Una volta finiti Somebody feed Phil e The family cooking show down, da almeno un anno non sto rinnovando l’abbonamento con Netflix. Non si tratta di spilorceria, in attesa di cataloghi migliori, semplicemente, ho trovato una piattaforma in grado di sostituire egregiamente la società di Los Gatos con contenuti pressoché quotidiani. Ero già iscritto a diversi canali (curiosamente, nessuno a tema musicale) ma non avevo mai preso in considerazione l’ipotesi di utilizzare YouTube come sostituto (per così dire) della televisione. Inevitabilmente, ho cominciato a prendere confidenza col linguaggio tipico della piattaforma, imbattendomi sempre più spesso in un format denominato reaction.
Che cosa sono le reaction?
Le reaction sono un contenuto video (generalmente registrato in presa diretta) basato sull’espressione, spesso accentuata, delle sensazioni e delle emozioni derivanti dalla fruizione di un contenuto altrui. Poco importa se l’oggetto in questione sia la puntata di un programma televisivo trash o una giocata di Moscardelli. YouTube Italia pullula di reactioner, il più famoso è Mr. Flame (ma potremmo includere anche Er Faina). Ben diversa la questione quando si parla di musica. Nei paesi dalla marcata tradizione hip-hop il format è diffuso da anni; nello stivale, sembra essersi cominciato a diffondere con l’affermarsi della trap.
Chi fa reaction in Italia?
Il primo a captare questa corrente ed introdurla nel Bel Paese è stato Rizzo, divenuto famoso grazie agli endorsement di Fabri Fibra. Una volta lasciato il proprio canale, è entrato a far parte attivamente del progetto di Esse Magazine. Il nome attualmente più quotato sulla piattaforma dall’iconcina rossa è quello degli Arcade Boyz: partiti dal retro di un negozio di computer, hanno trasformato il loro hobby in un vero e proprio lavoro diventando, a tutti gli effetti, personaggi influenti della scena hip-hop italiana. Alla loro stregua Damned, youtuber che ha basato i primi anni della sua produzione quasi esclusivamente sulla reaction ed ora sembra essersi orientato verso un panorama d’intrattenimento più vario, e Victor Hugo Nico che alla carriera da creator ha provato ad affiancare anche quella da rapper. Una lista parziale per limitarci ad elencare i canali dal contenuto prettamente musicale ma - data la concomitanza sempre più invasiva tra mondo del web ed ambiente musicale - creator sempre più famosi hanno iniziato a cimentarsi con questo format. Prendiamo come unico caso emblematico il debutto discografico di Tha Supreme: da Blur, passando per Dread sino a Tyler Strikes, gli esempi che potrei fornirvi fioccano a decine.
Perché le reaction hanno successo?
I canali incentrati su questo format devono il proprio successo all’ascesa del fenomeno trap, Fin dalla sua nascita, quando in Italia era ancora un genere controverso, generando visualizzazioni facili ma, soprattutto, disponendo di un pubblico giovane e malleabile nei confronti di un argomento ancora poco dibattuto. Ed è proprio qui il punto: possiamo senza dubbio affermare che l’età media della gran parte del pubblico trap e dell’utenza di YouTube coincidano, di conseguenza, coincidano ascolti e visualizzazioni. Youtuber e rapper sono a tutti gli effetti i nuovi teen idols. E questo spiega l’apparente assenza di reactioner a contenuti musicali che non riguardino il rap.
Rapper vs youtuber
Molti esponenti dell’ambiente rap (Ernia, Nerone ecc) si sono opposti agli youtuber sostenendo sostanzialmente tre linee:
1) la prima, che i reactioner non fossero altro che repressi incapaci di proporre musica propria. Critica piccata dovuta probabilmente ad un giudizio negativo, sterile, nel senso che potrebbe essere applicata arbitrariamente alla maggioranza dei giornalisti musicali italiani senza fondamenta.
2) la seconda entra sicuramente più nello specifico della questione andando a colpire l’epistemologia stessa alla base del giudizio dello youtuber che spesso poco si discosta da un onomatopeico "wow" o "gulp".
3) i creator esprimerebbero quello che vogliono sentirsi dire i fan usufruendo dei musicisti più in voga per fare visualizzazioni.
Ancor più interessante, come certi topoi del rap entrino a tutti gli effetti a far parte del web creando un vero e proprio YouTube game composto di featuring ma anche di dissing (che spesso si manifestano attraverso una canzone) tra creator, quanto nell’ancor più curiosa battle tra youtuber e rapper a suon di rime e video in risposta. Che poi, come ogni dissing, siano nati per reale antipatia o abilmente studiati a tavolino, ai posteri l’ardua sentenza.
