X Factor è diventato solo un programma televisivo

Seconda giornata di bootcamp, tocca ad Ambra e a Morgan. Qualche talento c’è ed è un piacere sentirlo (Angelica Bove e Selmi su tutti), ma nel complesso solo poche emozioni, anche quando si tenta la polemica. X Factor non sembra più in grado di entrare nel mercato discografico come un tempo

Ambra, foto di Virginia Bettoja
Ambra, foto di Virginia Bettoja

Seconda puntata di bootcamp per X Factor, che con un montaggio di rara spietatezza lasciano a Francesca Michielin lo stesso minutaggio della stagione di Pogba alla Juve e spingono sui veri personaggi dell'edizione, nel bene e nel male: Ambra e Morgan. Se la prima puntata di bootcamp con Fedez e Dargen vedeva i due non troppo a fuoco, tra stanchezze varie e scelte inspiegabili (il cantante di Caruso che ottiene la sedia fa tuttora venire il mal di testa al solo pensiero), la seconda era quella più attesa tra i fan e i detrattori dello show, perché tutti sapevano che avrebbe potuto regalare non sogni ma solide realtà.

Nelle loro squadre i due talenti più cristallini di questa edizione: Ambra ha Angelica Bove, che alle audizioni l'aveva già fatta versare un mare di lacrime con La notte di Arisa e che bissa con All I Want dei Kodaline, prendendo sedia, posto sicuro ai live e nuova commozione della Angiolini, che sa di avere una di quelle da battere, col timbro e il fisico giusto, di sicuro coccolata dalla produzione. 

 

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Dalla sua, l'addomesticatissimo Morgan ha in squadra Selmi, un cantautore delicato e molto talentuoso che sa scrivere buoni pezzi come il suo inedito Doccia ghiaccia, che ha portato ai bootcamp Elliot's Song di Dominic Fike, e se vi state scervellando per sapere dove mai l'avete ascoltata, è la canzone dedicata al personaggio di Zendaya in Euphoria, seconda stagione.  

Tra loro due potrebbero inserirsi le due tre stranezze dell'edizione: gli Isobel Kara in squadra con Ambra, che anche ai bootcamp hanno stupito cantando Nimpha di Madame in una versione tra teatro e canzone - ma che alla lunga potrebbero annoiare se continuano a voler essere sopra le righe per forza, con gli occhi pazzi e tutti i cliché del caso - e gli Animaux Formidables di Morgan, i due marito e moglie con le maschere in latex che fanno cose tipo White Stripes o Jon Spencer Blues Explosion ma peggio, stando più attenti alla forma che alla sostanza. Anche loro, dopo due esibizioni copia carbone, sarebbero di difficile collocazione in sette puntate di live.

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Dunque l'unica stranezza che può avere un futuro nei live sembra essere Anna Castiglia della squadra di Morgan, che la volta scorsa portò un suo inedito molto simile alla scrittura ironica di Gaber e stavolta ha portato Califano, in una versione davvero interessante, voce e chitarra. Va detto che tra tutti questi talenti non sembra ci sia qualcuno in grado di rivoluzionare il mercato discografico né forse di arrivarci, a quel mercato, ma tanto dipenderà dalle assegnazioni dei loro giudici, da quanto saranno seguiti durante il percorso e soprattutto da quello che sapranno fare con le loro canzoni una volta che il circo è chiuso e che il piantino a comando non c'è più.

A proposito di piantini, veniamo alle dolenti note di un bootcamp che ha mostrato i suoi limiti oltre che nel livello dei talenti, anche nelle scelte spesso poco lucide dei giudici. Dispiace per Simona Bonura che Morgan lascia a casa nonostante avesse una delle più belle voci dello show, dispiace per Margherita Silvestrini che non convince Ambra a causa di alcune imprecisioni che fanno partire l'unica polemica che risveglia un po' dal torpore, quella in cui Morgan la sbugiarda affermando di non aver sentito imprecisioni, a cui Ambra risponde tipo: "Si vede sentiamo in modo diverso". Beh, decisamente, ma qui Morgan ha ragione da vendere, la ragazza aveva cantato bene e non meritava un giudizio così ostico.

È il momento di fare un discorso generale, non tanto sulla puntata quanto sullo stato di salute della musica italiana all'interno di un talent che, abbiamo detto più volte, ha mostrato grosse lacune sia nel casting che nelle proposte ed è invecchiato peggio di alcuni suoi concorrenti inossidabili tipo Amici. X Factor ha sempre avuto il vanto di tirare fuori artisti che poi hanno avuto una grande carriera perché sapevano scrivere le loro canzoni oppure sapevano a chi farle scrivere, tipo il club delle M: Mengoni, Michielin, Måneskin. Quando la produzione ha provato con gli artisti che già giravano e avevano una fanbase, sembra quasi che la fortuna abbia voltato le spalle ai talenti e alla fine sono quasi tutti tornati piccoli, pure se durante lo show erano diventati dei big. 

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Oggi, in un tentativo estremo di salvataggio, sono tornati ad un format simile all'edizione Rai: giudici da usato sicuro, interpreti, cover conosciute, zero urban o quasi, poche concessioni alla musica che funziona fuori dallo show. Praticamente un microcosmo, una serra del tutto separata dal business musicale. In poche parole: è solo uno spettacolo televisivo, e come tale non ha saputo rinnovarsi, quindi rischia di appassire, insieme a tutti i suoi fiori e alle sue erbacce.

 

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L'articolo X Factor è diventato solo un programma televisivo di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-10-13 09:53:00

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