L’album segue l’omonimo ep autoprodotto pubblicato ad ottobre 2014, che in maniera virale è arrivato a riscuotere ottimi riscontri di critica. Un lavoro in cui Bea, di origini vicentine e giunta inizialmente a Torino come studentessa di filosofia fuori sede, risponde con dieci canzoni alla domanda che spesso le viene rivolta: "A Torino come va?”. Il titolo vuole essere anche un omaggio al cantautore Garbo, che nel 1981 pubblicò un LP dal titolo "A Berlino... va bene". Dieci brani di matrice electro-pop, con dichiarati richiami allo stile 80s e 90s, in cui si fa spazio il violoncello di Bea, come a creare una sorta di contrasto tra analogico e digitale. Una nota che richiama il mondo classico viene data anche dalla collaborazione con i due cantanti lirici Eleonora Maag e Renzo Xiaoiu Ran, che intervengono in modo ironico, quasi a citare il Battiato di “Cuccurucucù”. Il produttore artistico, naturalmente, non poteva che essere torinese: Diego Perrone, già all’opera con Niagara e Medusa e vocalist di Caparezza. Perrone, che duetta inoltre con Bea nel brano “Pazzo di te”, conferisce al lavoro un'impronta sonora in linea con il fermento musicale di stampo elettronico che anima il capoluogo torinese ormai da diversi anni. L'artwork in copertina, nato da un'idea della stessa Zanin, è stato realizzato da Truly Design, uno studio fondato da quattro street artist attivi dagli anni 90. Vi riecheggia un approccio grezzo e materico tipico delle grafiche DIY a collage, emblema dell'estetica punk e del passaggio da fotocopiatrice e scotch a scanner e schermo.
“A Torino non si sa se le cose vadano davvero bene, piuttosto l'intero album racconta i miei ultimi anni in questa città: la passione per la filosofia, i mutamenti urbani, gli amori più o meno corrisposti, rimpianti e nostalgie – racconta Bea Zanin -. L'album è idealmente diviso, a livello di tracklist, in tre capitoli. "De Urbe/ De Universitate" tratta della città e della vita sregolata da universitaria alla facoltà di filosofia, "Ottimista mal ciapà" parla del mio lato introspettivo e “preso male”, che si contrappone alla mia indole ottimistica e "Musii o l'Amore" è la sezione finale dedicata all'amore e ai "musii ispiratori" delle melodie e delle parole. Ragazzi timidi, fughe romantiche in automobile, folli passioni irragionevoli e sentimenti platonici di conoscenze pregresse.”
Sul finale dell’ultimo brano della tracklist “Ci conosciamo già”, Bea saluta con le tre note che compongono il suo nome: B (si) - E (mi) - A (la), ma non lo dite a nessuno.
Brano per brano
Capitolo primo: "De Urbe/De Universitate"
1. Plaza Victoire: uno sguardo sull'affascinante Piazza Vittorio, centro pulsante della movida sabauda, il luogo preferito di Bea. Sonorità fortemente anni ’80 che accompagnano l'ascoltatore a spasso nel suggestivo lungo fiume che costeggia la piazza, per un brano che ne dipinge la vita in orario aperitivo, rendendo conto dei cambiamenti che la città ha subìto negli ultimi dieci anni.
2. Se ti annoi è colpa tua. Un titolo tratto da una frase dello scrittore Cesare Pavese ne "La bella estate", per il primo singolo dell’album. Un brano che racconta, non senza ironia, la vita da universitaria tra social network, sregolatezze, serate, noie e ansie. Il ritmo è serrato dal gusto “disco 90s” mentre la protagonista, immersa nella precarietà e nelle incertezze di questi anni, non sa cosa fare della sua vita e si accontenta di postare su facebook una foto in cui limona con la su amica per raccogliere like.
3. I Limiti. Un ritornello costruito su un'asserzione del filosofo Ludwig Wittgenstein: "i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo", per un brano criptico eppure allegro che vede la partecipazione di due cantanti lirici. Si inizia con una misteriosa dichiarazione in lingua cinese, che rende subito consci delle difficoltà che si incontrano nella comunicazione, sia a livello concettuale che a livello di sensazioni personali. La prima immagine del testo è poi quella di un gabbiano sul cartello del “limite acque sicure”, che alla pari di un filosofo kantiano sa bene che certi confini della conoscenza non possono essere superati.
Capitolo secondo: "Ottimista mal ciapà"
4. Easy summer. L'estate è la stagione leggera per eccellenza. Tuttavia a fine agosto, quando le giornate si fanno brevi e l’ansia per il nuovo anno si fa sempre più forte, talvolta si approda a riflessioni che sono amare come alcune aranciate sorseggiate sotto l'ombrellone. Tra le feste e i racchettoni emerge l'incapacità di rendere la propria vita altrettanto leggera, o meglio “più easy". L’electropop da spiaggia, con bassi in stile Madonna e vocoder alla Laurie Anderson, lascia il posto ad una cantata tra amici. L'appuntamento è all'anno prossimo, stessa spiaggia stesso mare.
