masse. E magari se non proprio alle masse, almeno ai curiosi tra Buffalo e le Catskill Mountains, nello stato di Nuova York, sarebbe comunque andato bene. Il fatto che Yerself Is Steam sia diventato uno dei dischi più importanti della psichedelia e uno dei capolavori degli anni '90 non è stato affatto programmato. E' successo.

Ecco, in tal senso i Voglio Tutto, usciti in questi giorni con Stupido EP (La Tempesta, 2022), nascono più come “concept”, come idea che come vera e propria band. Si formano a Milano nell'estate 2021, con una formazione a quattro. C'è Luca Galizia, con un passato come Leute e poi soprattutto come Generic Animal; c'è Tadzio Pederzolli, con una storia di quasi vent'anni fatta di Komplott, Sempre Peggio, Death Before Work, Skruigners e mille altri e di recente come Golpe; ci sono Alvin Mojetta e Manuele Povolo dei Notimefor. Quindi (per semplicità lo chiameremo) un artista indie, una colonna della scena HC e XXX meneghina e due superstiti del pop-punk per come era il pop-punk ai tempi dei Lost.

 

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In comune all'apparenza hanno poco e niente e, anzi, un paio di loro, per tutta una serie di dinamiche di branco e di regole non scritte tramandate da mezzo secolo, si dovrebbero stare proprio sul culo. Invece no, due o tre cose in comune a vedere bene ce le hanno. La prima è che si conoscono da sempre, pare dall’adolescenza, e l’idea di suonare insieme è venuta abbastanza naturale. La seconda è che tutti vengono da Milano e se la vivono nella sua unica nota positiva (non è il panettone), ossia quella d'essere la città più europea d'Italia, quindi quella più predisposta da sempre ai melting pot, che permette la commistione di individui di origini e culture diverse con il risultato di costruire identità differenti, condivise e multiculturali.

Una città che negli ultimi dieci anni ha visto nascere decine di sottogeneri che fino a pochi anni fa si riteneva impensabili e ha visto quelli vecchi speziarsi di influenze diverse dagli standard senza avvicinare la possibilità di successo allo zero. Il mood generale di Milano, quello che infonde la città, è una sorta di dinamicità pervasa di malinconia.

La terza è Enrico Molteni appunto che, come David Friedman, intravede il famoso nonsoché nel progetto, gli da fiducia, lo concretizza e lo certifica La Tempesta, facendogli acquistare hype. Il risultato sono “4 canzoni pop buttate in lavatrice con candeggina, testi scuri dal sapore onirico”, da unica dichiarazione disponibile dei quattro. Già, perché i Voglio Tutto non concedono interviste, anzi, al di là di un video, mentre sto scrivendo non si sa bene neanche se vogliano promuoverlo questo disco o no e questa potrebbe essere la prima e unica recensione che vi leggerete.

Leggenda vuole - dato che non esiste neanche una vera e propria bio e quella che gira è così breve da essere scritta in arial black corpo 34 e non coprire neanche una pagina - i Voglio Tutto si chiudono a suonare e diventano, per dirla con le stesse parole di Jonathan Donahue dei Mercury Rev, quattro chef e un solo pentolone, quattro maghi e un solo cucchiaio.

Stupido EP è un dischetto estremamente semplice e basilare, le cui influenze si confondono ma rimangono ben visibili a tutti, immaginatevi degli Smashing Pumpkins un po' più pestoni e con meno riferimenti espliciti al art-rock anni '70, ritmica quadrata, chitarra in rigorosa distorsione e uno, due, tre e via! Mi direte, c'è ancora spazio per un gruppo così? Perché spendere soldi per quello che potrebbe pure sembrare un doppione?

La copertina di Stupido EP dei Voglio Tutto
La copertina di Stupido EP dei Voglio Tutto

Sta a voi decidere: se siete degli appassionati senza paraocchi del genere andate a colpo sicuro perché i Voglio Tutto hanno la stoffa e la capacità sufficienti per elevarli al di sopra della media e i brani sono tutti potenziali mine. Se, viceversa, siete più trendisti non farete alcuna fatica a concedervi una pausa nell'affannosa, e devo ammettere necessaria, ricerca di novità, perché, seppur mimetizzati nei solchi, i rimandi a contemporaneità varie (Nothing? High Vis? Turnstile? One Step Closer? Scopritelo voi stessi...) sederanno il vostro fabbisogno giornaliero.

L'EP è già uscito da un po', magari non passerà alla storia come il primo Mercury Rev ma sicuramente potrebbe colmare un po' del buco interiore lasciato da nuovo Verdena: è in stilosissimo 12” bianco con una busta interna contenente i testi e le foto in bianco e nero in piena foggia anni '90. Infine, se non lo trovate in giro, provate direttamente sul sito de La Tempesta dov'è ancora disponibile in tiratura limitata.

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L'articolo Voglio tutto, nomen omen di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2022-11-25 13:30:00

Tag: album

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