Ero lì uno dei tanti giorni dell'estate 2022 che Francesco Fei ha speso all'Henhouse di Albino. Che poi sarebbe il pollaio, il mitologico studio di registrazione che ha covato sin dal principio la musica dei Verdena, e non sarebbe nemmeno Albino, quanto piuttosto una sua frazione. Ero lì per registrare la prima puntata della seconda stagione di Venticinque, il podcast di Rockit e Life Gate, che in quell'occasione dava il via al rito delle interviste che Albi, Luca e Roberta erano costretti a rilasciare prima dell'uscita del loro disco Volevo magia, attesissimo per via dell'assenza dalle scene di sette lunghissimi anni.
Un onore e un onere, visto il rapporto che i fratelli Ferrari e Roberta Sammarelli hanno con la promozione, con l'autonarrazione. È venuta una puntata memorabile, per noi qualcosa da conservare stretto sul cuore. Mentre la giravamo e poi nelle ore di compulsioni passate al montaggio ho più volte pensato che il film sui Verdena sarebbe stato meraviglioso, che non vedevo l'ora di vederlo. Un po' perché in questa fase della carriera i Verdena sono magari meno sconvolgenti da un punto di vista artistico – è inevitabile – ma ancora più interessanti da un punto di vista umano. E poi perché in quel contesto la loro ritrosia a parlare di sé sarebbe stata vinta dalla realtà delle loro vite che entrava in camera. Inoltre avevo visto in azione Francesco Fei, e avevo capito la sua sintonia con la band. Una sintonia "da montanari", fatta per lo più di silenzi e di rispetto degli spazi reciproci: il loro sodalizio va avanti dai tempi di Valvonauta, di cui Francesco è stato il regista.
X SEMPRE ASSENTI _ Trailer from Lab 80 film on Vimeo.
Il risultato è stato X sempre assenti (titolo perfetto), che segue la band nei giorni prima dell'uscita dell'album, nella loro vita privata e nella preparazione del tour di Volevo Magia. Presentato in anteprima al Biografilm Festival 2023, il film è nei cinema da venerdì 3 novembre, quando ci sarà la proiezione speciale a Bergamo, all’Auditorium Piazza Libertà. Poi toccherà varie città: a Milano, Brescia, Como, Genova, Verona, Firenze, Mantova e Torino e altre. Qua il calendario delle proiezioni. La pellicola è prodotta da Capitol Records e Universal Music Italia e distribuita da Lab80 Film.
Dire che presenta i Verdena così non li avevate mai visti è riduttivo: semplicemente i Verdena non li avevate mai visti, di certo non questi Verdena "maturi" (qua e qua, sempre al pollaio, erano parecchio più giovani). Si parte con le nuvole sopra le valli bergamasche, si vedono le strade e il bar del paese, che manda in rotazione i videoclip delle radio commerciali, c'è Luca che carica un furgone con gli ampli. Indossa pantaloncini troppo corti, ma è incredibilmente figo come sempre. Dopo arriva anche Albi, con il suo passo, mentre i cani abbaiano.
I 50 minuti di pellicola scorrono tra immagini delle sala prove con pezzi di muro scrostato e l, chi con i figli, chi con le figlie e chi da "badante" di una nonna meravigliosa e in formissima. Tra loro parlano di musica, di minori e maggiori. Albi gioca con il gatto. C'è Luca con il suo Ciao in giro per le strade buie delle valli. Poi si va in casa discografica, mentre tutta la seconda parte è dedicato alle prove del tour e alla prima data, il warm up al Cage di Livorno. Il racconto dell'ansia prima della prima, comprensibile a maggior ragione visti i sette anni trascorsi dall'ultima volta, è molto potente.
Tutto il film lo è. Perché, come fanno i migliori documentari, il suo obiettivo è restituire attraverso la scrittura, le riprese e il montaggio, sintetizzandolo e rendendolo artistico, quell'universo pulsante che sta dietro alla band, con la sua storia, i suoi luoghi, le sue relazioni umane. Non c'è nulla, ma propril nulla di sceneggiato, nulla di imbellettato: al contrario ci si domanda com'è possibile essere sempre così "hardcore" nelle scelte. Il fatto è che in tempi in cui viviamo in vetrina, c'è chi si sottrae per non farsi violenza. E quando accetta di "reccare" lo fa alle proprie condizioni. Mentre noi scegliamo costantemente come mostrarci fino a che qualcuno ci fa fare la fine dei giambruni, la sconvolgente semplicità, l'umanità imperfetta con cui Albi, Luca e Roberta vivono le loro esistenze, fatte di musica e non solo, è refrigerante.
Lo è vedere Albi fare finta di inciampare mentre cammina come se avesse sedici anni e fosse in gita con la classe del liceo. Lo è sentire Luca sognare il concerto a Seattle, nella loro Seattle, e un tour in America, dimenticando che il loro unico impedimento a imprese di questo tipo negli ultimi 25 anni sono stati loro stessi. Lo è sentire Roberta dire che non è più disposta a "sputtanarsi il fegato" e andare in giro controvoglia. "Le cose si fanno con il cazzo duro, non con il cazzo moscio".
Non ricordo tanti documentari (c'è Get Back) in cui i membri di una band scazzano tra di loro in una maniera così autentica, non ne ricordo tanti senza trucco e parrucco ma con i gilet della Melinda e le birrette a canna. Non ricordo nemmeno altre band come i Verdena d'altra parte, quindi tutto torna.
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L'articolo "X sempre assenti" ci ricorda che i Verdena sono il dono più bello che ci sia capitato di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2023-11-03 16:33:00
COMMENTI (1)
I Verdena sono patrimonio nazionale. Un gioiello raro del rock italiano. Solo amore per loro.