5. Ho nostalgia. Il mood dell’album muta con l’arrivo di questo brano, un lento malinconico terzinato dove il violoncello occupa una posizione centrale. Il tema conduttore è la nostalgia per il primo periodo universitario, fatto di stanze in condivisione, nuove amicizie, amori sognati e serate che si protraggono fino all’alba, il momento magico in cui con un cocktail in mano si ammira la collina che si riflette sul fiume Po.
6. Anni. Un’altra canzone in cui il violoncello è centrale: con un ruggito introduce parole di rimpianto per aver impiegato male il proprio tempo, sabotandosi con le proprie mani, tra momenti di depressione, di sconforto e di chiusura verso il mondo. Ma il testo invita ad accettare le responsabilità nei confronti di se stessi, per risorgere dalle proprie ceneri come l'araba fenice. Così, il ritmo incalzante e meccanico del brano, imita la forza di volontà che procede passo dopo passo senza mai fermarsi.
Capitolo Terzo: "Musii o l'Amore"
7. Mistery Boy. La storia d'amore impossibile tra due ragazzi timidi. Mistery Boy è un ragazzo che non ama esporsi, che nasconde i suoi veri sentimenti e che a malapena saluta. La relativa Mistery Girl lo invita a fare il primo passo, altrimenti il pericolo sarà quello di ritrovarsi a casa a giocare a carte, magari a solitario. Ironicamente, i cori lirici sottolineano la tragicità della situazione. Nonostante la cassa dritta, Mistery Boy rimane fermo in un angolo senza ballare.
8. Pazzo di te (feat Diego Perrone). Scritta a quattro mani con Diego Perrone, questa canzone è un duetto d'amore degli anni '10. Su un ritmo serrato e vorticoso si staglia il dialogo tra lui e lei. Entrambi sanno che c'è già storia e prendono coraggio: la serata comincia tra le mura di casa con una cena alcolica e prosegue in un club con ritmi a 148 bpm. L'esito è un amore che diventa ossessivo, senza che vi sia una vera ragione a causarlo, un invaghimento spontaneo e improvviso così come lo descrivono i suoni: la cassa incalzante, i synth acidi e brillanti, il violoncello di Bea e le due voci amalgamate in un rincorrersi costante. Un amore così ti fa diventare pazzo.
9. Automobile che va. L'uso dei violoncelli distorti, come fossero chitarre elettriche, per una immaginaria fuga d'amore in automobile, in un brano in cui si scorgono echi di Depeche Mode. I due protagonisti abbandonano le proprie vite “standard” per l'avventura e il viaggio, trascorrendo il proprio tempo in estrema libertà, ascoltando musica a tutto volume e lasciandosi scompigliare i capelli dal vento.
10. Ci conosciamo già. A volte incontriamo casualmente persone che ci sembra di conoscere da sempre. Seduti al bar, chiacchierando o bevendo un caffè, ci rendiamo conto che forse aveva ragione Platone: probabilmente nell'iperuranio, il mondo delle idee, le nostre anime si sono già incontrate, e il processo di conoscenza si ridefinisce come lavoro amorevole di reminescenza. Campane, violoncelli, ritmo spezzato e quasi violento rendono conto della sublime grandezza di questa magica euforia della ri-scoperta.
A Torino come va
Bea Zanin
Descrizione
Credits
Canzoni di Bea Zanin
eccetto "Pazzo di te" di Bea Zanin e Diego Perrone
Voce di Bea Zanin
In "Pazzo di te" voci di Bea Zanin e Diego Perrone
Cori di Diego Perrone. In "Easy Summer" cori di Diego Perrone ed Eleonora Ella Cappelluti Violoncello di Bea Zanin
Cori lirici di Eleonora Maag e Renzo Xiaoyu Ran
Programmazione e sintetizzatori: Diego Perrone e Bea Zanin
Prodotto da Diego Perrone
Arrangiamenti: Bea Zanin e Diego Perrone
Registrato e Mixato da Diego Perrone a Torino nella primavera e nell'estate del 2016 Mastering di Giovanni Versari, La Maestà Mastering Studio, Tredozio (FC)
Artwork di Truly Design, Torino Photo di Filippo Benjo Bongiovanni
Ufficio Stampa: Libellula Music - press@libellulamusic.it - 3339608309 Booking: Ronzinante - roberto@ronzinante.it - 3498965581
www.beazanin.com
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