Il rap italiano e gli youtuber esteri
Se il contesto italiano sembra essere contraddistinto da faide che hanno raggiunto il massimo della loro mediaticità e della loro violenza nello scontro tra gli Arcade Boyz e Canesecco, ben diversa la propensione dei rapper italiani verso gli youtuber stranieri. L’esempio più lampante è sicuramente quello di HarveyDon, il canale di due ragazzi londinesi divenuto proponendo reaction ai pezzi di Tedua, Izi, ed Rkomi, finendo persino per intervistare una DPG agli albori e comparire nel video di MOB di Lazza, Salmo e Nitro. Basterebbe scrivere "italian rap reaction" nella barra di ricerca della piattaforma per rendersi conto della miriade di video proposti. I featuring prestigiosi di Sfera Ebbasta, la presenza di Ghali nella line up dei festival europei, sono la diretta conseguenza della dimensione sempre più internazionale che sta assurgendo il rap italiano. Pur senza capire una parola, all’estero se ne sono incredibilmente accorti prima di noi.
Quali sono le differenze tra reaction e recensioni?
Reaction, lo dice il nome stesso, riguarda la sfera dell’impressione estemporanea. La reaction non sostituisce la critica perché, per sua stessa ontologia, ci si oppone. La reazione è un sentimento che possono provare tutti, lo stesso che può provare il sottoscritto in un museo davanti ad un quadro che non conosce. La recensione è (o dovrebbe essere) equiparabile alla spiegazione dell’opera stessa effettuata da una guida competente, un’analisi a freddo che non tutti possono sostenere. Le reaction devono il loro successo alla natura anti elitaria che le caratterizza, nei confronti dell’utenza, quanto dei creator: chiunque, pur senza parlare un italiano forbito, senza nessuna competenza tecnica o abilità nella scrittura, può permettersi di dire la sua al cospetto di una webcam. Le reaction vertono su un sentimento che non deve per forza essere giustificato, la critica, deve trovare a questo sentimento un fondamento logico, il processo che permette quest’operazione è la scrittura. Con scrittura non voglio fossilizzarmi sulla recensione, ma è ben evidente la differenza tra reactioner e youtuber che si avvalgono di una sceneggiatura.
La critica musicale su Youtube è possibile?
Il caso più emblematico è sicuramente quello di Daniele Montesi dei The Suckerz: il suo personaggio, pur incarnando tutti gli stereotipi del critico moderno à la Sgarbi, è un personaggio caricaturale che estremizza i difetti per proporre un contenuto parodistico e divertente, catchy, ma non privo di giudizio, anzi, capace di motivare ogni argomentazione nei suoi risvolti più tecnici senza soffermarsi in insignificanti estremismi musicali, spaziando dal metal più duro alla trap più cafona, dalla prog più ricercata ai successi di Billie Eilish. Insomma, vera e propria critica, seppur posta in una forma del tutto inconsueta.
Pur non apprezzando molti dei canali citati in quest’articolo, spezzo una lancia a favore dei creator. La superficialità del format non è necessariamente legata all’incompetenza degli youtuber, anzi, trovo lodevoli i lavori di esegesi dei testi di Fada e Barlow quando il loro sforzo nell’approfondire contenuti ed intervistare rapper una volta cresciuto il progetto. Le reaction sono forse la conseguenza di un aspetto ben più grave e generazionale, l’abbassamento progressivo del tasso d’attenzione dei giovani ed il loro smarrimento ideologico? Non voglio certamente recitare la parte del vecchio, ma ho vissuto personalmente sulla mia pelle le critiche dei fratellini dei miei amici che ritenevano le mie interviste coinvolgenti, ma eccessivamente lunghe. Ben vengano dunque contenuti più leggeri, se in grado di fornire ugualmente spunti interessanti ai ragazzi.
Critica musicale e reaction posso coesistere?
Sì. Non stiamo insinuando che le reaction abbiamo sostituito le recensioni, stiamo semplicemente affermando che una nuova forma di critica musicale ha ormai preso ampiamente piede nella nostra nazione. Una nuova forma di critica musicale certamente più populista, in grado di colpire la pancia dell’utenza spesso interessata ad aspetti terzi della musica. Niente di male. La critica dovrebbe indurre ad un ragionamento; la reaction, invece, rispecchiare i nostri sentimenti.
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L'articolo Le reaction di YouTube sono la nuova frontiera della critica musicale di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2020-01-09 10:00:00
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