I Bootcamp di X Factor, quando ci sono talenti cristallini, sono uno dei momenti più interessanti dello show: il gioco delle sedie, le categorie, i doppioni, i concorrenti che piangono e si disperano, i giudici fischiati dal pubblico, il linciaggio in diretta e noi, con la confezione maxi di pop corn che ci godiamo il circo. Invece niente, a fine serata mi sono sentito come Bernie Lomax con gli occhiali da sole che viene trascinato a forza dalla stanchezza.
Perché parliamoci chiaro, per arrivare alla formula più avvincente ci vogliono i giudici belli grintosi, i concorrenti bravi e quelli un po' meno, le categorie assegnate d'ufficio, la scrematura fatta dal giudice davanti ai nostri occhi. In questo X Factor, da due anni senza più categorie, è tutto arbitrario: dalle audizioni sono stati selezionati un po' di talenti che vengono raggruppati e dati a caso ai giudici, che devono scegliere i migliori e bon. Il thrilling se n'è andato un po' a farsi benedire, e infatti pochi pianti, poco dramma, poco interesse in generale.
La Francy (Francesca Michielin) suona Distratto al piano e potremmo pure commuoverci se al posto del nostro cuore non ci fosse un bidone dell'immondizia, poi inizia lo show.
La parola a quel leader carismatico che è Rkomi, mentre Fedez, Ambra e Dargen fatto i gufi a lato. Forte della grinta che lo caratterizza (si capisce che è tutta ironia spicciola questa, vero?) dà la sedia a Delì Lin, il ragazzino con la faccia da ragazzino ma con la voce da adulto, a Manal che anche stavolta non mi ha convinto per niente, a Jacopo che porta l'inedito Intelligenza artificiale e si conferma uno di quelli più bravi visti in questa edizione finora, ma pure i Santi Francesi si sono fatti valere con una bella versione di Un ragazzo di strada dei Corvi, mostrando di nuovo che sono un progetto ben strutturato. Giorgia Turcato, occhi belli e voce pure, canta e suona Save Your Tears di The Weeknd e incanta tutta la baracca. Niente di nuovo sia chiaro, ma una cover acustica fatta bene. Inspiegabile invece come Rkomi voglia portare i ragazzini che fanno grunge alle Last Call, forse li vuole sacrificare lì.
Tocca a Fedez che fa passare Filippo Ricchiardi col suo inedito On the Side, Marco Zanini che fa Paolo Nutini, Wiam che fa Eppure sentire di Elisa. Tutti bravi, certo, ma nessuno per ora in grado di farmi dire Wow o una cosa del genere. Gaia invece mi piace, il suo modo di cantare anglo-napoletano è affascinante e il suo progetto ha una personalità invidiabile, mi piacerebbe lavorare con lei ma anche quest'anno non mi hanno chiamato a fare il giudice, chissà poi perché. Gli Omini si riconfermano la band da battere, spingono sull'acceleratore con una bella cover di My Generation degli Who, e alla fine arriva Linda Riverditi che mi ricorda pure troppo Sofia Tornambene, vincitrice dimenticata di quell'edizione sciagurata con Sfera Ebbasta.
Lei avrebbe tutte le carte in regola per farmi emozionare, a partire dalla canzone scelta, quella Rootless Tree di Damien Rice che solo a sentire il titolo gemo, eppure non mi trasmette niente, tipo come se mi invitassero a una bella cena a base di tofu.
Che succederà adesso? Lo scopriremo solo vivendo, consci del fatto che non ci siamo emozionati più di tanto e che forse questo tipo di talent ha fatto il suo corso. In questa tornata scommetto su Gaia, Giorgia e su Gli Omini, tutto il resto è noia. No, non ho detto gioia. Speriamo che Ambra e Dargen aggiungano un po' di psicodramma danese allo show, altrimenti sai che dormite su quel divano?
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L'articolo X Factor 2022, Bootcamp con il morto di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-10-07 10:08:00
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