DESCRIZIONE
Bellot - Il voyeur (lyrics)
Sono appena tornato da lavoro,
è sera tardi e la mammina mangia il purè;
è brutta comm’ ‘a mort’, si ‘a guard’ rint all’uocchie
mi vien la voglia di mangiare il purè.
Mi siedo a tavola e mangio il purè.
Mi siedo, guardo la tivù
mi sposto, guardo il purè
mi apposto, mi gusto la tivù.
Filtro i raggi catodici, emozionanti e spasmodici, pulsanti ed eroici.
Mi immedesimo nelle scene,
piango del bene mi ricordo delle prime sere.
Infatti avevo una ragazza, si chiamava Carlotta,
si divertiva a far con me il tira e molla;
mi diceva “Lo sai come fa la canzone chi non lavora non fa l’amore”.
Io guardo, aspiro, rimiro, aspiro, respiro ma non vivo
il maglione mi pizzica, la cinta mi strizza la trippa il barbone e questa roba mi sa di piscia.
Saran le mani callose, o l’atmosfera insalubre,
quella pelosa vecchiaccia con la sua insana brodaglia.
Me ne vado: «dove vai?» «ho cinquant’anni, fatti i cazzi tuoi!»
Mi ballonzola la panza in quest’auto a pois gialla concessami da madre Brianza
me ne vado disinvolto al dell’oblio il posto
la Rimembranza trai parchi è il più tosto.
Le auto ingiornalate son tante e disparate,
i rumori, i sapori, gli odori, il potere immaginifico che corrompe gli ardori.
Mi ritrovo a soddisfare quest’impulso triviale in una settembrina atmosfera infernale.
Non potevo far altro che guardare perché
quando non dormo je dois regarder
me ne vado soddisfatto per quel che ho appena fatto
ho assistito, ho assistito al miracolo del creato.
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L'articolo BELLOT - "Il voyeur" live al Memo live contest (aprile 2017, Milano) di BELLOT è apparso su Rockit.it il 2018-01-23 20:17:06
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