Si è concluso da poco il cinquantesimo MIDEM (Marché International du Disque et de l'Edition Musicale) che si tiene dal 1967 a Cannes e a cui partecipano centinaia di musicisti, addetti ai lavori e giornalisti del mondo musicale, per confrontarsi su questioni legate non solo all'economia, ma anche alla burocrazia e alla tecnologia nel settore musicale. La prima rilevante notizia emersa dall'edizione di quest'anno tocca da vicino la discografia indipendente e rivela un nuovo prezioso strumento di analisi.
Con un evento specificatamente dedicato al lancio, presso il Palais des Festival di Cannes, Alison Wenham CEO di WIN (Worldwide Independent Network), l’organizzazione globale che rappresenta gli interessi della comunità musicale indipendente, ha presentato la nuova pubblicazione “WINTEL Global Independent Music Market Report”. Per la prima volta nella storia della musica, il settore indipendente estrapola il suo effettivo valore economico basato sul copyright e sottolinea la sua importanza culturale per la propagazione di creatività e innovazione.
Il valore totale della fetta musicale indipendente è pari a $5.6 miliardi e rappresenta il 37.6% del mercato globale (major + indie). L'operato delle etichette indipendenti è significativamente più rilevante nel mondo digitale, in particolare nello streaming, rispetto a quello fisico. Caratteristica distintiva del mercato indipendente è la diversità dei prodotti: le indie sono sempre più internazionali, nonostante non abbiano infrastrutture che supportino tale tendenza.
Le piccole infrastrutture che non sono in grado di adempiere alle strategie di mercato internazionale rappresentano un punto cruciale per la valutazione, fino a oggi parzialmente errata, del valore del mercato indipendente. Alle etichette indipendenti tocca inevitabilmente appoggiarsi a distributori esterni per servire un mercato sempre più globalizzato in fatto di fruizione musicale; il report WINTEL decreta che il 72% delle label utilizza distributori internazionali e che il 52% si appoggia a distribuzioni di proprietà delle major (le percentuali si basano sia sul fisico che sul digitale). Per questo motivo i valori dei mercati major e indie sono sfalsati: i proventi di un’ampia gamma di contenuti risultano in bilico tra i due mondi. Questo report, basandosi sulla proprietà del copyright, punta a stabilire una reale quotazione del valore monetario oltre che qualitativo.
Nel report finale, che potete scaricare interamente e gratuitamente qui, oltre ai dati di natura strettamente economica, sono riportate diverse testimonianze di importanti etichette indie che negli anni sono diventate dei veri e propri punti di riferimento per l'intero mercato, come Rough Trade e la Flicknife Records, insieme a interessanti case of study che pongono l'accento sull'importanza del lavoro svolto dalle etichette indipendenti in fase di scounting o di invenzione di nuove strategie promozionali alternative.
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L'articolo Cosa dice il primo studio sul valore economico della discografia indipendente di Giorgia Mortara (Sounday Music) è apparso su Rockit.it il 2016-06-09 12:16:00
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